Fumata bianca per la vertenza Electrolux: i sindacati hanno raggiunto un accordo con l’azienda sui 153 esuberi dichiarati nel settore impiegatizio ed è stato statuito che l’individuazione dei lavoratori avverrà sulla base del criterio della volontarietà, o per meglio dire della non opposizione al licenziamento. «In tal modo si scongiura il rischio di licenziamenti unilaterali, che si sarebbero verificati in caso di mancata intesa. – sottolineano in una nota a firma congiunta le Segreterie nazionale di Fim, Fiom e Uilm- Nella giornata odierna l’accordo è stato sottoscritto da una larga maggioranza del coordinamento nazionale di Electrolux. Sono previsti incentivi pari a 3.000 euro per chi ha già i requisiti per la pensione, 12.000 euro per chi li raggiunge entro 12 mesi, 25.000 per chi li raggiunge entro 24 mesi, 72.000 per chi infine non può agganciare la pensione nell’arco di fruizione della naspi a condizione che possa vantare una anzianità aziendale superiore a 8 anni. Per chi ne farà richiesta è previsto anche un percorso di outplacement che aiuti a trovare nuove opportunità lavorative».
L’accordo interesserà anche i dipendenti (13 operai, 5 impiegati) dello stabilimento di Cerreto d’Esi che produce cappe aspiranti. A Cerreto d’Esi gli investimenti annunciati dalla multinazionale sono pari a 3 milioni di euro sia per il 2023 sia per il 2024; i volumi sono calati da 130 mila del 2021 a 97 mila del 2023, con una previsione al rialzo però a 114 mila nel 2024.
Nell’intesa Electrolux riconferma infatti il piano di investimenti per l’Italia esposto al Ministero, garantisce un metodo di monitoraggio bimestrale con i delegati dei lavoratori e si impegna a ricorrere alla riqualificazione professionale ed al part time laddove possibili per ridurre gli esuberi. «Vengono altresì confermati tutti i programmi d’investimento frutto di accordi sindacali ed illustrati nell’incontro del 12 marzo presso il ministero dell’industria e Made in Italy. – sottolineano le sigle sindacali – E’ da confermare la data d’incontro nel mese di maggio per valutare il proseguo del contratto di solidarietà oggi presente negli stabilimenti di Porcia e Forlì viste le previsioni di non crescita dei volumi di vendita dell’intero comparto dell’elettrodomestico, nonché per discutere un possibile accordo di uscite volontarie fra il personale di produzione».
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