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Tavolo istituzionale sull’alluvione,
«la Regione Marche dice no»

ANCONA - A sostenerlo è Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Pd. «Sbagliato negare trasparenza, partecipazione e pianificazione»

Maurizio Mangialardi

 

«Rispondendo a una mia interrogazione, l’assessore Aguzzi ha confermato che da parte della giunta Acquaroli non c’è alcuna intenzione di creare quel Tavolo istituzionale che io e molti sindaci chiediamo da tempo per porre in essere in tempi brevi percorsi di partecipazione aperti agli enti locali, ai comitati, agli agricoltori e ai singoli cittadini rispetto ai temi dell’alluvione. Il nostro obiettivo era quello di superare lo stato di incertezza e indeterminazione, che perdura ancora oggi, creando uno spazio dove tutti potessero avere l’opportunità di discutere e conoscere gli interventi da realizzare, le risorse a disposizione, le pianificazioni da mettere in campo. Un’operazione di trasparenza e semplificazione che avrebbe probabilmente contribuito ad accelerare molte procedure”. A spiegarlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.

«Si tratta di un doppio errore politico – aggiunge nella sua nota Mangialardi – perché da un lato si nega alle comunità interessate uno strumento di trasparenza e partecipazione, rafforzando l’idea che molti si sono fatti, non del tutto infondata, che in merito agli interventi e allo stanziamento delle risorse la Regione Marche agisca non in base ai bisogni dei comuni ma a propria discrezione, e dall’altro si rifiuta ogni ipotesi di reale e concreta pianificazione, che come l’esperienza ci insegna, è fondamentale per agire efficacemente quando si tratta di messa in sicurezza del territorio, soprattutto se parliamo di un bacino idrografico complesso come quello del Misa e del Nevola. Ciò che è peggio però, almeno stando alla risposta dell’assessore Aguzzi, è che la scelta della giunta regionale si fonda sulla errata valutazione che tutto stia procedendo per il meglio, segno evidente che il centrodestra nel suo complesso ha smarrito ogni contatto con la realtà e, chiusosi in sé stesso, non ascolta più né gli amministratori, né le imprese, né i comitati, né i singoli cittadini. Un atteggiamento estremamente pericoloso per questo territorio così fragile ed esposto agli eventi calamitosi».

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