di Antonio Bomba (Foto di Giusy Marinelli)
Un fermo ‘no’ alla guerra, un grosso ‘sì’ alla pace, mentre prosegue la storica battaglia contro la corruzione nella politica e più in generale nelle istituzioni. Questi e molti altri sono stati i temi trattati ieri sera dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, il quale ha riempito il parterre delle Muse di Ancona con il suo originale comizio, strutturato come fosse una moderna opera teatrale. Con lui nel ruolo di narratore e tutta una serie di video utili a introdurre i vari argomenti.
‘L’Italia che conta’ è il nome dello show iniziato attorno alle 20,45 e che ha riscosso applausi e standing ovation da parte dei centinaia corsi ad ascoltare l’ex presidente del Consiglio in vista delle imminenti elezioni europee. La parte del leone, come era ampiamente prevedibile, l’ha fatta il tema della pace (la parola è anche inserita nel simbolo ufficiale del M5S) e il relativo appello allo stop all’invio di armi all’Ucraina: «Siamo stati insultati – inizia a spiegare Conte -, accusati di vigliaccheria. Hanno anche provato ad annullarci, ma non ci sono riusciti. E giunti ormai a un bivio non ci arrendiamo. Anzi. Ribadiamo ancora oggi più forte che mai il nostro no alla guerra, no all’invio di armi, no a un’escalation dagli esiti imprevedibili» e, per realizzare tutto questo «vogliamo portare in Europa persone determinate a far sentire la propria voce. Perché se ci alziamo e teniamo la testa alta, ci dovranno anche sentire. Occorre solo capire da che parte stare».
Tante, su questo tema come sugli altri, le critiche che Conte muove sui partiti di maggioranza e opposizione, rei di essersi piegati alle posizioni della Nato senza battere ciglio: «Abbiamo condannato sin da subito quanto fatto da Putin ed eravamo favorevoli ai primi aiuti. Poi però avrebbero dovuto immediatamente partire i negoziati di pace. E invece Giorgia Meloni dice di scommettere su una vittoria dell’Ucraina. E poi quante ce ne hanno raccontate? Non ha funzionato l’invio di armi. Tantomeno con le sanzioni la Russia è giunta al collasso. Ci volevano far credere che Putin era malato. Invece l’accordo di pace che a un certo punto sembrava possibile è stato rifiutato. La storia prima o poi chiederà conto alla Nato e a tutto l’occidente del perché si è deciso così».
Conte ha poi proseguito: «Ci avevano assicurato che non avremmo inviato niente più che elmetti e giubbotti. E invece stiamo inviando carri armati e missili a lunga gittata. E lo veniamo a sapere dal primo ministro tedesco perché il nostro governo è l’unico ad aver secretato tutti gli atti a riguardo». Pertanto si domanda: «Per quale motivo abbiamo rinunciato alla nostra storica capacità di mediazione e di ricerca della pace?».
Un breve spazio è stato dedicato anche alla guerra in medio oriente: «Non mi sento rappresentato da un governo che ha lasciato morire 35 mila civili palestinesi senza fare niente e che si è pure astenuto all’Onu dal votare una risoluzione per una tregua a Gaza. È una vergogna nazionale».
Esaurita l’ampia parentesi pro pace, l’attenzione del leader pentastellato si è spostata poi sul contrasto alla povertà: «Giorgia, come vuol farsi chiamare, dice di essere una del popolo. E quando lo ha difeso in 30 anni che fa politica? Aumentando l’iva su pannoloni e assorbenti? Portando i poveri a 5,7 milioni e facendo aumentare il gas al 7-8%? Rifiutando la nostra proposta di salario minimo legale? O accettando un nuovo patto di stabilità che porterà tagli alla spesa pubblica per 13 miliardi all’anno?».
«Noi – fa notare – abbiamo portato dall’Europa 109 miliardi, loro -13. Eccola la differenza. Perché questo è il governo dei poteri forti».
Altro tema su cui l’ex presidente del Consiglio ha posto uno sguardo è stato l’intelligenza artificiale e le ripercussioni che questa avrà sul mondo del lavoro: «Sta arrivando una rivoluzione che nessuno potrà fermare. Tanti posti di lavoro verranno a crearsi, ma molti altri andranno persi perché svolti dalle macchine. Occorre quindi che la politica istituisca dei piani per guidare questa transizione e il relativo vuoto che andrà a crearsi».
Conte ha anche promesso che i parlamentari europei del Movimento 5 Stelle lotteranno «per buone politiche a contrasto del climate change e a favore dell’ambiente. Non si può più tergiversare su argomenti come questi. Dobbiamo far si che ambiente ed economia siano la stessa cosa. Inoltre da transizione militare è tempo di tornare alla transizione energetica anche per difendere posti stupendi come la vostra riviera del Conero da chi vuole rovinarla. Il superbonus – difende adesso uno dei provvedimenti più importanti del suo governo – andava anche verso questa direzione. Invece pur di abolirlo han parlato solo di costi e mai di autentici benefici, tanto che con noi il Pil è cresciuto del 13%. E loro questa cosa non ce la fanno proprio ad accettarla».
Altro punto toccato l’invito dell’attuale premier di far scrivere sulla scheda solo il suo nome: «Giorgia? Per prendere i voti di tutte le ‘Giorge’ e non andare poi nemmeno al Parlamento europeo? Questo è un inganno a cui risponderemo rispettando le regole. E infatti non mi candido perché poi non andrei». Conte ha anche promesso leggi ad hoc contro il maltrattamento degli animali negli allevamenti intensivi e la difesa dei diritti per una migliore parità di genere.
L’ultimo tema trattato è una delle più storiche battaglie del Movimento 5 Stelle sin dal giorno uno, quella contro la corruzione: «Dal nord al sud e fino all’Europa il malaffare dilaga. Occorre dire basta a tutto ciò. E invece c’è chi si oppone ai trojan, alle intercettazioni e addirittura vorrebbero imbavagliare quella stampa che racconta indagini e inchieste. Sembra quasi che siano allergici ai controllori. Ma alla fine noi non chiediamo nessun favore, solo il rispetto dei diritti costituzionali. E se sono un rappresentante del popolo italiano, non posso essere pagato da uno stato straniero».
Infine Giuseppe Conte ha presentato i candidati alle europee tra cui l’ex campionessa di calcio Carolina Morace: «L’8 e il 9 giugno saranno giorni di sole e di mare. Farà caldo, ma voi andate a votare. I nostri candidati, una volta eletti, saranno tutti rappresentanti dalla schiena dritta e che faranno sentire la loro voce quando ce ne sarà il bisogno. Non andranno lì per le poltrone e la fama».
Questi comunque tutti i nomi in lista nella circoscrizione ‘Centro’ per il Movimento 5 Stelle: Carolina Morace, Dario Tamburrano, Gianluca Ferrara, Giovanna Basile, Giusy Esposito, Valentina Fazio, Federica Lauretti, Giuliano Pacetti, Stefania Volpi, Sergio Romagnoli, Mirella Emiliozzi, Valentina Pococacio, Emanuele Ceccato, Luca Alloatti e Stefano Cecere.
Spazio è stato dedicato anche a tutti i candidati M5S che parteciperanno alle elezioni amministrative in diversi comuni della nostra regione: Osimo, Ascoli, Pesaro, Recanati, Fano, Urbino e infine coloro che in altre realtà concorrono inseriti in liste civiche.
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