di Antonio Bomba
L’assemblea straordinaria dei soci di AnconAmbiente ha approvato nel primo pomeriggio odierno la richiesta formulata dal Comune di Ancona di poter distribuire una parte degli utili generati dall’azienda nel 2023 e messi a riserva. Contrari i comuni di Fabriano, Chiaravalle e Cerreto D’Esi. Astenuti quelli di Sassoferrato e Serra De’ Conti. Tutti ovviamente soci della partecipata. L’unico voto a favore è stato proprio quello del comune dorico che tuttavia, essendo detentore di circa il 91% delle azioni della Spa (contro l’1% degli astenuti e l’8% dei contrari), ha fatto la parte del leone portando comunque a casa il risultato sperato. L’assemblea, iniziata attorno alle 12,30, è durata circa 2 ore e mezzo.
In tutto verranno prelevati 700.000 euro, di cui 630.000 entreranno nelle casse doriche e torneranno utili per la prossima variazione di bilancio. A marzo invece il prelievo fu di 800 mila euro, di cui 720 destinati ad Ancona sempre in base alle quote azionarie.
La vicenda è nota da giorni. Il Comune di Ancona ha chiesto ad AnconAmbiente una nuova distribuzione degli utili attualmente accantonati nel fondo riserva. La cosa tuttavia ha trovato la contrarietà del Comune di Fabriano che si è opposto al provvedimento, tanto da costringere Daniele Silvetti a chiedere un’assemblea straordinaria. Dalla discussione odierna è pertanto emerso che la sindaca fabrianese Daniela Ghergo ha contestato metodo e principio della richiesta di Daniele Silvetti, sostenendo che un simile provvedimento era già stato adottato a marzo scorso con la promessa che non si sarebbe più attuato, dato il rischio, secondo lei, di erodere le riserve della società in un momento in cui AnconAmbiente si appresta a diventare il gestore unico dei rifiuti per tutta la provincia. Lungo la strada ha trovato dalla propria parte altri due comuni-soci, ma alla fine ha prevalso la linea Silvetti.
La questione stamattina ha occupato tutta la prima parte delle interrogazioni urgenti dell’assise anconetana. Ben 3 sono state infatti le interrogazioni poste sul merito da parte dei consiglieri di opposizione.
Ha iniziato la capogruppo del Partito Democratico Susanna Dini: «Avevate effettuato un prelievo degli utili a riserva in AnconAmbiente già a marzo, promettendo che non lo avreste più fatto. E invece eccoci di nuovo qua con i soci dell’azienda che si sono opposti. Oltretutto i soldi potrebbero essere utilizzati per ridurre le tariffe Tari, visto l’incremento di queste da voi deliberato».
Ha proseguito Carlo Maria Pesaresi, capogruppo di Ancona Diamoci che condivide «con il sindaco l’idea di fare di AnconAmbiente la società in house a cui affidare l’intero ciclo integrato dei rifiuti nella provincia di Ancona. Tuttavia – aggiunge – per fare questo servono spalle larghe. E invece tra una richiesta di distribuzione degli utili e l’altra in totale verrà a mancare la rilevante cifra di 1,5 milioni di euro dalle riserve della società».
Ha concluso Giacomo Petrelli del Pd: «Avete a cuore la stabilità di AnconAmbiente oppure no?».
A rispondere è stato il sindaco Daniele Silvetti: «La precedente amministrazione, di cui voi siete figli, ha prelevato 1 milione e 447 mila euro tra il 2017 e il 2019, in un periodo in cui l’azienda aveva un negativo di 10 milioni di euro. Adesso invece il patrimonio netto ammonta a 8.357.545. Insomma, la situazione è diametralmente opposta». Il primo cittadino prosegue a sostenere le proprie ragioni a suon di numeri: «Al 31/12/2023 il patrimonio netto era di 9,1 milioni. È tuttavia vero che ho chiesto un’assemblea straordinaria nel rispetto del codice civile e non per una gestione disinvolta come dite voi».
«Inoltre – Silvetti inizia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa – questa somma non andrà a riguardare il vostro mantra, vale a dire le feste. Alle feste andranno zero euro. La cifra servirà per mense scolastiche, potenziamento degli asili nido, manutenzioni, decoro, strutture sportive, cultura e bonus famiglie. E questa somma inciderà per un sesto sull’intera variazione che andremo a fare».
Il sindaco prosegue nella sua arringa: «E poi non sono gli indicatori a rischio, ma casomai la sostenibilità. Però il presidente di AnconAmbiente Antonio Gitto, scelto dalla precedente amministrazione di cui facevate parte, ha dichiarato che l’azienda resta solida e ha in previsione risultati positivi per gli anni a venire e il Comune di Ancona, con le sue richieste, non può generare riflessi condizionanti di sorta. Anche perché lo statuto prevede l’accantonamento del 90% degli utili. Dunque siamo ampiamente nel range».
Ancora Silvetti: «Non dimentichiamoci che il progetto di fare di Aa la responsabile unica del ciclo integrato dei rifiuti, di cui sono tra l’altro tra i fautori, varrà oltre 90 milioni di euro nei prossimi 15 anni». Un concetto introduttivo al prossimo: «Spiace che Fabriano annunci voto negativo e chieda poi un chiarimento tecnico al collegio sindacale. Se mai sarebbe dovuto avvenire il contrario. Qualche sospetto insomma c’è (l’amministrazione di Fabriano è di centrosinistra, quella di Ancona di centrodestra, ndr), visto anche che siamo in campagna elettorale». Il sindaco di Ancona in merito dichiara anche che «se questo contrasto politico dovesse prevalere anche in vista dell’affidamento in house, si assumeranno loro la responsabilità del fallimento di questo progetto, dato che poi si dovrà andare a gara e sempre loro dovranno spiegarlo ai lavoratori».
«In conclusione e senza stare a banalizzare – conclude Silvetti –, è come spendere per un caffè nel budget familiare».
Nelle controrepliche Dini ha insistito sul fatto che «avevate detto di voler fare una cosa e adesso ne state facendo un’altra, disattendendo l’unanimità dei soci». Pesaresi invece ha fatto notare come «È un po’ fuori luogo il riferimento ai prelievi dell’amministrazione precedente dato che in 3 anni han prelevato meno di voi in 3 mesi. E poi gli altri comuni sono preoccupati. L’escamotage politico da voi invocato regge poco».
Petrelli invece ritiene che «È tutta una questione di opportunità e sensibilità politica. Questo è ciò che serve rispetto alla vostra disinvoltura anche se in linea con lo statuto dell’azienda. E poi dare la colpa ai comuni in caso di fallimento del progetto in house è un autentico ricatto quando siete stati voi a tenere un comportamento inaffidabile davanti ai soci».
Silvetti a questo punto ha replicato duramente fuori microfono: «Siete in stato confusionale permanente, non sapete di cosa state parlando».
«Le sue parole – ha chiuso Petrelli – sono una mancanza di rispetto».
Va infine segnalato come l’intera assemblea dei soci di AnconAmbiente ha invece espresso piena unità di intenti nel portare avanti a vele spiegate il progetto di AnconAmbiente come gestore unico del ciclo di rifiuti integrato nella provincia di Ancona. Almeno questo.
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