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Dopo 30 anni l’Arboreto Appeninicum
si apre alla comunità (Video)
«Piantare alberi è segno di coraggio»

CAMERINO - Dopo la prima piantumazione voluta dal professore emerito Unicam Franco Pedrotti, oggi nasce il percorso fruibile al pubblico, oltre 50 specie di alberi presenti. Il rettore Graziano Leoni: «Una risorsa per l’ambiente, per la ricerca e per il territorio»
La cerimonia a Camerino

di Gabriele Censi

«C’erano prima di noi e ci saranno anche dopo, piantare un albero che cresce di qualche millimetro all’anno è un segno di coraggio». Così il professor Alessandro Bottacci già direttore del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, ha sintetizzato in senso della Giornata mondiale della Biodiversità vissuta a Camerino, dove era tra gli ospiti. Negli anni ’90 l’Università ha messo a dimora un arboreto grazie ad un accordo con la comunità montana che ha ceduto un  terreno in comodato all’ateneo. Il professore emerito Unicam Franco Pedrotti, 90 anni compiuti, “giovane” rispetto alle sue creature, ha dato il via in quel tempo al progetto per ricreare le tipiche comunità di boschi dell’Appennino. Ed oggi grazie ad un finanziamento ottenuto da parte della Regione Marche nell’ambito del Pnr, i ricercatori del Polo di Botanica, coordinati dal prof. Giandiego Campetella, hanno realizzato un percorso per rendere fruibile l’arboreto al pubblico, per attività formative e scientifiche. Alla cerimonia inaugurale di oggi il professor Pedrotti ha voluto essere presente. A lui e al professor Romano Gellini (ricordato con una targa in memoria con la foto della piantumazione a cui partecipò), tutta la comunità universitaria rappresentata dal rettore Graziano Leoni ha reso omaggio.

arboretoCon l’orto botanico, la riserva naturale di Torricchio e l’Arboretum Appeninicum l’università di Camerino acquisisce una peculiarità tra gli atenei italiani, nessuno può vantare una tale varietà di luoghi e laboratori  dedicati alla ricerca e alla conservazione dell’ambiente naturale. 53 specie arboree diverse e migliaia di esemplari in 10 ettari di bosco a pochi chilometri dal centro di Camerino nella località di Tuseggia. «Sono delle comunità di alberi da riscoprire e valorizzare soprattutto in questo periodo di cambiamenti climatici» ha rimarcato il prof Campetella. I semi sono stati forniti dall’Amap Marche, (Agenzia per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca): «Abbiamo boschi dei semi certificati  e registrati» – ha spiegato il vicepresidente Amap Renato Frontini, ponendo l’accento sulla biodiversità come valore da salvaguardare.

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Rispetto agli altri arboreti o giardini dendrologici italiani, che spesso si presentano come collezioni di specie di alberi messe a dimora per esigenze conoscitive ed ornamentali, lo scopo dell’Arboretum Apenninicum è invece quello dell’acclimatazione delle specie arboree e arbustive della catena montuosa dell’Appennino. Esse sono qui riunite in piccoli boschetti in modo da ricreare le principali comunità forestali, disposte in base a criteri ecologici e cioè secondo piani altitudinali, esposizione e condizioni edafiche.

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«L’arboreto – ha affermato il rettore Unicam Graziano Leoni – rappresenta un grande vanto per il nostro Ateneo, ne siamo davvero orgogliosi, e ringrazio tutti i colleghi che durante questi anni si sono adoperati ed hanno dato seguito al lavoro avviato dal prof. Franco Pedrotti. Oltre che una risorsa per l’ambiente, per la ricerca e per il territorio, l’arboreto rappresenta anche un valore aggiunto per le nostre studentesse ed i nostri studenti, in particolare quelli del corso di laurea in Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali, che possono beneficiare di un eccezionale laboratorio all’aperto»«Abbiamo voluto avviare questo percorso – ha concluso il prof. Campetella – sia per il pubblico sia per far sì che anche noi docenti e ricercatori potessimo usufruire di questa preziosa risorsa in maniera sistematica. Il sentiero didattico attraverserà questo meraviglioso “laboratorio” e lungo il percorso si troveranno delle informazioni sulle caratteristiche delle diverse specie, non solo per riconoscerle ma anche per conoscerle dal punto di vista ecologico e delle loro funzioni».

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Presenti alla cerimonia, oltre ai già citati Alessandro Bottacci, Graziano Leoni, Franco Pedrotti, Giandiego Campetella (preposto e responsabile scientifico) e Renato Frontini, anche Roberto Lucarelli ( sindaco di Camerino), Roberto Canullo (direttore Scuola Bioscienze e Medicina Veterinaria), Marco Cervellini (Coordinatore e Resp. Operativo), Stefano Giustozzi (responsabile Gal), Alberto Veracini (Tenente Colonnello Reparto Carabinieri Biodiversità di Pieve Santo Stefano) e  Daniele Arcioni (Ten. Col. Comando Macerata Carabinieri Forestali).

 

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