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Nella chiesa di San Marco l’incontro
con le monache carmelitane di clausura

JESI – Domani pomeriggio l’appuntamento pubblico a cui parteciperanno anche il vescovo Gerardo Rocconi e il sindaco Lorenzo Fiordelmondo. Sarà l’occasione per raccontare la loro storia e la cura del monumento religioso

La chiesa di San Marco (foto Jesi Turismo)

 

Domani, sabato 25 maggio, alle ore 17.30, alla presenza del vescovo Gerardo Rocconi e del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, si terrà nella chiesa di San Marco un evento incentrato sul profondo e duraturo rapporto tra questo splendido monumento religioso e le monache carmelitane di clausura che lo custodiscono da quasi un secolo. Un appuntamento aperto a tutta la cittadinanza durante il quale – alla presenza delle 7 monache presenti oggi nel monastero – si intende ricordare e rinsaldare il ruolo di questo ordine religioso nella custodia della chiesa e la loro presenza di vita spirituale nella nostra città, con l’intervento affidato alla storica locale Maria Cristina Zanotti.

La chiesa di San Marco, capolavoro architettonico del XII secolo, ha vissuto alterne fortune nel corso dei secoli e, in alcuni periodi, è stata lasciato in totale abbandono. Trasformata addirittura da giacobini e napoleonici prima in armeria e successivamente in stalla, a metà ‘800 papa Mastai Ferretti, Pio IX, insieme al Cardinale Vescovo di Jesi Cosimo Corsi, decise di mettere a restauro il monumento. Più o meno nello stesso periodo (era il 15 ottobre del 1882) le monache carmelitane – già presenti a Jesi da due secoli riuscirono ad acquistare il Villino Grizi che, adiacente alla chiesa di San Marco, venne adattato a loro sede definitiva di convento di clausura con opportuni ampliamenti e modifiche.

Il 25 aprile del 1946, per interessamento del Vescovo Carlo Falcinelli, le religiose ebbero libero accesso alla chiesa di San Marco, grazie a un passaggio realizzato a fatica nello spessore della muratura al lato sud, acquisendo definitivamente la responsabilità del monumento di cui ancora oggi si prendono amorevole cura. E sabato prossimo si rivivrà l’emozione provata dalle suore all’apertura di quel passaggio fra il monastero e la chiesa, così come ce l’hanno trasmessa le cronache del tempo e come ce le riproporrà le parole di Mugia Bellagamba. Nell’occasione sarà presentata al pubblico la formella realizzata dallo scultore Massimo Ippoliti che ricorderà proprio la data in cui le monache presero in custodia la chiesa e che, dopo essere benedetta, sarà apposta nell’altare della chiesa.

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