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Tre setter inglesi morti:
avvocato accusato di averli uccisi

SIROLO - Si è aperto al tribunale di Ancona un processo in cui è sotto accusa il proprietario dei cani, il legale Marco Battellini. Era stato lui stesso nel 2021 a denunciare che qualcuno aveva ucciso i tre animali. La difesa contesta le accuse: «Se non voleva più i cani aveva possibilità di venderli, gli avevano fatto delle offerte»

cani-uccisi-battellini_censored1-325x327Tre setter irlandesi uccisi, finisce sotto accusa il proprietario, l’avvocato maceratese Marco Battellini. Il processo si è aperto ieri al tribunale di Ancona davanti al giudice Lamberto Giusti. L’accusa è di uccisione di animali. I fatti risalgono al 6 febbraio del 2021. Quel giorno l’avvocato, che vive a Sirolo, aveva trovato sul vialetto della sua villa, i tre cani morti: Max, 6 anni, e i suoi due figli Diva e Ermes.

Il legale aveva scritto un post su Facebook denunciando l’accaduto per risalire al responsabile e pubblicando una foto dei tre cani uccisi. La procura di Ancona ha aperto una indagine e alla fine per gli inquirenti sarebbe stato il proprietario stesso ad avere ucciso i cani con veleno per topi. Nel corso delle indagini è emerso che il legale avrebbe acquistato del veleno per topi poco tempo prima. Il legale, difeso dall’avvocato Giovanni Bora, contesta le accuse e nega di aver ucciso lui i suoi cani.

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L’avvocato Marco Battellini

«Un criminale, uno che uccide i suoi cani – dice l’avvocato Bora -, li sotterra e magari dice che sono fuggiti, non manda la notizia su Facebook. Tra l’altro se li avesse uccisi, come sostiene l’accusa, perché non li sopportava, perché non venderli? Sono cani di razza pregiata, hanno mercato. Nel corso delle nostre indagini difensive abbiamo parlato con persone che si erano dichiarate interessate all’acquisto dei cani, e li sentiremo al processo. Lui si era rifiutato di venderli. Sul veleno per topi, l’aveva acquistato perché vicino alla sua proprietà c’è un giardino condominiale che non è curato e i topi entrano nella sua proprietà. Non escludiamo che i cani possano averlo mangiato, ma anche se nel corso dell’autopsia svolta dal veterinario erano state trovate nello stomaco dei cani tracce delle esche per topi, la causa della morte che era emersa non era quella dell’avvelenamento». Al processo si sono costituiti parte civile la Lav (tutelata dal legale Tommaso Rossi) e l’Enpa (assistita dall’avvocato Claudia Ricci). Prossima udienza il 21 ottobre.

Uccisi tre cani di un avvocato, avvelenati nel giardino di casa

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