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Acquaroli: «Avviso di sfratto?
Parere diverso dei marchigiani.
Il Pd non ha sfondato»

ELEZIONI EUROPEE - Festa oggi nella sede di Fratelli d'Italia ad Ancona per Carlo Ciccioli eletto europarlamentare e per i risultati che confermano il partito di Giorgia Meloni primo anche nelle Marche. Il governatore risponde a chi gli fa notare che comunque il suo partito e tutto il centrodestra hanno perso migliaia di voti rispetto al 2022: «I numeri non sono paragonabili. Comunque se guardiamo le percentuali dei dem non mi sembra di vedere questo gran risultato». Diverse le frecciate al dem Matteo Ricci

Stappa lo spumante Carlo Ciccioli, neo eletto al parlamento europeo

di Antonio Bomba

Grande festa questa mattina nella sede di Fratelli D’Italia di Ancona per Carlo Ciccioli, eletto parlamentare europeo e il partito tutto, confermatosi come prima forza politica in Italia e nelle Marche.

Un successo giunto nonostante il Partito Democratico, un passo alla volta, stia guadagnando un po’ di terreno anche e soprattutto in vista delle regionali del 2025. Il risultato ottenuto dai Dem nelle Marche tuttavia non desta particolari preoccupazioni al governatore Francesco Acquaroli che sul tema ha avuto modo di esprimersi così, all’apice della conferenza stampa indetta per commentare i risultati elettorali: «Io non guardo mai gli avversari. È giusto che ognuno faccia il proprio e che venga anche costruita un’alternativa a questo governo. D’altro canto lo abbiamo fatto anche noi per tanti anni». Detto questo il presidente della Regione non ha problemi ad ammettere il «grande risultato personale ottenuto dal sindaco Matteo Ricci» tuttavia «Il Pd non ha sfondato, la verità è questa. Se guardiamo le percentuali del Partito Democratico non mi sembra di vedere questo gran risultato».

Il distacco in effetti era e resta ancora ampio. Ciò nonostante FdI ha perso qualche migliaio di voti nelle Marche rispetto alle politiche del 2022, e così tutto il centrodestra che ne ha persi circa 20mila rispetto a due anni fa. Mentre il solo Pd ne ha guadagnati all’incirca 10.000.

Ma questo sembra non preoccupare Acquaroli: «I numeri non sono paragonabili perché rispetto alle politiche c’è un dato molto importante che è quello dell’afflusso al voto che è sceso. E quindi noi sappiamo che in queste competizioni fa la differenza la struttura di partito. E poi mentre noi avevamo 2-3 candidati di coalizione, nel Pd c’erano 3 candidati marchigiani all’interno della stessa sfida».

E ancora su Ricci, al momento il maggior indiziato alla carica di candidato governatore del centrosinistra, Acquaroli taglia corto: «Non voglio parlare da qui a 8 mesi di chi sarà il mio competitor. Questo lo sceglierà il Pd e la coalizione di centrosinistra. Noi siamo e resteremo concentrati a dare quelle risposte ai cittadini che per troppo tempo sono mancate. Vorrei ricordare infatti che, se siamo ancora una regione in transizione e che decresce, occorrerebbe capire perché in 35 anni nessuno ha dato risposte all’esigenze dei marchigiani».

Andrea Putzu, Giovanni Zinni e Goffredo Brandoni

Infine, anche il fatto che lo stesso Ricci abbia preso il doppio delle preferenze di Ciccioli nelle Marche, per il presidente non sembra affatto un problema. Il motivo è presto spiegato: «I due dati non sono per me paragonabili. Noi abbiamo avuto 75.000 voti per il presidente Meloni che era il voto ‘di partito’. Quindi sono due cose assolutamente diverse. Complimenti a Ricci, ma la sua affermazione è avvenuta in un partito dove nonostante la buona prestazione sua, di Alessia Morani e Michele Franchi, alla fine non ha sfondato».

E sul neo europarlamentare del Pd che continua a dire che il risultato ottenuto è un avviso di sfratto per lui e la sua giunta, sempre Acquaroli ribatte a tono: «L’avviso di sfratto non lo decide Ricci e nemmeno io. L’avviso di sfratto dovrebbero farlo i marchigiani. E mi pare chiaro che questo non sia partito. Anzi hanno confermato il governo di centrodestra ampliando il consenso a noi e alle altre forze di maggioranza. Senza dimenticare chi con noi potrebbe dialogare come le forze civiche e quelle territoriali. Dall’altra parte invece per dare vita a un risultato simile al nostro dovrebbe esserci l’unione di forze che sono molto eterogenee».

Marco Ausili, Simone Livi, Francesco Acquaroli e Carlo Ciccioli

Sempre su Ricci, Carlo Ciccioli ha prima ironizzato a modo suo: «Con lui ci parlo. Il suo profilo di personalità è ‘isterico-istrionico’. Rende perché ha un ‘basso disturbo della personalità’ e quindi ha una buona capacità di adattamento». Poi, tornando serio: «Se Ricci pensa di fare gli stessi numeri che fa a Pesaro o nelle Marche in Europa secondo me va fuori strada. Ha dimostrato di avere una grande capacità di traino e di fare alleanza. E queste gli vanno riconosciute. Quindi come politico di ‘palazzo’ è bravissimo. Però le prove sono un po’ più complesse in Europa. Io ho fatto opposizione – Ciccioli prosegue nella sua analisi – per una vita e la saprò fare eventualmente anche a Bruxelles».

E suoi suoi continui riferimenti alle prossime elezioni regionali Ciccioli la vede così: «Ricci sbaglia il calendario. Parla di regionali ma non è questo il momento. Anche perché dove Ricci comanda detta la linea. Altrimenti fa un gran casino. E il Pd già è pieno di contrasti interni e di litigi. Quindi…».

Una volta seduti, la conferenza stampa ufficiale ha inizio e Ciccioli ne approfitta per «ringraziare tutto il partito dalla base ai vertici. Perché senza un’unità di intenti simile non ce l’avremo mai fatta. Insomma abbiamo fatto squadra e riproporrò questo concetto anche in Europa». Un voto che è stato anche «di giudizio sul governo Acquaroli. Perché un conto sono le chiacchiere e un altro le cose concrete». E poi «la mia elezione rappresenta un qualcosa di straordinario se non altro per il consenso che ho riscosso anche nel Lazio. Così sono il primo europarlamentare di destra delle Marche di sempre. Non avrei mai creduto di diventare parlamentare europeo. Non ci avevo mai nemmeno pensato. E invece ha avuto ragione chi qualche mese fa me lo ha proposto. Tra i miei obiettivi c’è quello di portare le province e i territori».

Il vicesindaco di Ancona Giovanni Zinni, dopo essersi complimentato con Ciccioli per la vittoria ironizza anche lui: «Se devo trovare un nome di battaglia per Carlo, penso che quello corretto sia ‘Macroregione Adriatico-Ionica’».

Riccardo Strano

La battuta è stato il ‘La’ necessario all’europarlamentare per ribadire: «La macroregione dei paesi baltici ha funzionato benissimo. Quella nostra, appena partita, è stata stoppata dal covid. Toccherà dunque a noi farla ri-decollare con le Marche e Ancona al centro del progetto».

Ha chiuso gli interventi Francesco Acquaroli: «Riteniamo che il risultato raggiunto sia il frutto di ciò che stiamo facendo su tutti i territori quotidianamente per cercare di raccontare quella storia nuova che avevamo annunciato durante le regionali del 2020. Era un banco di prova importante e non ci potevamo nascondere. Ebbene sondaggio più veritiero non si poteva commissionare vista la risposta dei cittadini, con la coalizione che si è dimostrata in salute». A questo ha aggiunto come «La campagna elettorale è stata breve, ma quantomai intensa, con un votante su tre che ha votato per noi e uno su dieci per la nostra premier Giorgia Meloni. Sono numeri importanti».

Infine, su Ciccioli in Europa, il governatore della Regione Marche si è espresso così: «Sono certo che con lui ci saranno pescatori e marinerie, agricoltori e allevatori, assieme a tutti i territori perché lui è da lì che parte. Insomma è un successo personale e ha raccolto tutto ciò che ha seminato nella sua lunga e importante carriera».

Non sono mancati applausi e standing ovation. A qualcuna è scesa pure qualche lacrima di gioia. Alla fine spumante e pasticcini per tutti.

Pierpaolo Borroni e Andrea Assenti

Stefania Signorini e Orlanda Latini

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