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“Pro-vita” nei consultori, sit-in in Consiglio.
Saltamartini: «Vogliamo garantire
la piena fruibilità della 194»

ABORTO al centro del dibattito nella seduta del consiglio regionale a seguito di un'interpellanza presentata dal Pd. L'assessore alla Sanità ha assicurato il suo sostegno alla legge e sull'apertura alle associazioni antiabortiste «non decideremo nulla in autonomia ma avvieremo un percorso e un dibattito con la Commissione Salute». Sul piede di guerra, oltre ai dem, anche associazioni e sindacati. "Molto+di194": «Nessuna risposta su insufficienza di sedi, orari di apertura e di figure professionali, la presenza indebita di obiettori di coscienza». Martedì nuova protesta

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Lo striscione esposto dalle associazioni in consiglio regionale

Giornata calda in Consiglio regionale, dove oggi si discuteva l’interpellanza presentata da Manuela Bora (Pd) in tema di “Modalità di applicazione della legge 194/1978 con riferimento alla presenza delle associazioni cosiddette pro-vita nei consultori”. Associazioni e movimenti sono rimasti in presidio davanti agli uffici di piazza Cavour, ad Ancona, e alcuni rappresentanti erano anche presenti in aula durante il dibattito.

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L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini

«C’è la massima sensibilità nel garantire a tutte le donne la piena fruibilità della legge 194 – ha rassicurato l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini – essa costituisce uno dei pilastri fondamentali delle riforme economico-sociali approvate nel nostro Paese negli anni Settanta, periodo in cui sono stati riconosciuti importanti diritti civili. Dobbiamo garantire alle donne il diritto di scegliere in materia. Con la norma nazionale, contenuta nel decreto per l’attuazione del Pnrr che il Senato ha approvato in via definitiva il 23 aprile scorso, che prevede che le Regioni possano avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità, sono pervenute in Regione alcune richieste di accesso ai consultori. L’invito rivolto alle opposizioni è stato quello al dialogo senza pregiudizi ideologici, senza muri e steccati e ad evitare una contrapposizione ideologica sulla materia, perché la volontà di ciascuno di noi, che abbiamo l’altissima responsabilità di far parte del consiglio regionale, deve essere quella di garantire con serenità e ponderazione i migliori provvedimenti che tendano a garantire a tutte le donne l’esercizio di questo diritto. L’impegno che mi assumo è quello di non decidere nulla in autonomia ma di avviare un percorso e un dibattito con la Commissione Salute aperto anche a chi vorrà partecipare del consiglio regionale, in modo che le decisioni che potremo assumere saranno le migliori nell’interesse delle donne».

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Il sit-in in piazza Cavour

Tra le associazioni che hanno manifestato Rete Pro-choice, Associazione Vita di Donna, Aied, Laiga, Agite, Agedo, i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Usb Marche, collettive e centri sociali, ma anche Molto+di194 – Rete Femminista Marche, che ha puntato proprio su Saltamartini: «Dribblata e fuga le sue – sottolinea l’associazione in una nota – sull’interpellanza sulla presenza di associazioni antiabortiste nei consultori e su un’interrogazione sul mancato adeguamento dei protocolli per la procedura di aborto farmacologico che nelle Marche è consentito solo fino a sette settimane anziché fino a nove settimane e fuori dagli ospedali, come prevedono le indicazioni nazionali e internazionali. In risposta all’interpellanza, l’assessore si spertica nella difesa della legge 194 e rivendica la volontà di aprire i consultori alle associazioni per avvalersi, citando il dettato del recente decreto sul Pnrr, “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” e annuncia di aver dato mandato agli uffici competenti per adeguare le procedure dal momento che sono state ricevute “richieste di accesso” da parte di alcune associazioni. Silenzio assoluto, da parte dell’assessore, sui numerosi problemi che gravano sui consultori pubblici: l’insufficienza di sedi, orari di apertura e di figure professionali, la presenza indebita di obiettori di coscienza; e poi, la mancata ricezione delle linee di indirizzo ministeriali sull’Ivg farmacologica. Dopo aver dribblato, l’assessore lascia l’aula e l’interrogazione n. 1185, riguardante proprio l’inadempienza della Regione Marche sulla procedura farmacologica, viene per l’ennesima volta rimandata a martedì prossimo, 25 giugno. E anche in quella data saremo presenti».

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I consiglieri regionali dem con i rappresentanti delle associazioni

Anche il Partito Democratico si è schierato al fianco di associazioni e movimenti durante il sit-in. «Una giunta regionale che continua a ignorare i diritti delle donne – fa sapere la segreteria regionale del partito – il Partito Democratico delle Marche ha partecipato al sit-in con le delegate all’assemblea nazionale delle Donne democratiche, Saura Casigliani per la segreteria regionale e con i componenti del tavolo regionale pari opportunità Pd Marche. Non ci fermiamo qui. Continueremo a lottare al fianco delle associazioni e dei sindacati per garantire che la maternità sia sempre una scelta consapevole e libera».

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