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Gestione unica dei rifiuti:
l’Ata2 vota una nuova proroga

ANCONA - La decisione si è resa necessaria per permettere di concludere l’istruttoria sulla proposta revisionata presentata da AnconAmbiente. Gli aspetti amministrativi e tecnici del piano sono pressoché definiti, la nuova proposta economica è stata consegnata ieri e c'è bisogno di tempo per dar modo ai singoli Comuni e ai rispettivi Consigli comunali di approfondirne i contenuti. Voto contrario di Morro d'Alba, astenuti Camerata Picena, Genga, Montemarciano, Monte San Vito, San Marcello, Senigallia e Serra San Quirico. Assente Osimo

Un momento dell’assemblea Ata2 di oggi pomeriggio

 

Slitta di altri tre mesi  l’ok alla gestione unica provinciale dei rifiuti con affidamento del servizio ‘in house’ ad AnconAmbiente. L’ha deciso oggi pomeriggio a maggioranza l’assemblea dell’Ata2. In vista della scadenza del 30 giugno è stata concessa un’ulteriore proroga, fino al 30 settembre, ai servizi di raccolta rifiuti ancora in essere nei vari Comuni con la prosecuzione tecnica dei contratti in scadenza. A settembre, una volta accolta la proposta di AnconAmbiente ci saranno altri 3 mesi per avviare entro fine anno il nuovo servizio. I motivi? «La decisione che si è resa necessaria – ha spiegato il direttore dell’Ata 2 Massimiliano Cenerini – per concludere l’istruttoria sull’ultima versione aggiornata della proposta di AnconAmbiente, amministrativa, tecnica ed economica, quest’ultima consegnata ieri e per dar modo ai singoli Comuni di approfondirne i contenuti facendoli vagliare anche ai rispettivi Consigli comunali».

Da fine marzo l’Ata ha iniziato la sua attività istruttoria per verificare che la proposta di AnconAmbiente fosse coerente con i documenti di progetto. «Sono stati mossi rilievi e AncoAmbiente ha presentato una proposta revisionata. – ha aggiunto il direttore – Si è lavorato insieme per la proposta tecnica, ci sono state interlocuzioni e per approssimazione successiva si è arrivati alla proposta che dovrebbe essere quella definitiva. La proposta economica invece è arrivata ieri». I contenuti della proposta tecnica sono noti. Le operazioni societarie necessarie per arrivare al gestore unico prevedono il conferimento del ramo d’azienda da parte di Cis, Sogenus e Jesi Servizi nel capitale sociale di AnconAmbiente; l’affitto con successivo acquisto dell’azienda Marche Multiservizi Falconara; la fusione di Ecofon-Osimo con conferimento del titolo partecipativo che ha in pancia e l’acquisizione con l’entrata nel capitale di AnconAmbiente dei Comuni che sono comunque rimasti non soci, né direttamente né indirettamente.

I Comuni che entreranno nella gestione di AnconAmbiente dal 1 gennaio 2025 sono quelli attualmente servizi dalla stessa società, da Cis, da Sogenius, Jesi servizi e Marche Multiservizi Falconara nonché Camerano, Castelfidardo, Chiaravalle, Filottrano, Genga, Montemarciano, Genga, Monte San Vito, Numana Osimo e Sirolo. In questi Comuni il servizio inizierà nella fase transitoria (lunga 2 anni) a partire dal 1 gennaio 2025. Dal 1 gennaio 2026 inizierà la fase transitoria e di sperimentazione della tariffa puntuale per circa 9 mesi che andrà a regime a partire da gennaio 2027 coerentemente con i documenti di progetto. La seconda fase invece riguarderà i restanti Comuni serviti da Rieco (il Senigalliese e Arcevia) con la gestione che inizierà l’inizio del 2026 e a marzo inizierà la sperimentazione per l’applicazione della tariffa puntale che andrà a regime dal 1 gennaio 2027.

«E’ previsto anche un piano di riassorbimento del personale. – ha rammentato Cenerini – AnconAmbiente s’impegna ad assumere tutto il personale attualmente in servizio con il vigente contratto nazionale, circa 615 unità lavorative, e per il personale già in forza sarà mantenuto il trattamento economico e l’inquadramento in essere. Quanto alla proposta amministrativa era stata chiesta una relazione che illustrasse il rispetto di tutti i requisiti per la gestione del servizio ‘in house’. Anac non offre più il servizio i vigilanza collaborativa e questa volta si andrà per assimilazione» ha aggiunto.  Ha poi chiarito che «le società in house hanno degli statuti un po’ diversi rispetto a quelli delle tradizionali società di capitali che gestiscono servizi pubblici locali perché debbono declinare i 3 principi cardine dell’affidamento in house: partecipazioni pubblica, requisito dell’autoproduzione ( l’80% del fatturato deve essere fatto per gli enti soci) e le modalità dell’esercizio del controllo analogo». Nei patti parasociali sarà prevista l’istituzione di un comitato per il controllo analogo dove si vota per teste e anche i poteri del Cda rispetto una normale società di capitali, in questo caso specifico saranno ridimensioni. C’è poi la disciplina degli utili che impone la previsione oltre della riserva legale del 5%, che l’80% degli utili deve essere messo a riserva statutaria mentre può essere ridistribuita la parte residuale. «Questo è uno dei dettagli importante per chi dovrà redigere la relazione multivazionale. Se proposta tecnica e amministrativa sono pressocchè definitive, la proposta economica va ancora vagliata per verificare se le ipotesi sottese sono coerenti con quelle di progetto, se c’è economicità e se sono comparabili con gli esiti di gare con situazioni analoghe. Insomma serviranno alcune settimane per approfondire» ha concluso il direttore Cenerini.

Il presidente dell’Ata, Daniele Carnevali, ha chiarito che è stata fatta richiesta, già per il mese di luglio, di fare 3-4 incontri zonali dove AnconAmbiente possa spiegare in maniera esaustiva il piano. Alcuni Comuni, durante l’assemblea, oggi, hanno chiesto di prorogare di 6 mesi invece che di 3 proroga e  contratti per evitare problemi alle singole aziende con il noleggio dei mezzi. Il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo ha sollevato il dubbio se una proroga di 6 mesi non indebolisse invece di rafforzare la delibera. Il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti invece si è domandato perché l’assemblea non sia stata esentata dalla valutazione della proroga, visto che non è stato possibile neppure prendere visione degli ultimi documenti, e visto che la legge permette all’organo tecnico-amministrativo, deputato ad analizzare la nuova proposta di AnconAmbiente, di prendere la decisione. Alla fine hanno votato a favore della proroga di tre mesi i comuni di Ancona, Arcevia, Barbara, Camerano, Castelfidardo, Castelplanio, Cerreto d’Esi, Chiaravalle, Corinaldo, Cupramontana, Fabriano, Falconara, Filottrano, Jesi, Mergo, Monsano, Montecarotto, Ostra, Polverigi, Santa Maria Nuova, Sassoferrato, Poggio San Marcello, Staffolo, Trecastelli e la Provincia di Ancona. Astenuti i Comuni di Camerata Picena, Genga, Montemarciano, Monte San Vito, San Marcello, Senigallia, Serra San Quirico, contrario il comune di Morro d’Alba. Tra gli assenti il comune di Osimo che ha eletto da pochi giorni sindaco e consiglieri comunali.

(m.p.c.)

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