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«Consulta dei diritti
delle persone con disabilità
senza disabili»

ANCONA – A sollevare il problema è Ugo Castellotti del Gruppo territoriale M5S che sottolinea come «fa quasi sorridere la motivazione per cui il regolamento è stato rimandato due volte in commissione prima dell’approvazione: “ l’obiettivo è aumentare la partecipazione”»

Ugo Castellotti

 

«Peccheremmo di superficialità se ci fermassimo a considerare positiva l’adozione del Regolamento della Consulta dei diritti delle persone con disabilità e quindi, in questi giorni, procedere alla prima seduta con Assemblea elettiva presso l’aula consiliare del Comune di Ancona. La Consulta nasce con lo scopo di stabilire un rapporto permanente con gli enti pubblici al fine di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità con proposte, pareri e indicazioni utili. È un organo consultivo del Consiglio comunale, autonomo, propositivo e soprattutto uno strumento di partecipazione dei cittadini alla gestione pubblica della prevenzione della disabilità e della presa in carico della persona con disabilità all’interno del disegno generale della riforma sanitaria e dei servizi sociali, verso il decentramento territoriale e una concreta gestione sociale. Ma è realmente così?» A domandarselo è Ugo Castellotti del Gruppo territoriale M5S Ancona.

«Proviamo ad andare a fondo, tra i componenti della Consulta non è prevista la presenza di cittadini interessati, men che meno una rappresentanza di soggetti disabili o famiglie coinvolte in queste problematiche. Prevedere la partecipazione esclusivamente alle associazioni iscritte al Runts è piuttosto un limite alla partecipazione.- aggiunge nel comunicato Ugo Castellotti – Nessun contributo arriverà alla Consulta da parte delle associazioni che si occupano di soggetti disabili nello sport, attività artigianali, di laboratorio o di ambiente e inclusione e che quindi operano a livelli differenti; nessun contributo da comitati di quartiere, Cts e associazioni che spesso portano alla luce e a conoscenza delle istituzioni locali, inadeguatezze, barriere architettoniche e disfunzioni come quelle relative ai servizi di trasporto pubblico o che impediscono il pieno godimento dei servizi cittadini ai soggetti con difficoltà; nessun contributo che possa provenire dal basso, dalle famiglie e dai soggetti disabili».

«Questa impostazione non fa bene alla causa, riproduce un sistema chiuso e corporativo dove le associazioni iscritte al Runts opereranno prevalentemente in funzione dei loro interessi statutari e dovranno rinunciare, loro malgrado, secondo quanto deliberato, a contributi che arrivando dall’esterno stimolerebbero le loro attività, aprirebbero la strada a nuovi approcci sollevando problematiche sconosciute se non fossero vissute direttamente. Gli esempi di regolamenti della Consulta dove il principio della piena partecipazione è assicurato è ampio, una grande città come Bologna così recita: “Fanno parte della Consulta le Associazioni senza fini di lucro, che operino stabilmente nel Comune, che siano formalmente regolarmente costituite, che associano prevalentemente persone disabili o loro familiari, che contemplino tra i fini statutari l’integrazione sociale delle persone in situazioni di disabilità e delle loro famiglie, tutti con diritto di voto”. Fa quasi sorridere la motivazione per cui il regolamento è stato rimandato due volte in commissione prima dell’approvazione: “ l’obiettivo è aumentare la partecipazione”» conclude Castellotti del M5S Ancona.

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