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Mucillagine in mare,
Latini esprime vicinanza
ai pescatori marchigiani

ANCONA – Il presidente del Consiglio regionale delle Marche e capogruppo UdC Popolari Marche – Liste civiche ritiene doveroso che la Regione «ponga la giusta e seria attenzione a questo fenomeno, che è un chiaro indice di un innalzamento delle temperature anomalo dovuto ai cambiamenti climatici»

Spiaggia libera a Marcelli di Numana (foto d’archivio)

 

«Esprimo la mia vicinanza e la mia solidarietà ai pescatori marchigiani che da circa una settimana stanno subendo gravi danni causati dalla formazione di mucillagine lungo le coste dell’Adriatico» è il commento del presidente del Consiglio regionale delle Marche e capogruppo UdC Popolari Marche – Liste civiche, Dino Latini, riguardo il fenomeno di fioritura algale che interessa da circa una settimana l’Adriatico centro-settentrionale. Si tratta di un fenomeno naturale che si forma d’estate, definito “neve di mare”. Non sono alghe, bensì il prodotto di fioriture algali create da nutrimenti che arrivano dai fiumi ed alte temperature.

Fioritura di mucillagine a Numana (archivio)

«Pur trattandosi di un fenomeno totalmente naturale e di sostanze non tossiche per l’uomo – prosegue Latini – esso sta provocando gravi danni per la pesca e disagi per la balneazione». Essendo, infatti, la concentrazione della fioritura algale maggiore sul fondo rispetto che in superficie, questa va ad ostruire le reti dei pescatori, con la possibilità di intasare il filtro di aspirazione di raffreddamento dei motori marini.

Dino Latini

«Ritengo sia doveroso – conclude Latini – che la Regione Marche ponga la giusta e seria attenzione a questo fenomeno, che è un chiaro indice di un innalzamento delle temperature anomalo dovuto ai cambiamenti climatici i quali, se non debitamente contrastati, rischiano di impattare in maniera irrimediabile non solo i nostri pescatori, non solo il nostro turismo estivo, ma anche e soprattutto la bellezza e l’attrattività del nostro territorio costiero, che è uno dei patrimoni naturali che il mondo ci invidia» conclude Dino Latini.

 

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