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“Ciao caro Barino”,
il locale del porto
abbassa la serranda

ANCONA - Nato prima come ufficio informazioni e ufficio cambio, dal 2001 è diventato uno dei bar del porto. Lunedì la consegna delle chiavi

Il “Barino” al porto

La notizia è di queste ore e, a darla, è la stessa titolare Francesca Mabiglia.
Il “Barino”, noto come “Barì” o “Bar del porto”, abbasserà la saracinesca lunedì, giorno in cui verranno riconsegnate le chiavi del locale che per 23 anni è stato uno dei punti di riferimento all’interno dello scalo dorico.
Nato inizialmente come ufficio informazioni con tanto di ufficio cambio grazie all’estro di Bruno Mabiglia, venuto a mancare nel novembre dello scorso anno; ecco che nel 2001 si aggiunge anche il bar, diventato poi il famoso “Barino” per il suo essere piccolo, ma accogliente. E poi, perché era così che ormai lo avevano battezzato i suoi clienti.

Il Barino

Patrizia, moglie di Bruno e figura anche lei pilastro del locale, è stata invece colei che volle aggiungere un’ulteriore ‘chicca’ al bar: la musica dal vivo. Un palco, o comunque una vetrina, per quei giovani gruppi che raccoglievano sempre applausi.
Punto di riferimento per i lavoratori del porto e per i ragazzi della città «Si chiude perché è scaduto il contratto di affitto – spiega Francesca – e ora, lunedì, dovrò riconsegnare le chiavi». Locali che sono di proprietà di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana).
L’amaro è tanto, così come il dispiacere dei clienti che, da quei tavolini, potevano godersi un aperitivo col tramonto sul mare. Un pezzo della città, dunque, che mancherà a molti.
E ora? «Stasera e domani siamo aperti – aggiunge Francesca -. Domenica vediamo. Da lunedì… chiuso».

al. big.

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