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Ondata di calore, Mangialardi:
«Pronto soccorso in tilt
e 118 in affanno»

ANCONA - Rileva queste conseguenze al perdurare delle temperature africane Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Pd, che fa osservare come «non c’è solo un problema di risorse, ma anche di inadeguatezza delle decisioni organizzative che vengono prese e che non credo siano estranee alle direttive politiche della giunta regionale. Sull’emergenza-urgenza il centrodestra rischia di giocare con la vita delle persone»

Maurizio Mangialardi

 

«Purtroppo non stupisce che l’ondata di calore che sta investendo in questi giorni le nostre città stia facendo collassare i Pronto soccorso degli ospedali della provincia di Ancona. I mancati investimenti e le carenze di organico rappresentano una costante degli ultimi quattro anni. Se poi ci aggiungiamo che i problemi di Torrette vengono scaricati sugli altri ospedali del territorio, aumentando le loro criticità, abbiamo la cifra esatta del fallimento sanitario targato Acquaroli-Saltamartini-Salvi».A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico, Maurizio Mangialardi. Il consigliere del Pd solleva poi anche il tema della mala organizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza. «Tanto il personale sanitario quanto l’utenza, specie gli anziani e le persone fragili, continuano a vivere l’incubo che ha preso forma nel 2020, senza che vi siano segnali di controtendenza. Anzi, – prosegue Mangialardi – ciò che registriamo è un continuo peggioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario, con medici e infermieri costretti a sobbarcarsi ore e ore di straordinario per permettere ai colleghi di fruire delle ferie previste dal contratto. Un fenomeno che, inevitabilmente, porta a una ricaduta sulla qualità dei servizi, peraltro sempre più frequentemente esternalizzati a ditte private per svolgere attività assolutamente ordinarie».

«Esiste una questione enorme – afferma Mangialardi – che riguarda la pessima organizzazione del poco personale a disposizione dedicato alla gestione dell’emergenza-urgenza. Proprio in questi giorni, infatti, sta scoppiando il caso delle cosiddette auto medicalizzate, cioè quei mezzi con medico a bordo a supporto delle associazioni che svolgono il servizio del 118. Un paio di sere fa, nonostante i rischi a cui gran parte della popolazione è esposta a causa della calura estiva, per l’intero tratto di costa da Senigallia ad Ancona, e per le aree interne fino a Jesi, c’era un solo medico di stanza a Chiaravalle per coprire un bacino complessivo di 170 mila cittadini, senza contare le migliaia di turisti soggiornanti nel nostro territorio, mentre una unità a testa era disposizione dei comuni di Fabriano, Sassoferrato e Cingoli. E’ evidente che non c’è solo un problema di risorse, ma anche di inadeguatezza delle decisioni organizzative che vengono prese e che non credo siano estranee alle direttive politiche della giunta regionale. Così facendo, però, si rischia di giocare letteralmente con la vita delle persone. Spero che la giunta regionale se ne renda conto» conclude il comunicato.

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