facebook rss

Impianto rifiuti alla Zipa,
il Consiglio comunale
approva la risoluzione

JESI – Seduta fiume ieri dell’assemblea cittadina con i vertici Edison che hanno illustrato il progetto e risposto a dubbi e perplessità di comitati e associazioni. Fuori dall'aula la protesta dell’ex sindaco Bacci. Le posizioni di M5S, Sinistra Italiana, 'Per Jesi', 'Jesiamo' e 'Patto per Jesi', Confartigianato e Cna

L’aula consiliare di Jesi per la seduta aperta sull’impianto rifiuti

 

Impianto rifiuti Edison alla Zipa, dopo una seduta fiume, aperta nella fase iniziale anche ad associazioni e comitati, ieri sera il Consiglio comunale di Jesi ieri ha approvato la risoluzione con l’emendamento del sindaco che propone il referendum con 17 voti favorevoli, 2 contrari (i consiglieri Cercaci e Grassetti) e un astenuto (il consigliere Cionfolini). L’emendamento lascia spazio al referendum o ad ogni altra forma di consultazione popolare «da svolgere prima che si concluda la conferenza dei servizi» ha precisato in aula il primo cittadino jesino, Lorenzo Fiordelmondo. Nel corso della lunga seduta consiliare hanno preso la parola anche i vertici Edison per illustrare il progetto ma anche per fugare dubbi e perplessità sollevate dal pubblico sui possibili ed eventuali rischi dell’impianto. La società ad esempio ha chiarito, tra gli altri dettagli che «l’impianto può trattare materiali che hanno una concentrazione di amianto inferiore all’1% del peso. La linea amianto dell’impianto può arrivare a trattare fino al 10% del quantitativo totale dei rifiuti». Fuori dall’aula, in mattinata, in piazza Indipendenza era andata anche in scena la protesta dell’ex sindaco Massimo Bacci, dell’ex presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi e di altri rappresentanti civici.

Un momento della presentazione dell’impianto Edison

Il Movimento 5 Stelle e l’Associazione Culturale RisorgiMente hanno evidenziato come l’area dove dovrebbe sorgere l’impianto sia in zona Ad Alto Rischio di Crisi Ambientale (Aerca), che non è “superata” normativamente perché sarebbe scaduto nel 2015, non realizzato, il piano di recupero dell’area, come asseriscono i progettisti. «La mancanza di interventi non muta l’elevato rischio ambientale che negli anni è addirittura cresciuto per l’aumento delle aree ed attività industriali nella bassa Vallesina. – ricordano in una nota ufficiale – L’inquinamento atmosferico, già elevato per i nitrati associati ai 5 pollifici, tutti nel territorio di Jesi, aumenterà per il traffico veicolare associato sia all’eventuale nuovo impianto di trattamento dei rifiuti della Edison che per quello associato all’apertura della sede di Amazon. Il pesante inquinamento della falda idrica dell’area è una dura realtà da anni e l’impermeabilizzazione della superficie creerà condizioni critiche per lo smaltimento delle acque di pioggia soprattutto durante eventi eccezionali come quello che colpi l’area industriale di Ancona nel 2006. L’inquinamento del suolo interessa numerose porzioni del comune di Jesi e dintorni e nella bassa Vallesina resta ancora da bonificare l’area della ex Montedison. Tra l’altro il fatto che in genere mancano controlli statali agli impianti ed il “controllato” è anche il “controllore” non permette sogni tranquilli».

L’ad di Edison Gianfranco Giolitti

Il Movimento 5 Stelle e l’Associazione Culturale RisorgiMente hanno inoltre ricordato come «contingente risulta che, in base a quanto previsto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, nel progetto non è stato applicato correttamente il criterio di tutela integrale, totalmente escludente, della distanza da centri abitati, zone di consolidamento e zone di espansione della città, che impedisce in modo ostativo la posizione dell’impianto a distanze inferiori a 500 m rispetto ai punti sensibili suddetti. Lo studio di impatto ambientale presentato da Edison non rileva nulla in merito alla presenza di almeno una zona di consolidamento e una di espansione in quel raggio di distanza, oltre addirittura ad essere a poco meno di 300 m da una zona A1 di interesse storico culturale. Il Movimento 5 Stelle sebbene ritenga necessaria la realizzazione una piattaforma per trattamento dei rifiuti pericolosi reputa che l’area della Zjpa sia decisamente non idonea» conclude il comunicato.

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo

«Bene l’avvio di un confronto, ma questo sarebbe dovuto iniziare molti mesi fa considerato, come nuovamente emerso oggi nel corso del consiglio comunale aperto, che i primi contatti con il Comune per la realizzazione dell’impianto Edison alla Zipa di Jesi per il trattamento dei rifiuti e la bonifica di terreni contaminati, risalgono ad oltre un anno fa». E’ invece il commento di Confartigianato. «Su un tema tanto delicato che tocca la salute, l’ambiente, le persone e l’economia avremmo voluto e dovuto essere tempestivamente e puntualmente informati e ora auspichiamo che venga aperto un tavolo su cui portare avanti un confronto puntuale e trasparente con tutte le parti interessate.- si legge nella nota dell’associazione di categoria a firma di Cristina Brunori, presidente Area territoriale Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino e di Marta Vescovi, responsabile Area territoriale Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino.- La zona individuata, come ribadito anche oggi in numerosi interventi, è estremamente sensibile e delicata. È necessario valutare l’ impatto e i rischi eventuali tenendo in considerazione la vicinanza con altre attività, uffici, una mensa, una scuola, e le ripercussioni sulle imprese esistenti. Bisogna recuperare il dialogo che è mancato, valutare altri siti più idonei e avere una visione a lungo termine sulle conseguenze di un insediamento come quello progettato».

Massimiliano Santini e Maurizio Paradisi

In occasione del Consiglio comunale aperto del 18 luglio anche la Cna ha ribadito la necessità di istituire un tavolo tecnico competente e rigoroso per il progetto Edison, prima di procedere con l’approvazione dell’inserimento nella zona Zipa. L’associazione sottolinea l’importanza del dialogo, in particolare per quanto concerne le implicazioni sulla salute dei cittadini, molti dei quali sono anche imprenditori locali. Per il presidente provinciale Maurizio Paradisi, Jesi, conosciuta per la sua eccellenza produttiva, «non dovrebbe trasformarsi unicamente in un polo logistico o in una destinazione per progetti ambiziosi senza una pianificazione approfondita e condivisa che tenga conto del profilo artigiano diffuso sul territorio».

Massimiliano Santini, direttore provinciale, ha evidenziato come «nonostante siano trascorsi 15 mesi dall’inizio della procedura e siano state riconosciute le opportunità occupazionali e strategiche del progetto, mancano ancora certezze sull’impatto dell’impianto sulla salute pubblica. Prima di qualsiasi autorizzazione, è fondamentale valutare l’impatto sociale sulla salute pubblica, seguito dall’analisi delle opportunità economiche sia a breve che a lungo termine». La Cna insiste sul fatto che, oltre alla prioritaria tutela della salute, «debbano essere rispettati l’imparzialità delle decisioni e la distribuzione dei benefici progettuali. Ogni progetto deve essere coerente con una visione di sviluppo territoriale ampia e strategica. Infine, il territorio non può essere oggetto di interventi imprenditoriali imposti dall’alto, disarticolati tra loro e con impatti discutibili, poiché le conseguenze ricadrebbero sulla popolazione locale» chiude il comunicato dell’associazione di categoria.

Gioia Santarelli

Sulla vicenda della richiesta di Edison Next Spa di realizzare un impianto polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e per la produzione di “End of Waste” a Jesi, Sinistra Italiana Marche esprime totale sintonia con l’operato della Giunta Fiordelmondo e della maggioranza che la sostiene in Consiglio comunale. «Siamo convinte e convinti – fa sapere in una nota la segretaria di Sinistra Italiana Marche, Gioia Santarelli – che la responsabilità politica e amministrativa richieda il giusto approfondimento del tema e la capacità di farsene carico e che non debbano, quindi, esserci posizioni precostituite o aprioristiche». «Vanno, invece, valutate – prosegue – tutte le caratteristiche tecniche di un simile impianto, insieme all’eventuale impatto sul territorio e alle ricadute ambientali, economiche e sociali. Questo significa amministrare una Comunità: mettere al centro la qualità della vita di cittadine e cittadini e assumersi la responsabilità di decisioni prese consapevolmente».

Sinistra Italiana Marche ritiene che l’Amministrazione comunale di Jesi stia agendo esattamente in questo senso, avviando, inoltre, inusuali spazi di democrazia partecipativa, dall’istruttoria e dall’inchiesta pubblica, cogliendo anche gli spunti delle liste civiche di minoranza, fino alla messa in campo di strumenti di consultazione popolare previsti dallo Statuto comunale, come dichiarato anche a mezzo stampa del Sindaco. Proprio perché nulla è già stato deciso, come, invece, strumentalmente sostenuto da più parti. «A fronte – spiega Santarelli – di un clima di allarmismo creato ad arte e alimentato con la diffusione di informazioni parziali e notizie false, l’Amministrazione jesina procede nel merito e nel metodo con l’approfondimento delle questioni e il coinvolgimento della città». «Crediamo – conclude – che questo sia il modo giusto di fare politica per le cittadine e i cittadini e per la tutela dei territori. Per questo, come Sinistra Italiana Marche, manifestiamo il nostro sostegno a questa strada intrapresa dal Comune di Jesi».

Per Jesi, Jesiamo e Patto per Jesi dopo avere ampiamente e in modo motivato espresso il loro netto no all’impianto di trattamento di rifiuti pericolosi, tra cui amianto, «hanno spinto la maggioranza a richiedere inchiesta e istruttoria pubbliche affinché anche tutto il procedimento sia fatto alla luce del sole e abbia un’ampia partecipazione diretta di tutte le associazioni ed enti, in primis il comune di Jesi. – sottolineano i consiglieri d’opposizione delle liste civiche di Jesi in una nota a firma congiunta – Quella sarà un ulteriore sede dove noi, come altri, potremo esprimere la forte contrarietà all’insediamento dell’impianto Edison. Ci faremo inoltre promotori di ulteriori momenti di partecipazione pubblica per informare ancor di più quei cittadini che anche a causa del silenzio dell’amministrazione, che si trascina da più di un anno, non hanno avuto ancora modo e tempo di sapere. Ancora una volta purtroppo né il sindaco né la sua maggioranza hanno manifestato apertamente la loro contrarietà o meno alla realizzazione di questo impianto; non vorremmo che dietro a questo silenzio si nasconda una posizione favorevole alla sua realizzazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X