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Impianto rifiuti: le perplessità
di Chiaravalle, Monte San Vito
e Camerata Picena

JESI - I sindaci dei tre Comuni hanno incontrato il primo cittadino jesino, Lorenzo Fiordelmondo e hanno deciso di presentare un’apposita osservazione alla Provincia di Ancona

Jesi, il palazzo comunale (foto Giusy Marinelli)

 

Anche Chiaravalle, Monte San Vito e Camerata Picena preoccupati per la proposta di installazione dell’impianto rifiuti alla Zipa di Jesi. A seguito del susseguirsi delle notizie riguardanti la proposta di installazione dell’impianto di Edison Next Recology per il trattamento di rifiuti pericolosi (liquidi e terreni contaminati), il sindaco di Chiaravalle Cristina Amicucci, il sindaco di Monte San Vito Thomas Cillo, il sindaco di Camerata Picena Davide Fiorini, insieme ai consiglieri di Chiaravalle Domani Mirko Di Rosa, Luca Giulianelli e all’Ufficio ambiente del Comune di Chiaravalle hanno incontrato il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo per avere notizie certe circa lo stato di avanzamento dell’opera. «È stata apprezzata la disponibilità al confronto, che si è tenuto in tempi brevi in tempi brevi, al fine di comprendere adeguatamente la questione» si legge in una nota a firma congiunta dei tre Comuni.

All’incontro avvenuto ieri, 1 agosto presso il Municipio di Jesi è risultato «che nessun parere è stato ancora formalizzato per la realizzazione dell’impianto. – prosegue la nota – Vista l’attuale proposta progettuale presentata è stato inoltre riferito che il Comune di Jesi ha già presentato osservazioni in Provincia relativamente alla necessità di verifica dei parametri urbanistici-edilizi, alla scelta localizzativa, all’utilizzo e gestione della risorsa idrica e alla quota di recupero dei rifiuti gestiti nell’impianto esso. Elementi su cui si è svolta una accurata riflessione e analisi preventiva. Il sindaco Fiordelmondo ha espresso la volontà politica della sua Amministrazione di arrivare a una decisione quanto più condivisa nel proprio comune, motivo per cui verranno attivati strumenti quali la consultazione popolare, l’inchiesta pubblica, l’istruttoria pubblica ed il tavolo tecnico con le associazioni di categoria al fine di approfondire tutti gli aspetti del progetto».

I rappresentanti dei Comuni richiedenti l’incontro, pur condividendo la necessità oggettiva di un pieno risanamento dei terreni delle aree contaminate e manifestando la volontà di assumere decisioni/posizioni solo a seguito di una adeguata e approfondita analisi di atti e dati (ad oggi richiesti ma non ancora formalizzati da tutti gli enti coinvolti), hanno manifestato «sin da ora la loro profonda preoccupazione circa le ricadute che tale impianto potrebbe avere sul territorio, in particolare sui flussi di traffico dovuti al transito degli autocarri che consegneranno il rifiuto da trattare e di quelli che asporteranno i materiali bonificati. – aggiunge il comunicato – Desta sicuramente apprensione il fatto che un potenziale aggravamento delle emissioni inquinanti in atmosfera avrà in una zona già critica (ex Aerca) e per questo, oggetto di annuali limitazioni alla circolazione e alle emissioni di inquinanti da parte della Regione, con conseguenti danni anche all’ambiente, ma soprattutto alla salute dei cittadini, già vessati da infrastrutture e attività presenti che negli anni hanno fortemente penalizzato questo territorio. In merito al flusso dei rifiuti in ingresso all’impianto, non conoscendo la localizzazione da dove proverrà questo materiale, il timore è dato dalla sostenibilità delle infrastrutture esistenti (a cui si unisce il prossimo imminente avvio di Amazon) anche in relazione alla tipologia di trasporto richiesto e alle conseguenze che possibili eventi inattesi possano avere sulle aree oggetto di transito».

I consiglieri intervenuti hanno posto l’accento anche sulla modalità di smaltimento dei residui e sul ciclo di trattamento della risorsa idrica che si prevede ingente per il tipo di lavorazione preventivato. Si ritiene infine che le progettualità collegate al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti debbano rientrare in una strategia che sia inequivocabilmente soggetta a valutazioni e ragionamenti a livello sovraordinato e partecipato, perché solo in questo modo si possono governare i processi decisionali che interessano i territori e quindi la salute dei cittadini. «Pertanto, alla luce di quanto sopra, i comuni di Chiaravalle, Monte San Vito e Camerata Picena, comuni limitrofi al Comune di Jesi, pur non essendo stati inseriti nella Conferenza dei servizi, hanno deciso di presentare un’apposita osservazione alla Provincia affinché la società fornisca puntuali chiarimenti rispetto a tali preoccupazioni evidenziando in maniera dettagliata come intenderanno eliminare o minimizzare i rischi legati nei territori di loro competenza e limitrofi. – conclude il comunicato delle tre amministrazione comunali – Le suddette amministrazioni annunciano che seguiranno attentamente tutta la vicenda ed in particolare consulteranno gli atti e le relazioni che verranno prodotte per valutare scrupolosamente se e quali saranno le ricadute sul territorio dell’impianto in questione, partendo da un principio fondamentale ed ineludibile che le accomuna: i comuni interessati non possono più subire e tollerare ulteriori aggravamenti che vanno a discapito della salute dei cittadini, valore che a parere dei sindaci è indiscutibile e non sarà mai indennizzabile».

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