«Ribadisco per l’ennesima volta che questa Amministrazione comunale non avallerà alcun progetto che non tuteli la salute pubblica, né ha mai avviato alcuna trattativa con Edison relativa ad ipotesi compensative. Chiunque continui a scrivere cose false del genere se ne assumerà la responsabilità». Risponde così il sindaco Lorenzo Fiordelmondo a tutte le perplessità che di recente anche alcuni Comuni limitrofi a Jesi hanno sollevato. «Ho una storia, personale e familiare, che mi impedisce di “barattare” diritti, conquistati a fatica, per convenienze di ogni tipo. – sottolinea in una nota – Proseguiremo per questo il percorso intrapreso, consapevoli che esistono criticità nel progetto, raccolte anche dalle richieste di chiarimenti avanzate dal nostro Comune, criticità che ad oggi non possono consentire una valutazione positiva».
«Chiunque stia pertanto strumentalizzando tutto questo percorso – conclude Fiordelmondo – sta facendo del male a Jesi regalando all’esterno l’immagine di una città incapace di affrontare ciò che è complesso con tutta la responsabilità che essa richiede, ben sapendo che sindaci ed amministratori non sono e non possono comportarsi come “Comitati per il no”. Altrimenti finisce che poi le Turbogas di turno, pur battagliando, tocca tenersele. Questa è la prima cosa che una città importante come Jesi deve assolutamente temere. La “piccola Milano delle Marche” sa dare e fare altro. Sa raccogliere legittime domande, senza concedere a nessuno di ledere i propri diritti. Questa è la nostra storia e questo è ciò che continueremo a fare insieme».
Nel frattempo la consigliera regionale Lindita Elezi ha presentato un’interrogazione sull’impianto per il trattamento dei rifiuti pericolosi e non, che potrebbe essere realizzato alla Zipa di Jesi calendarizzata per la seduta del Consiglio regionale di martedì 6 agosto. «All’assessore regionale all’Ambiente cui chiede se e quali iniziative si intenda adottare per quanto di competenza e in raccordo con gli enti locali, perché ai fini autorizzativi si tenga conto non solo delle caratteristiche e delle performances attese dall’impianto, ma anche dell’area e della comunità su cui andrebbe ad impattare negativamente con peggioramento della qualità della vita. Basti pensare all’incompatibilità tra la qualifica di azienda insalubre e un’area fortemente antropizzata come quella della Zipa dove, a ridosso del civico 7 dove sarebbe in funzione, in via dell’Industria 5 è attiva una mensa che fornisce pasti alle scuole cittadine». Elezi ricorda in una nota che «nel corso del consiglio comunale aperto tenutosi a Jesi lo scorso 18 luglio erano cadute nel vuoto le richieste di chiarimenti sulle contraddizioni che avevo segnalato» nel timore che Jesi possa diventere «la centrale di smaltimento di rifiuti pericolosi come minimo di tutte le Marche».
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