Tornano in aula i consiglieri comunale di Osimo, domani pomeriggio alle 18.30 per discutere un unico punto iscritto all’ordine del giorno, la definizione degli indirizzi per la nomina, la revoca e per la designazione dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni. La scelta del sindaco Francesco Pirani è stata quella di cancellare la selezione dei candidati da ricercare attraverso un bando pubblico o un avviso e la presentazione dei curricula, modalità opzionata negli ultimi 10 anni dalla precedente amministrazione di centrosinistra, per tornare al passato con le nomine di competenza diretta e fiduciaria del primo cittadino e del Consiglio comunale. Nomine, forse per semplificare i tempi, probabilmente solo a chiamata o su segnalazione, «tenendo conto delle competenze e delle professionalità dei soggetti interessati» e della parità di genere, come si legge nella proposta di delibera consiliare che andrà al voto domani.
Per essere designati nei CdA di enti, società, aziende ed istituzioni poi i requisiti richiesti per le nomine di competenza del sindaco sono gli stessi che la legge impone a chi si candida consigliere comunale (nessuna causa di inconferibilità, incompatibilità ed ineleggibilità) e a coloro che svolgono incarichi pubblici (non essere in rapporto di parentela fino al terzo grado con sindaco, assessori e consiglieri comunali, non aver riportato condanne per reati nell’esercizio di pubbliche funzioni, non essere soci o amministratori di società esercenti attività concorrenti alle Partecipate, non svolgere attività professionali o imprenditoriali in conflitto di interessi con il Comune, non aver ricoperto incarichi amministrativi in enti, istituzioni, aziende pubbliche e società a capitale pubblico, che abbiano chiuso in perdita per tre esercizi consecutivi). Lo stesso identikit deve avere chi sarà nominato dal Consiglio comunale.
E’ evidente che il rapporto fiduciario con chi nomina impone anche l’analisi dei requisiti morali degli interessati all’incarico, dell’esperienza specifica e della competenza nel settore nel quale opera l’organismo per il quale il soggetto può essere nominato amministratore e anche «della disponibilità dei medesimi a conformare il proprio operato alle direttive del consiglio comunale e del sindaco» evidenzia un passaggio dell’atto da approvare. Di conseguenza il sindaco, (come il Consiglio comunale) potrà revocare con provvedimento motivato e previa richiesta di giustificazione entro 10 giorni, gli incarichi assegnati nei organi amministrativi di società partecipate ed enti quando non saranno osservate dagli stessi le linee di indirizzo politico-amministrativo stabilite dall’amministrazione comunale, quando non intervengano senza giustificato motivo a 3 sedute consecutive dell’organo esecutivo dell’ente, società, azienda o istituzione presso cui sono stati designati (una regola valida anche per i consiglieri comunali), quando sussistano motivi di incompatibilità con la carica ricoperta o quando venga a mancare uno dei requisiti richiesti per essere candidati alla carica di consigliere comunale, In questi ultimi due casi scatterebbe l’immediata ed automatica decadenza dall’incarico.
Alle società partecipate sono già state fatte pervenire le lettere del sindaco che annunciano l’intenzione di voler revocare le nomine attuali ancora in essere e di propria spettanza, secondo quanto stabilito dalle legge entro i 45 giorni dall’insediamento del primo cittadino. Una mossa che richiama un po’ il sistema dello spoils system americano. E’ noto che sono già decaduti i Cda di Asso e Fondazione Bambozzi ma non quelli di Osimo Servizi (scadrà nel 2025), Fondazione Grimani Buttari (2027) e di Centro Marche Acque (società controllante di Astea) e delle società di tutto il gruppo Astea Spa (scadenza tra il 2026 e 2027). I vertici, però, potrebbero anche decidere di dimettersi.
La reazione del gruppo consiliare del Pd di Osimo non si è fatta attendere. «Osimo colonia della destra anconetana e regionale. – scrivono in una nota i dem – Purtroppo anche questa previsione annunciata in campagna elettorale si è rivelata una realtà non appena sono passate le elezioni. Personaggi politici di spicco provenienti dalla destra anconetana e regionale vengono a dettare legge e imporre le proprie decisioni sulle politiche già fragili del sindaco Pirani. È finito il tempo della collaborazione con la regione è ed iniziato quello della sudditanza Questi politici non conoscono minimamente le dinamiche della nostra città, non comprendono le necessità della macchina comunale e dei vari enti e società del nostro territorio. Visti i record negativi per i peggior indici di gradimento su tutti i fronti che sta avendo il governo regionale ci domandiamo se questa filiera istituzionale, annunciata migliaia di volte in campagna elettorale, crei qualcosa di positivo oltre alle foto e alle passerelle dei politici nella nostra città».
I consiglieri del Pd confidano quindi «che il sindaco Pirani (in autonomia) prosegua con la buona iniziativa già adottata dall’Amministrazione Pugnaloni, in accordo con le allora opposizioni, di indire bandi pubblici aperti a tutti per le nomine nei vari CdA delle società ed enti controllati dal Comune di Osimo, valutando i profili più adatti e non rispondendo solo alle politiche dei partiti da manuale Cencelli. In ultimo nel rispetto delle promesse fatte sul cambio di passo e sul superamento del dualismo del passato siamo certi che, nell’ottica della già citata collaborazione tra forze politiche di maggioranza e minoranza, nominerà (ove possibile) un rappresentante dell’opposizione così come già fatto dal sindaco Pugnaloni nei suoi mandati» conclude il Partito Democratico che per voce della capogruppo Paola Andreoni ha chiesto e condiviso con il presidente del Consiglio comunale Stefano Simoncini, di poter provvedere ad una nuova disposizione nell’emiciclo del Consiglio comunale. «I consiglieri comunali espressione della sinistra sono stati ricollocati nel lato sinistro della Sala Gialla» spiega Andreoni.
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