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«Esposto al Prefetto per verificare
la correttezza del comportamento
del presidente del Consiglio comunale»

OSIMO – Lo annunciano le opposizioni di centrosinistra, che valutano di coinvolgere anche la Procura dopo la seduta consiliare di ieri sera convocata per approvare i criteri di nomina nei CdA delle società partecipate. «La verifica del numero legale è stata effettuata 18 minuti dopo la richiesta e si è fatto anche in tempo a far rientrare i consiglieri di maggioranza usciti dall’aula. Scorretto anche l’ammonimento al consigliere Pugnaloni e la diffida alla consigliera Glorio. La maggioranza era in difficoltà perché domani scade il termine per revocare gli attuali incarichi per ‘giusta causa’ entro i 45 giorni dalla proclamazione del sindaco». Stefano Simoncini: «Ho agito nel rispetto del regolamento del Consiglio comunale. Mi difenderò e dirò la mia nelle sedi opportune»

I consiglieri comunali d’opposizione di Osimo durante la conferenza stampa di questa mattina

 

 

L’opposizione consiliare di Osimo annuncia strascichi legali dopo il Consiglio comunale di ieri sera, incentrato sulla discussione dei criteri di nomina dei CdA della società partecipate. E lo fa ritenendo «omissivo» il comportamento tenuto in aula dal presidente del Consiglio comunale, Stefano Simoncini. La decisione è stata dettagliata questa mattina, nel corso di un conferenza stampa convocata a ‘Caffè del Corso’ dai consiglieri comunali di centrosinistra Paola Andreoni, Simone Pugnaloni, Mauro Pellegrini ed Eliana Flamini (tutto Pd) con Michela Glorio, Simonetta Tirroni e Maria Francesca Verdolini (Lista Gloro). «Un atteggiamento, quello di Simoncini, che non può essere lasciato sotto traccia. Siamo qua per denunciarlo pubblicamente e per dire che faremo certamente un esposto al Prefetto e, se necessario, anche alla Procura, per verificare se questo è il comportamento di un pubblico ufficiale (il presidente del Consiglio lo è) che fa passare 18 minuti, neanche 10 secondo la sua interpretazione del regolamento comunale, prima di fare la verifica del numero legale» ha spiegato l’avvocato Mauro Pellegrini.

«Noi come opposizione abbiamo fatto tutto il possibile per essere collaborativi, per non cercare lo scontro ma non possiamo noi garantire il numero legale ad una maggioranza che sulla carta è di 16 consiglieri. – ha aggiunto – Se non ce l’hanno, prendano le conseguenze, non possono fare queste gravi violazioni al regolamento comunale nella verifica del numero legale che è una prerogativa da statuto e da regolamento di ciascun consigliere comunale. Alla richiesta di verifica, c’è l’obbligo da parte del presidente del Consiglio di procedere immediatamente all’appello nominale per accertare la presenza del numero legale. Ieri sera la consigliera Michela Glorio terminando il suo intervento alle ore 20:04, ha chiesto la verifica del numero legale. A quel punto il presidente Simoncini ha iniziato a traccheggiare e prendere tempo dicendo di ricordare che il regolamento comunale lasciava 10 minuti di tempo con sospensione della seduta prima di procede all’appello nominale. Secondo noi, come recita l’articolo 19 comma 3 del nostro regolamento comunale, l’appello andava fatto subito dopo la richiesta e prima di far trascorrere i 10 minuti per poi ripeterlo. Nel nostro caso comunque sono passati ben 18 minuti e si è fatto anche in tempo a far rientrare i consiglieri di maggioranza che erano allontanati dall’aula, per raggiungere così il numero legale di 13 presenti e proseguire la seduta».

da sin. Simone Pugnaloni, Mauro Pellegrini, Paola Andreoni, Michela Glorio, Eliana Flamini, Simonetta Tirroni e Maria Francesca Verdolini

Pellegrini ha incluso tra le «scorrettezze» del presidente anche l’ammonimento lanciato all’insegna del consigliere Pugnaloni e verbalizzato «che, dall’area del pubblico, ieri sera chiedeva di rispettare il tempo dei 10 minuti mentre vedeva scorrere i minuti come tutti i presenti in aula e quelli collegati online sul timer del maxi schermo della Sala Gialla. – ha ricordato – Sottolineo che il nostro regolamento prevede che il presidente può fare un richiamo verbale a un consigliere comunale quando “assuma, pronunzi parole ingiuriose turpi o bestemmie”. Capisco che Simoncini era in evidente difficoltà, faceva passare i minuti e non sapeva più che pesci pigliare. Di fronte dell’invito di un consigliere comunale, fuori dall’emiciclo e rivolto al segretario generale a far rispettare la legge, il presidente ha ben pensato di fare un ammonimento. Ma non è finita qua perché il presidente – ha proseguito Pellegrini – si è coperto anche di ridicolo diffidando la consigliera Glorio mentre faceva un video, una ripresa allo schermo del Consiglio comunale in cui si vedeva il passaggio del tempo abbondante dei 10 minuti e il numero dei presenti inferiore al quello legale. Il presidente del Consiglio comunale, fresco di nomina, ha detto che non autorizzava un consigliere comunale a fare la ripresa col telefonino ignorando completamente il nostro regolamento. Con quale potere, in una seduta pubblica e oltretutto trasmessa in diretta streaming sul web? Un atteggiamento, il suo, sprezzante nei confronti delle regole».

Altro dettaglio messo a fuoco dalla minoranza, il ritardo con cui è stata portata dalla maggioranza all’approvazione dell’aula consiliare la delibera con i criteri di nomina e revoca degli organi amministrativi delle società partecipate e degli enti. «Il sindaco ha solo 45 giorni dal momento in cui viene proclamato per poter nominare i nuovi vertici delle Partecipate. Questa scadenza è domani, 8 agosto. Noi ieri sera ci siamo trovati a deliberare su questo argomento 2 giorni prima della scadenza» ha evidenziato Paola Andreoni, capogruppo dem. Entro quei 45 giorni, secondo la legge e la giurisprudenza, il sindaco può revocare gli amministratori di società partecipate dal Comune per ‘giusta causa’, senza dover dare alcuna motivazione perché basta quella del cambio di amministrazione comunale. Oltre i 45 giorni il primo cittadino è tenuto a motivare la revoca con argomentazioni più complesse come ha stabilito una sentenza della Cassazione a sezioni unite del 2019. «Ieri sera abbiano notato che il consigliere Dino Latini insieme ad altri ha lasciato l’emiciclo facendo perdere il numero legale che dovrebbe essere invece garantito da una maggioranza così importate di 16 consiglieri su 25, tanto più perché, per quei 45 giorni ormai in scadenza, il sindaco aveva tempo fino a domani. – ha rammentato Andreoni – La maggioranza deve caricarsi della responsabilità della gestione dell’amministrazione comunale oltre che di garantire il numero legale, pertanto noi come minoranza in queste circostanze abbiamo ritenuto di assentarsi dall’aula e di chiedere al presidente del Consiglio comunale la verifica del numero legale. Ieri avevamo richiesto con un emendamento che fosse inserito l’avviso pubblico per aprire le candidature a tutti i cittadini ma i tempi necessari erano ristretti perché questa maggioranza con i problemi al suo interno non è riuscita a trovare accordi. Altro elemento che va messo in evidenza: le persone che il sindaco intende nominare nelle società partecipate sono veramente di sua fiducia o sono persone imposte e quindi il sindaco ha ritenuto di doversi proteggere specificando che nel momento in cui non portassero più avanti gli indirizzi dati si ritiene libero in poco tempo di revocarli? Ce lo domandiamo».

La consigliera Michela Glorio (in piedi), ieri sera fuori dell’emiciclio

Anche Michela Glorio, ex candidata sindaca, ha rimarcato come «ieri sera abbiamo partecipato al sesto consiglio comunale della legislatura Pirani, (il sesto nel giro di 20 giorni) e per la quarta volta abbiamo assistito ad una caduta della maggioranza. Con l’uscita dall’aula del consigliere Latini e del consigliere Monteburini, si è perso il numero legale e i numeri per approvare la delibera. Una delibera importante, anzi direi fondamentale, perché consisteva nell atto di indirizzo per le nomine e revoche degli amministratori nelle società partecipate. Immaginiamo che la quadra sulle nomine non sia ancora stata trovata. Deplorevole il comportamento del presidente del Consiglio comunale che, alla mia richiesta di verifica del numero legale, ha preso tempo, sospeso la seduta per 10 minuti, poi non li ha rispettati e ne sono passati quasi 20 e infine ha fatto l’appello quando sono riusciti a trovare consiglieri disponibili a collegarsi online per non far saltare la seduta. Un comportamento molto di parte che non ha rispettato il regolamento del consiglio comunale e che non ha per niente ascoltato la richiesta, legittima, della minoranza. Ci tuteleremo con gli strumenti possibili ma intanto chiediamo agli osimani se nel votare il sindaco Pirani era questo che si aspettavano ed era questo che volevano?» ha domandato Glorio.

La Sala Gialla nei minuti di sospensione delle seduta ieri sera

Il consigliere comunale ed ex sindaco Simone Pugnaloni ha chiuso l’incontro stampa tornando sulla bocciatura dell’emendamento di cui era primo firmatario. «Raccontava la storia di Osimo dove la minoranza ha avuto sempre una rappresentanza nelle società partecipate a partire ‘90. – ha detto- Non è mai successo poi che un presidente del Consiglio si prenda certe libertà. Ci sono volute più sedute per eleggerlo, appena eletto già si comporta così. Ci hanno bruciato un emendamento per la presenza delle minoranze nei CdA delle Partecipate e addirittura ci negano la conta per il numero legale facendoci aspettare 18 minuti, oltre il tempo, e intanto chiamano a casa i consiglieri assenti per arrivare al numero di 13. Se la maggioranza va in frantumi così, spero che si possa tornare presto al voto».

Il presidente Stefano Simoncini ieri sera mentre consulta e legge il regolamento del Consiglio comunale con il segretario comunale

Il presidente Stefano Simoncini. dal canto suo, ribadisce «di aver agito nel rispetto del regolamento del Consiglio comunale. Se ci sarà un esposto mi difenderò e dirò la mia nelle sedi opportune» garantisce. Ieri sera in aula ha letto l’articolo 19 comma 3 del regolamento che recita: “Dopo l’appello effettuato all’inizio dell’adunanza, si presume la presenza in aula e/o in collegamento telematico del numero dei consiglieri richiesto per la validità della riunione. I Consiglieri che entrano o che si assentano dall’adunanza dopo l’appello, sono tenuti a darne avviso al Segretario Generale il quale, quando accerta che i presenti sono in numero inferiore a quello previsto dal precedente comma uno avverte il Presidente. Questi richiama in aula i consiglieri temporaneamente assentatisi ; se ne ravvisa la necessità può sospendere la riunione per un tempo non superiore a dieci minuti, trascorso inutilmente il quale dichiara sciolta la seduta. Ai fini del presente comma, i Consiglieri collegati in videoconferenza si ritengono presenti all’adunanza se hanno attivata la videocamera”. Il consigliere Pugnaloni sarebbe stato ammonito perché «ha urlato e dato in escandescenze fuori dall’emiciclo, cosa vietata, mentre la consigliera Glorio ha girato video in aula che vanno autorizzati dal presidente ma è stata solo richiamata all’ordine» secondo quanto riferiscono fonti accreditate di maggioranza. Quanto all’invito a tornare in aula ai consiglieri che se n’erano andati la stessa fonte chiarisce «che era in collegamento la consigliera Angela Orsaletti ma per problemi tecnici o non la si vedeva in video, o non la si sentiva in video. Sono stati necessari alcuni minuti in più per ripristinare questa connessione da remoto come spesso si fa. Ecco perché è scorso via un po’ di tempo in più  rispetto al previsto ma è stato rispettato in tutto e per tutto il regolamento comunale» è la versione della maggioranza. In questo clima poco disteso, resta l’attesa per le nomine.

(m.p.c.)

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