Amministrazione del sindaco Francesco Pirani e Liste civiche di Dino Latini alla resa dei conti. Questa sera gli esponenti dei movimenti storici di Osimo si riuniranno per chiarire un volta per tutte se continuare a sostenere la maggioranza appoggiata anche da Fratelli d’Italia. Lo strappo sembra non essersi ancora ricucito in un crescendo di azioni e reazioni, dichiarazioni e repliche, critiche e ricorsi mossi dall’opposizione. «Le ‘Liste civiche da sempre’ ricevono schiaffi su schiaffi a mò di capro espiatorio per coprire la mancanza di rispetto nei loro confronti e della parola data. Paghiamo nei confronti del sindaco la colpa di averlo scelto e sostenuto, quando gli altri lo derivano e insultavano. Adesso, cambiato vento, cambiato bandiera, non serviamo più, siamo di troppo anche nei numeri della maggioranza, quindi, siamo stati messi di fatto fuori» scriveva ieri Dino Latini, annunciando inoltre che «non mi candiderò alle regionali 2025. Chi di dovere lo sa da tempo».
Nel suo ultimo intervento, Gilberta Giacchetti, storica rappresentate dei movimenti latiniani e presidente dell’Istituto Campana, aveva invitato tutti a ponderare il valore degli ideali del movimento con le lusinghe personali specificando di attendere «la prossima assemblea delle Liste civiche per comprendere le posizione del Movimento, delle persone che lo compongono, chiedendo che sia tracciata una strada di chiarezza, coerenza. Poi ognuno traccerà le proprie conclusioni, con il giusto epilogo o la nuova ripartenza, sempre nel segno della tutela dei cittadini e delle loro esigenze». A rispondere sulla necessità o meno di proseguire nel cammino amministrativo saranno chiamati non solo i 3 consiglieri e il presidente del Consiglio comunale che nella Sala Gialla sono espressione delle Liste civiche Osimo (determinanti per la maggioranza), ma anche i due assessori e la vice sindaco che nella giunta le rappresentano.
Cerca di gettare acqua sul fuoco l’eurodeputato Carlo Ciccioli, coordinatore provinciale di FdI. «Comune di Osimo, riflettere con serenità, senza astio reciproco. Siamo alla vigilia di una decisione delle liste civiche di Latini che non ci può lasciare distratti o indifferenti. È necessario ricapitolare i fatti. Dino Latini, in quota Udc, il partito più piccolo della coalizione, è il presidente del Consiglio regionale delle Marche, seconda carica istituzionale della Regione per importanza, dopo quella del presidente della Giunta Acquaroli, e gode della massima considerazione e rispetto. – ricorda Carlo Ciccioli – Fratelli d’Italia si è spesa, pur con qualche critica, per far sì che al primo e al secondo turno delle Comunali, impegnando anche il presidente Acquaroli, ci fosse un’alleanza più vasta possibile, che includesse tutti e non escludesse nessuno, per poter vincere. Questo è accaduto e per soli 162 voti abbiamo vinto. Questo sta a significare quanto complessa fosse la situazione politica e amministrativa».
Secondo il coordinatore provinciale di FdI «non possiamo buttare tutto all’aria per ripicche o permalosità, ce lo chiedono tutti i cittadini osimani. Le liste civiche storiche hanno avuto, proprio in riconoscimento del loro impegno e del loro ruolo determinante nel successo elettorale, 4 ruvoli su 8 nel consesso comunale, tra cui i due più prestigiosi, cioè la presidenza del Consiglio ed il Vice sindaco, nonché due assessorati con deleghe pesanti; tutti gli altri, i rimanenti 4 assessorati, a tutte le altre liste, in particolare a noi di Fdi uno solo invece dei due previsti. Nelle partecipate il dindaco Pirani ha un po’ ridistribuito la rappresentanza, tenendo anche conto delle competenze, con la previsione alle civiche storiche di alcune presidenze e di Cda che non sono state accettate, ma che possono tranquillamente essere recuperate con le nomine di rilievo di spettanza del Consiglio comunale».
Ciccioli chiude il suo comunicato sottolineando come «Dino Latini e le sue liste civiche godono del massimo rispetto e della massima considerazione, così come è stato dimostrato con i fatti fino ad oggi. Stesso rispetto ovviamente va riservato a tutti gli altri, che sono stati tutti indispensabili per la vittoria elettorale. Se l’Astea non è un problema, come ha scritto Gilberta Giacchetti, ogni altro problema con il buon senso può essere risolto. Il suicidio politico non è mai una buona scelta, per nessuno, e un errore, come in passato è successo, può rivelarsi catastrofico nel tempo, diventando paralizzante per anni. Aggiungo, ma solo a titolo personale, una frase del Cardinale Giulio Mazzarino (1601-1662), fondatore dello stato francese moderno, primo ministro nel regno di Luigi XIV: “in politica, in amore, negli affari, mai con troppo zelo”. Nel primo caso ti ritrovi tutti contro, nel secondo per troppa pressione il partner ti fugge, nel terzo caso ti alzano il prezzo perché vuoi a tutti i costi qualcosa» conclude Ciccioli.
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