di Gianluca Ginella
Salvatore Perricciolo arrestato in Slovenia, era sparito dallo scorso febbraio. L’uomo 44 anni, deve scontare una pena di circa 15 anni dopo una condanna per l’inchiesta Nuovi Orizzonti.
Perricciolo è anche imputato al processo della Mafia della movida un presunto sodalizio dedito, alle estorsioni ai locali notturni della costa Maceratese e Fermana.
Per questo processo si è arrivati in Cassazione con i giudici che poi hanno rinviato alla Corte d’appello di Perugia per due imputati, tra cui Perricciolo, per la definizione della pena.
Intanto però l’inchiesta Nuovi Orizzonti, che si concentra sullo spaccio di droga, è arrivata al traguardo con la condanna a 21 anni per Perricciolo. Il 44enne, che vive nel Fermano, ne deve scontare circa quindici. La sentenza c’è stata a febbraio ma Perricciolo da allora era latitante.
La Corte d’appello di Perugia ha spiccato un mandato di cattura per il 44enne e sulle sue tracce di sono messi i carabinieri del Ros di Ancona e del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Fermo. Sono iniziate intercettazioni telefoniche, da marzo e i pedinamenti.
I carabinieri dopo mesi di ricerche ieri hanno rintracciato Perricciolo a Capodistria, in Slovenia. Ci sono riusciti, da quanto emerge dalle indagini, seguendo la consorte del 44enne che era partita per ricongiungersi con lui. Non è chiaro se poi l’intenzione di Perricciolo fosse di tornare in Italia per costituirsi. Fatto sta che i carabinieri, con il supporto delle autorità locali, hanno individuato la casa in cui stava Perricciolo. Lì ieri sera la polizia criminale slovena ha messo a segno un blitz e arrestato il 44enne. Perricciolo si trova nel carcere di Capodistria in attesa di essere estradato in Italia. L’operazione, coordinata dalla procura di Fermo, ha interessato diversi Paesi europei con la collaborazione di uffici inquirenti stranieri, in particolare con la procura di Capodistria e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), e Sirene (Supplementary information request at the national entry) che funge da centro nazionale di contatto per lo scambio di informazioni supplementari.
NUOVI ORIZZIONTI – La Corte di cassazione il 13 febbraio scorso per la vicenda relativa all’inchiesta “Nuovi orizzonti” ha condannato Perricciolo a 21 anni. Ne deve scontare ancora circa 15. Perricciolo è stato riconosciuto al vertice di un’associazione per delinquere dedita all’acquisto, al trasporto e alla successiva rivendita di svariati chili di cocaina nelle province di Macerata, Ancona e Fermo. In seguito alla sentenza nel luglio scorso è stata eseguita, su delega della procura generale di Perugia la confisca dei beni dell’arrestato e della moglie, su ordine di esecuzione di un provvedimento della Corte di Appello di Perugia per un valore di oltre 120mila euro. I legali della moglie di Perricciolo, gli avvocati Gabriele Cofanelli e Massimiliano Cofanelli, hanno presentato ricorso per la donna.
MAFIA DELLA MOVIDA – E’ la prima delle due maxi inchieste. In questa a Perricciolo veniva contestata l’associazione per delinquere di stampo mafioso, era ritenuto uno dei capi di un presunto sodalizio dedito alle estorsioni ai locali notturni della cota marchigiana (fatti che risalgono dall’aprile al settembre del 2009). Salvatore Perricciolo era stato condannato in appello a 14 anni e 7 mesi. La Corte di Cassazione ha però rimandato alla Corte d’appello di Perugia per la rideterminazione della pena. Il processo si reggeva sulle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, in particolare di Marco Schiavi (condannato all’ergastolo per la strage di Sambucheto di Montecassiano). Diciotto gli imputati, a vario titolo. Le accuse andavano dalle estorsioni, all’incendio, allo spaccio di droga (in questo caso le accuse per i singoli episodi erano già cadute in primo grado al tribunale di Macerata), alla detenzione di armi. Tra le contestazioni quella di aver chiesto tra i 1.500 e i duemila euro mensili e fino a 4mila euro per la protezione a locali come lo Zen e il Le Gall di Porto San Giorgio, il night club Play di Porto Recanati e il Babaloo di Potenza Picena. Contestati anche incendi, come quello al CocoLoco di Porto San Giorgio. Altre contestazioni riguardavano la detenzione di armi.
(Ultimo aggiornamento alle 14,50)
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