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Beko Europe licenzia 1.800 dipendenti
in Polonia, i sindacati: «Che impatto
in Italia? Urge incontro al Mimit»

LAVORO - Lo sollecitano le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm che, in assenza di risposte da parte dell'azienda alle richieste di rilanciare prodotti e investimenti per mettere in sicurezza gli stabilimenti italiani, hanno proclamato per giovedì 12 settembre due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo

(foto d’archivio)

 

Beko Europe licenzia in Polonia 1.800 dipendenti. In assenza di notizie sul rilancio della produzione nei siti italiani, tremano anche i dipendenti dello stabilimento di Fabriano in attesa della riconvocazione del tavolo ministeriale per la crisi dell’Elettrodomestico al Mimit che, secondo i sindacati metalmeccanici, si fa sempre più urgente. «La notizia data da Beko Europe-ex Whirlpool al Cae (Comitato aziendale europeo) nella mattinata del 5 settembre, della chiusura di due stabilimenti produttivi in Polonia con 1.800 licenziamenti, è l’ennesima decisione presa da Beko Europe senza un reale confronto sindacale. Ricordiamo che Beko Europe ha chiuso anche uno stabilimento nello scorso luglio in Gran Bretagna. – si legge in una nota delle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm – L’impegno dell’azienda e del Ministro Urso era di convocare nel mese di settembre un incontro per affrontare e discutere il piano industriale rispetto al mantenimento occupazionale e produttivo nei cinque stabilimenti italiani. Ma fino ad ora né la direzione di Beko, né il Ministero hanno mantenuto il proprio impegno ad iniziare un confronto. Segnaliamo che le produzioni polacche dovrebbero essere trasferite in stabilimenti siti in Romania e Turchia. In particolare frigoriferi, asciugatrici, forni e piani cottura a “libera installazione”, che in questo modo almeno in parte uscirebbero dal perimetro della società (Beko Europe) che ha acquisito il 75% di Whirlpool».

In questo momento negli stabilimenti italiani prosegue la cassa integrazione «e soprattutto non è pervenuta nessuna risposta dal fronte aziendale alle richieste sindacali di rilanciare gli di rilanciare prodotti e investimenti al fine di saturare e mettere in sicurezza i nostri stabilimenti, – prosegue il comunicato delle sigle sindacali – né è stato chiarito quale impatto i 2000 esuberi dichiarati sugli impiegati avranno nel nostro paese. Nessuna convocazione è arrivata dal Governo che si era impegnato alla ripresa del confronto con Beko entro settembre, così come alla convocazione di un tavolo di settore, indispensabile in una fase in cui la contrazione generale dei volumi rischia di determinare una crisi fatale all’intero comparto degli elettrodomestici. Non siamo disponibili ad aspettare supinamente un disastro annunciato e per questa ragione nei prossimi giorni informeremo i lavoratori e proclamiamo per la giornata di giovedì 12 settembre due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo».

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