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Addio ad Andrea Genangeli,
poliziotto e allenatore

JESI – Si è spento a 61 anni all’ospedale regionale di Torrette dove era ricoverato, per quasi 30 anni aveva lavorato all’Ufficio armi, passaporti e stranieri del locale Commissariato. Il funerale domani nella chiesa di San Sebastiano

Andrea Genangeli

 

Si svolgerà domani mattina, 9 settembre,  alle ore 10 nella chiesa di San Sebastiano di Jesi, il funerale di Andrea Genangeli, poliziotto per quasi 30 anni dell’Ufficio armi, passaporti e stranieri del locale Commissariato. Aveva 61 anni. Se n’è andato venerdì all’ospedale regionale di Torrette dove era ricoverato per una malattia che non gli ha lasciato scampo, strappandolo all’affetto della moglie Raffaella Scortichini, del figlio Alessandro, della madre Anna, del fratello Claudio e dei suoceri Romano e Silvana. La camera ardente è stata allestita nella Casa funeraria Bondoni di via dell’Industria a Castelplanio ed è aperta alle visite dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20.

«Andrea era il Poliziotto dei cittadini stranieri. Andrea era l’allenatore di pallone dei piccoli. Andrea era il sinonimo della bontà d’animo, della puntualità, del rispetto, dell’onestà, dell’educazione, della sincerità, della pazienza e veramente tanto altro ancora. – scrive in un post intriso di sofferenza la moglie Raffaella Scortichini, giornalista e titolare di una casa editrice – Andrea aveva la bellezza dentro e fuori, amava la sua famiglia che considerava il suo confort, la sua protezione. Dopo il rumore della sofferenza è sopraggiunto il silenzio del riposo eterno. Sono stati giorni difficili. Non ci sono parole per descrivere il dolore che genera il male quando ti prende di mira, resta solo il senso di impotenza, lo sconforto e il vuoto. Ciao Andrea, ciao marito mio».

Toccati, affettuose e delicate anche le parole di addio del figlio Alessandro. «Eri una persona di animo buono, umile e onesto. Pensavi prima agli altri poi a te. Sapevi amare. – si legge nel suo messaggio – Tu mi hai trasmesso la passione per lo sport, la musica e il cinema. Sei stato tu ad avvicinarmi alla squadra di calcio per cui io ancora faccio il tifo. Mi hai insegnato a non mollare mai anche se il mondo pare che ti sta crollando addosso. Mi hai insegnato ad essere onesto con le persone, a dare rispetto per primo. Eri una persona che ha fatto tutto quello che voleva fare nella vita. Hai realizzato tutti i tuoi sogni: fare un lavoro che ti piace, avere una famiglia, fare viaggi, avere degli amici. Anche tu avevi dei difetti (pregi), come tutti. Per me tu sei un esempio. Eri una persona semplice, bella dentro e fuori, ed era questa la tua vera forza. Chi non ti conosce o non ti vive tutti i giorni non credo lo possa capire. Ti voglio bene Babbo e so che mi guardi da lassù». La famiglia ha chiesto di ricordare Andrea Genangeli non con fiori ma con offerte allo Ieo di Milano.

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