Cambia la strategia di gestione per gli 11 cimiteri di Ancona. Ad illustrare le linee guida, questa mattina nel corso della seduta della III Commissione consiliare sono stati gli assessori Tombolini e Belardinelli con i tecnici dell’Ufficio comunale.
Non solo manutenzioni ordinarie e straordinarie anche per i colombari danneggiati dal sisma del 2022, ma per il futuro sarà privilegiata il recupero dell’esistente con la stabilizzazione del ciclo e con la rotazione dei loculi allo scadere delle concessioni trentennali (più complicata per quelle perenni) e sarà realizzato il tempio crematorio nel cimitero di Tavernelle, funzionale a servire non solo il capoluogo di regione ma anche le altre realtà della provincia. Ancona registra ogni anno più di 1000 decessi. L’obiettivo è quello di non ampliare, possibilmente oltre il 2025, i cimiteri ma semmai di garantire una autosostenibilità del sistema con le necessarie manutenzioni. L’Amministrazione Silvetti sta valutando, in sede di elaborazione del nuovo bilancio pluriennale, anche una modifica tariffaria con adeguamento Istat per le concessioni cimiteriali dei loculi ferme al 2015.
«Stiamo portando avanti una visione più manageriale, dopo aver fatto la diagnosi complessiva degli interventi necessari» ha esordito l’assessore Stefano Tombolini per spiegare come cambierà la gestione dei camposanti che servono Ancona, dove quello di Tavernelle con i suoi 22 ettari di estensione è il più ampio. «E’ un tema importante – ha proseguito – e nello svolgere diversi sopralluoghi ci siamo imbattuti in situazioni critiche sia dal punto di vista della manutenzione dei manufatti dei colombari anche delle infrastrutture all’interno dei cimiteri. C’è un problema strutturale storico, nel senso che questo Comune ha sempre rincorso la necessità di dare una risposta alle oltre 1000 persone che ogni anno vanno sepolte. Un numero importante che non trova coincidenza nello svuotamento dei colombari o le esumazioni. Questo ha generato un grosso investimento nella parte realizzativa e anche quest’anno stanno per andare in esecuzione altri 2 colombari ma ci troviamo con un difetto manutentivo delle strutture esistenti, aggravato dal recente sisma del 2022 che ha danneggiate parecchie. Saremo visionari ma riteniamo che sia necessario cominciare a liberare una parte dei colombari per le salme a fine concessione. Fino ad oggi non è stato fatto perché l’estumulazione o l’esumazione comporta poi che venga accertato il grado di demineralizzazione delle salme. Se apriamole bare e non sono in quello stato dobbiamo richiudere e mettere in conto che i costi a carico dell’azienda e quindi della collettività. Siamo quindi allo stallo con un cimitero di 50mila loculi e oltre 10.000 salme inumate senza rotazione».
La soluzione principale da perseguire resta quella dell’impianto di cremazione delle salme «che ci darà 2 tipo di risposte. – ha sottolineato Tombolini – Ci permetterà di estumulare e a cremare i resti liberando gli spazi. Oggi la percentuale di anconetani che chiedono di essere cremati dopo la morte è pari al 40%. Entro il mese di ottobre arriveremo alla pronunciamento della conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto che ci consentirà prima di tutto fissare le somme che abbiamo già allocato a bilancio nella misura di 2,5 milioni di euro senza portarle al prossimo anno, procedendo con la realizzazione». Il problema contingente è quello della carenze di risorse per manutenere le strutture cimiteriali, e si fa sentire soprattutto nei cimiteri frazionali in stato di degrado importante. «L’ultimo che abbiamo visitato insieme l’ingegner Capannelli ma che abbiamo dovuto puntellare investendo centinaia di migliaia di euro è quello di Montacuto, – ha ricordato Tombolini – tanto che in vista di questa nuova forma di gestione di sviluppo dei cimiteri potrebbe anche prendersi in considerazione quanto specificato dal nostro regolamento cimiteriale è in caso di degrado avanzato dei cimiteri questi possono essere dismessi. Ci sono concessioni perpetue, per tumulazioni avvenute magari nel 1910, e per non svincolabili salvo che non ci sia un grave difetto manutentivo. Se l’80% della consistenza è rappresentato da questi simulacri di tanti anni fa, il cimitero è un luogo in decadenza perché nessuno ci esercita più neanche il culto. Mi rendo conto senza puntare il dito contro qualcuno che non è stata fatta manutenzione adeguata perché capisco che è difficile». Nel frattempo tra luglio e agosto è stata effettuata la ricognizione con i tecnici per compilare le schede AeDes per quantificare i danni riportati dopo il terremoto del 2022 dalle strutture cimiteriali di Ancona e per poter richiedere l’accesso ai fondi regionali e statali per la ricostruzione post sisma.
Tombolini ha poi spiegato perché ritiene necessario che anche il sistema tariffario cimiteriale adegui i suoi costi. «Serve un rimodulazione delle tariffe che tenga conto di tutte le esigenze familiari dal punto di vista di pagamenti – ha detto l’assessore – ma che più adeguata al mercato. A fronte di un canone di concessione che non arriva a poche migliaia di euro abbiamo servizi per l’attività e della gestione del funerale che le aziende si fanno pagare in maniera molto cospicua. Non vogliamo schiantare un sistema commerciale con le aziende che danno servizi ma vogliamo implementare dei servizi che siano all’altezza e anche più compatibili rispetto a quelli che sono esigenze dei nostri cittadini. In quest’ottica stiamo parlando con l’amministrazione provinciale Per poter fare una convenzione sulle tariffe del sistema dell’impianto di cremazione da estendere ai cittadini della provincia. Cercheremo di fare un sistema di tariffario che sia sostenibile dal punto di vista economico ma anche rispettoso delle esigenze e dell’economicità dei servizi».
Con l’aiuto di slide l’ingegnere Stefano Capannelli ha illustrato dettagliamene lo stato dell’arte degli interventi manutentivi di restauro o di ampliamento previsti, in atto o in fase di collaudo dall’area di Tavernelle e a quelli negli altri cimiteri periferici. Per quanto riguarda invece il patrimonio arboreo e la manutenzione del verde è stato posto l’accento sui danni arrecati dalle radici degli alberi. «La questione necessità di un approfondimento per valutare la possibilità di alleggerire un po’ il numero dei cipressi che crescono all’interno dei cimiteri perché diventano talmente grandi e talmente potenti da sollevare con le loro radici i colombari e anche la rete delle fognature. Nel cimitero di Pietralacroce, ad esempio, ci sono tantissimi cipressi che stanno alzando le edicole funerarie private» è stato riferito.
L’avvocato Novelli ha invece dettagliatio l’aspetto economico delle possibili nuove tariffe. «Per il calcolo per l’adeguamento tariffario Istat si è partiti dall’agosto 2015 per quanto riguarda i loculi perché i canoni sono state stati confermati nei loro importi da agosto del 2015 mentre per quanto riguarda gli ossarini, l’ultimo aggiornamento è di marzo 2022 e quindi in quel caso l’adeguamento Istat parte da quella data. L’altro parametro di riferimento è stato prendere il costo medio di costruzioni chiaramente di tutti quei colombari già con collaudo fatto ed è stato preso il costo medio di costruzioni e poi è stato calcolato anche un costo di manutenzione individuando una percentuale del 20% rispetto al posto di costruzione che è stata ritenuta dagli uffici tecnici congrua. Il calcolo quindi porterà secondo questi 2 parametri ad un aumento medio dei canoni di concessioni di circa 300-400 euro. Va ricordato – ha evidenziato Novelli – che i canoni di concessioni sono costruiti per file con tariffe diverse. Prendendo come parametro medio le concessioni sia di loculi e ossarini concluse nel 2023, si stima che le maggiori entrate economiche potrebbero destarsi intorno ai 200.000 euro».
L’assessore Daniele Belardinelli ha ricordato che Ancora Servizi si occupa di tumulazione ed estumulazioni. «La mancanza di spazio a Tavernelle ha contribuito a riempire i cimiteri frazionali con una serie di disservizi per le persone che non hanno potuto seppellire i propri cari nel cimitero di ‘appartenenza’ geografica andando così’ a riempirne altri. Ad esempio queli di Candia giusto per fare un esempio. Quando mi sono insediato mi era stato anche proposto di utilizzare dei container refrigeranti per i depositi di salme. L’ho considerata una soluzione inconcepibile e inaccettabile. Stiamo lavorando per cercare di risolvere il altro problema. Altro problema che abbiamo incontrato è quello della chiesetta di Candia che era utilizzata per celebrare i funerali e che da tantissimi anni purtroppo inagibile ha impedito per esempio che venissero celebrati dei funerali nel nostro Comune per persone non più residenti ad Ancona e questo perché il vescovo aveva impedito che si potesse fare queste cerimonie nelle altre chiede e la casa del commiato non era stata dedicata alle funzioni funerali religiose. E’ un altro problema che abbiamo visto sorgere nel corso degli anni con un disagio importante per i cittadini. I cimiteri frazionali devono ritornare ad essere un punto di riferimento per chi abita in quei quartieri. A un anno di distanza già alcuni risultati sono ben visibili» ha concluso Belardinelli. E’ stato anche chiarito che la gestione di Ancona Servizi è estesa anche alla cura del cimitero ebraico ed islamico.
(Redazione CA)
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