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Consiglio comunale riconvocato in 24 ore:
domani scadono i 60 giorni per approvare
le linee programmatiche di governo

OSIMO – Dopo la seconda seduta flop di ieri per la mancanza del numero legale e l’assenza dei 4 consiglieri latiniani e dei 9 di minoranza, in via d’urgenza si torna in aula alle 18.30. Vanno anche approvate le surroghe dei 3 consiglieri dimissionari ma 2 delle quali sono già fuori tempo massimo

La Sala Gialla semi vuota anche per laa seduta convocata ieri, 11 settembre

 

Scadranno domani i 60 giorni per l’approvazione delle linee programmatiche della nuova amministrazione civica-FdI alla guida di Osimo e un nuovo Consiglio comunale è stato convocato per domani in via d’urgenza e con sole 24 ore di anticipo come stabilito dal regolamento della Sala Gialla. Dopo la seconda seduta flop in meno di un mese registrata ieri, i consiglieri comunali osimani torneranno quindi in aula domani pomeriggio alle ore 18.30. L’ordine del giorno firmato dal presidente Stefano Simoncini è identico a quello portato invano in discussione ieri quando i lavori assembleari non sono proprio partiti per mancanza del numero legale, come era accaduto lo scorso 22 agosto. Nella Sala Gialla erano presenti in 9 su 25 e ne servivano 13. Tra le file della maggioranza erano assenti Dino Latini, Marco Monteburini, Emanuele Carpera e Filippo Zagaglia del gruppo ‘Liste civiche-Su la Testa’ oltre ai 9 consiglieri d’opposizione di centrosinistra che non sono entrati nell’emiciclo per evitare di fare da stampella alla maggioranza  ‘decimata’ del sindaco Francesco Pirani.

Francesco Pirani nella Sala Gialla

Domani va rispettata la deadline dei 60 giorni dall’insediamento del Consiglio comunale per l’approvazione delle linee programmatiche di governo previsti dall’articolo 22 comma 1 dello statuto comunale di Osimo. La presentazione del programma amministrativo rappresenta di solito uno dei primi atti che un sindaco appena eletto porta all’attenzione del civico consesso. Nel caso di Osimo alcuni problemi tecnici nell’invio della documentazione ai consiglieri ha fatto slittare i tempi perché il materiale va reso fruibile almeno 10 giorni prima della seduta consiliare. Senza l’ok del parlamentino cittadino sul programma amministrativo, la giunta comunale può portare a compimento i progetti già in essere ma non può avviare i propri.

Domani vanno assolutamente approvate anche le surroghe dei tre consiglieri dimissionari Alberto Maria Alessandrini Passarini, Achille Ginnetti e Massimo Cingolani. Le prime due sostituzioni con insediamento dei consiglieri primi dei non eletti Fabiola Martini e Lanfranco Migliozzi hanno già superato il tempo massimo dei 10 giorni dalle dimissioni di Alessandrini e Ginnetti e la mancata adozione costituisce una violazione di legge con le conseguenze previste dal Tuel. La terza surroga che vedrà entrare in Consiglio Francesco Sallustio al posto di Cingolani sarà invece effettuata nel rispetto delle tempistiche. La delibera di surroga è un atto dovuto, non discrezionale, quindi obbligatorio e non si esclude che in caso di esposto, possa intervenire il prefetto con un atto che solleciti all’amministrazione comunale di portare a termine la procedura. Se poi, nonostante le regolari convocazioni, continuerà ad essere una costante l’impossibilità di avviare i lavori consiliari per l’assenza dei 4 consiglieri in appoggio esterno e dei 9 di minoranza, qualche esponente di governo appellandosi all’articolo 136 del Tuel potrebbe presentare una istanza al prefetto chiedendo di far nominare dal difensore civico regionale un commissario ad acta per cercare di uscire dall’impasse. La giurisprudenza in materia è controversa e anche la minoranza ha già espresso dubbi che l’intervento di un eventuale commissario ad acta possa sostituirsi all’assemblea cittadina nell’eseguire le surroghe o possa imporre ai 13 consiglieri di tornare in aula per votarle.

Simone Pugnaloni

In attesa di capire se domani il Consiglio comunale si svolgerà regolarmente, l’ex sindaco Simone Pugnaloni rinnova l’invito a dimettersi per Francesco Pirani che non sembra affatto intenzionato a lasciare il suo posto. «E’ sempre più chiaro quello che sta accadendo. – scrive in una nota Pugnaloni (Pd) – Il centrodestra voleva utilizzare il voto civico per governare la città. Pirani ed Antonelli lo sapevano bene dall’inizio, dietro due o tre programmi inconsistenti c’era solo la volontà di accaparrarsi il potere. A noi non interessa chi governerà Astea, a noi interessa dove andrà Astea. A noi non interessa la foto a Campocavallo della chiusura della campagna elettorale alla presenza della cosiddetta “filiera istituzionale”, ma interessano i fatti. E i fatti dicono che ad oggi per Osimo nessun finanziamento nuovo è arrivato, abbiamo visto solo le foto dell’eurodeputato Ciccioli dappertutto, manca solo che al seguito porti le bandiere di Fratelli d’Italia.- incalza – Noi ci stiamo battendo per tornare alle urne perchè amiamo Osimo ed abbiamo un programma chiaro da realizzare potendo contare su una coalizione coesa e non raffazzonata. Lo stallo che si sta creando da settimane è dovuto ad un sindaco che continua a dire che va avanti ma non ha i numeri in Consiglio per governare. Lo aiuterà la filiera istituzionale anche per trovare i numeri in consiglio comunale? Non credo sia possibili, per questo le dimissioni sono la cosa più giusta. Gli osimani cosi potranno di nuovo votare ed eleggere un sindaco che possa lavorare per la città con una maggioranza chiara e solida».



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