Tutela delle risorse idriche in provincia di Ancona, una denuncia e 6 illeciti amministrativi per oltre 50.000 euro. A seguito dell’emergenza idrica che ha colpito il territorio dell’Anconetano nel corso dell’estate 2024, i Carabinieri Forestali del Gruppo di Ancona hanno intensificato le attività di controllo nelle materie connesse con i prelievi idrici, di contrasto agli inquinamenti e al depauperamento degli ecosistemi fluviali. Complessivamente sono stati eseguiti 27 controlli, contestando 6 illeciti amministrativi per un importo pari a 52.700 euro ed una denuncia a carico dei titolari di un’officina meccanica accusata di aver scaricato abusivamente idrocarburi ed oli esausti sul fiume Sentino.
In particolare a Sassoferrato, sul fiume Sentino, i Forestali del Nucleo di Sassoferrato, in collaborazione con l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente della Regione Marche hanno scoperto uno scarico abusivo di una grossa officina meccanica. Tramite l’uso di traccianti, ispezioni fognarie e analisi chimiche hanno scoperto che l’officina sversava idrocarburi ed oli esausti direttamente nel fiume attraverso una conduttura sotterranea. Lo scarico è stato bloccato ed ora i due titolari dell’officina, oltre all’obbligo di mettersi in regola, rischiano l’arresto fino a tre anni e l’ammenda fino a 52.000 euro.
Per quanto concerne le derivazioni idriche per uso idroelettrico, sempre nel comune di Sassoferrato, i forestali in collaborazione con il Nipaaf di Macerata e il Nucleo Ccf di Camerino, hanno scoperto un prelievo abusivo di acque da parte di una centrale idroelettrica dislocata sul fiume Sentino, al cui responsabile legale è stato contestato un illecito amministrativo fino a 50.000 euro, in quanto prelevava acqua dal citato fiume senza lasciare il previsto ‘minimo deflusso vitale’ a dote del corso d’acqua. Il fiume restava per oltre 5 km in grave carenza idrica. La centrale ora rischia la revoca della concessione. Infine i Nuclei di Jesi San Marcello e Sassoferato hanno sanzionato 3 laghetti di pesca sportiva perché sprovvisti di autorizzazione della Regione finalizzata alla tutela della vita dei pesci e dell’ecosistema acquatico.
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