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Addio a Massimo Canalini,
lanciò il romanzo “Jack Frusciante”

ANCONA - Editore dorico, dal sodalizio nato con Pier Vittorio Tondelli cominciò a curare una serie di antologie di autori “Under 25” frutto di un lavoro di selezione e scouting molto impegnativo. Il ricordo dei vecchi soci de Il Lavoro Editoriale, Giorgio Mangani ed Ennio Montanari, e Valentina Conti, editrice di Affinità Elettive

Massimo Canalini

«È morto ieri, 15 settembre, ad Ancona, dove era nato nel 1956, Massimo Canalini, tra i fondatori, nel 1979 (insieme a Giorgio Mangani ed Ennio Montanari e Luigi Narbone, compagni di scuola), della Casa editrice anconitana Il Lavoro Editoriale, nell’ambito della quale era nato nel 1987 il marchio Transeuropa, creato per sviluppare la ricerca e la pubblicazione dei “giovani scrittori” italiani, divenuto di lì a poco un vero genere letterario».
A darne notizia e a ricordarlo, sono i vecchi soci de Il Lavoro Editoriale, Giorgio Mangani ed Ennio Montanari, e Valentina Conti, editrice di Affinità Elettive.
«L’occasione – proseguono – fu offerta dal sodalizio nato con lo scrittore emiliano Pier Vittorio Tondelli che, nel 1987, cominciò a curare una serie di antologie di autori “Under 25” frutto di un lavoro di selezione e scouting molto impegnativo portato avanti assieme fino alla morte di Tondelli nel 1991.
Particolarmente noto e di successo fu nel 1994 il romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Enrico Brizzi, stampato in una prima edizione di poche migliaia di copie e poi ceduto alla Baldini & Castoldi l’anno dopo per la difficoltà a tenere testa alla richiesta delle librerie. Il libro avrebbe venduto più di un milione di copie e sarebbe stato tradotto in ventiquattro lingue, finendo nella collana mondadoriana “I miti”, con un adattamento cinematografico nel 1996 (protagonisti Violante Placido e Stefano Accorsi, Canalini collaboratore alla sceneggiatura)».
Il marchio Transeuropa fu poi ceduto nel 2005 e Canalini diede vita ad Ancona ad una nuova sigla propria con il nome di Cattedrale.
«Aveva studiato filosofia all’Università di Macerata senza laurearsi – riprendono -, cominciando a disegnare fumetti molto giovane, per poi dedicarsi con passione all’editoria. Ma l’attività di una casa editrice legata alle Marche come Il Lavoro Editoriale gli andava stretta. Anche se ne aveva seguito tutta la produzione grafica e curato la pubblicazione dell’autobiografia della scrittrice Joyce Lussu, Portrait, più volte riedita. Transeuropa aprì poi anche una sede a Bologna, diventando punto di riferimento per i giovani scrittori che ne fecero mèta di pellegrinaggi nei fine settimana degli anni 1990-95 per sottoporre i loro manoscritti alla redazione. Cocciuto e aggressivo, fumatore accanito, ma con molta pazienza quando si trattava di lavorare su un testo o di ascoltare estenuanti letture-conversazioni con giovani autori piercingati e tatuati che affollavano la sede bolognese di via Riva Reno, Canalini e Transeuropa hanno realmente contribuito, prima della Scuola Holden, a modificare la storia, se non della letteratura, almeno della scrittura italiana. Massimo non aveva una vera cultura letteraria; gli piacevano Foucault, Heidegger, i Led Zeppelin, il cinema, i fumetti; e fu questa apparente “lacuna” a favorire il dialogo con un mondo che cercava di creare una scrittura ed una cultura nuove. Adesso molti di quei giovani scrittori come Silvia Ballestra, Pino Cacucci, Andrea De Marchi, Angelo Ferracuti, Claudio Piersanti, sono autori noti. Dopo avere avuto premi e riconoscimenti come talent scout, negli anni Duemila, Massimo aveva molto diradato i suoi impegni editoriali, ma sembra che fosse impegnato in un progetto di documentario su Tondelli».

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