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Carenza di personale, sovraffollamento
e problemi sanitari:
situazione critica nelle carceri di Ancona

LA GRAVITA' del quadro viene sottolineata da una delegazione Cisl Marche in visita a Montacuto e Barcaglione

La visita al carcere di Montacuto

La situazione all’interno degli istituti carcerari di Ancona, in particolare a Montacuto, continua a peggiorare, aggravata da una cronica carenza di personale e dal sovraffollamento.
Secondo i dati recenti, il personale penitenziario risulta sottostimato di oltre il 30%, lasciando la struttura in grave difficoltà. A sottolineare la gravità, una delegazione formata dal Segretario Generale della Cisl Marche, Marco Ferracuti, insieme al Segretario Generale della Fns Cisl Marche, William Berrè, e al Segretario Generale aggiunto Fns Cisl Marche, Antonio Langianese ha visitato i due carceri di Ancona: Montacuto e Barcaglione.
«Le condizioni in cui operano gli agenti di polizia penitenziaria all’interno degli istituti di Montacuto e Barcaglione sono assolutamente inaccettabili. Il personale lavora quotidianamente in situazioni di sovraccarico e con gravi carenze strutturali – dichiara Ferracuti -. Questo non solo mette a rischio la sicurezza, ma incide profondamente anche sul benessere psicofisico di chi è chiamato a svolgere un compito così delicato. Durante la nostra visita, abbiamo incontrato la direttrice degli istituti penitenziari anconetani, Manuela Ceresani, con la quale abbiamo condiviso la necessità di interventi immediati. La situazione non può più essere tollerata: servono soluzioni concrete e rapide per tutelare sia il personale che i detenuti, assicurando condizioni dignitose e che rispettino i diritti fondamentali di tutti. Come Cisl Marche, siamo pronti ad avviare progetti di collaborazione con gli istituti penitenziari di Ancona, le istituzioni e gli enti competenti, per offrire un sostegno concreto al personale di polizia penitenziaria e contribuire a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, promuovendo iniziative che facilitino il loro percorso di riabilitazione e reintegrazione».

La delegazione, ha potuto constatare direttamente le difficoltà operative e organizzative affrontate quotidianamente dal personale e dai detenuti evidenziando la necessità di un intervento urgente da parte delle autorità competenti.
«Siamo in sottorganico, mancano gli agenti di polizia penitenziaria e questo inevitabilmente si ripercuote direttamente sulla sicurezza e sulla qualità della gestione interna. – sottolinea Langianese -. Anche il turnover, se e quando viene attuato, molto spesso genera un vuoto in termini di esperienza professionale e gestione del carcere. Siamo allo stremo, molto spesso per far fronte a situazioni emergenziali ad esempio vengono richiamati d’urgenza gli agenti in “accasermamento”, ovvero quello che vivono direttamente all’interno del carcere, ma è evidente come questo oltre ad aumentare il carico di lavoro senza una programmazione adeguata, stressa il sistema di tenuta di chi ogni giorno fa i conti con condizioni lavorative molto pesanti».
Il carcere di Montacuto ospita attualmente oltre 300 detenuti, a fronte di una capienza prevista di poco più di 200 posti. Questa condizione di sovraffollamento non solo compromette il benessere dei detenuti, ma rende estremamente complesso il lavoro degli agenti, in palese sottorganico, costretti a gestire una popolazione carceraria ben oltre i limiti strutturali e funzionali dell’istituto.
A peggiorare la situazione è la chiusura del carcere di Camerino: con il suo smantellamento, tutti gli arrestati della provincia di Macerata vengono trasferiti negli istituti di Montacuto o Barcaglione, aggravando ulteriormente la pressione sulle strutture anconetane.
«La situazione sta diventando insostenibile, in particolare per gli agenti di polizia penitenziaria, costretti a carichi ulteriori di lavoro e turnazioni insostenibili. Chiediamo di prevedere e progettare un nuovo carcere per la provincia di Macerata, magari in zona Piediripa, così da essere anche vicino al futuro ospedale provinciale – rilancia William Berrè – assolutamente necessario per decongestionare gli istituti penitenziari di Ancona e garantire una migliore gestione delle risorse umane e logistiche».
Un ulteriore criticità è la gestione dei detenuti con disturbi psichiatrici. Gli istituti penitenziari di Ancona non dispongono di personale medico specialistico fisso all’interno del carcere, rendendo complessi gli accessi ai servizi sanitari e mettendo a rischio la salute dei detenuti con esigenze particolari. La necessità di una presenza medica costante è sempre più evidente per garantire cure adeguate e prevenire situazioni di crisi.

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