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Vaccini bluff per ottenere il Green Pass,
in 77 rischiano il processo

INCHIESTA - La procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Le accuse a vario titolo sono di corruzione, falso ideologico e peculato. La Squadra mobile aveva scoperto un giro di false inoculazioni anti Covid che venivano pagate fino a 500 euro. Tra coloro che vengono considerati gli intermediari in grado di reclutare potenziale clienti anche due civitanovesi. L'udienza preliminare è stata fissata il 21 novembre

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Una delle finte vaccinazioni contestate dall’accusa e riprese dalla spy cam

Vaccini bluff per ottenere il Green Pass: in 77 rischiano il processo. Il gip del tribunale di Ancona ha fissato l’udienza preliminare il 21 novembre, dopo che la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati dell’inchiesta Euro Green Pass, condotta dalla Squadra mobile dorica. 

Il caso esplose la mattina del 10 gennaio 2022 quando, attorno alle 8, al centro Paolinelli di Ancona (allestito come centro vaccinale anti Covid) arrivò la polizia, che arrestò l’infermiere falconarese Emanuele Luchetti, 53 anni. Oltre all’arresto, furono diverse le misure cautelari emesse per reati continuati di corruzione, falso ideologico e peculato finalizzati all’indebito rilascio di Green Pass.

Secondo l’accusa – gli inquirenti avevano piazzato una spy cam al centro vaccinale tra il dicembre 2021 e il gennaio 2022 – l’infermiere si sarebbe reso disponibile ad effettuare finte vaccinazioni anti Covid per far ottenere il green pass a diverse persone in cambio di pagamenti o favori. Cifre che andavano dai 300 ai 500 euro per dose, che invece di essere inoculata nei pazienti finiva secondo gli inquirenti nel cestino della spazzatura.

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Il blitz al centro Paolinelli nel gennaio 2022

Tra i 77 che rischiano il processo ci persone residenti in tutte le province delle Marche e non solo,  professionisti, imprenditori, genitori con figli che secondo l’accusa non avevano nessuna intenzione di farsi il vaccino ma avevano comunque bisogno della la “carta verde” per uscire di casa, andare a lavorare, al ristorante o in discoteca. E così sarebbero stati disposti, in alcuni casi anche ad arrivare ad Ancona da fuori regione e pagare pur di ottenere il Green Pass.

Tra loro la procura ha poi individuato quelli che ha considerato “intermediari”, cioè persone in grado di reclutare potenziale “clienti” da portare all’infermiere. Si tratta dell’avvocato Gabriele Galeazzi, 53 anni, di Ancona, Daniele Mecozzi, ristoratore 47enne di Civitanova, Daniela Maria Zeleniuschi, 43 anni, romena, commessa in un supermercato di Ancona, l’imprenditore dorico Stefano Galli di 52 anni, Edmondo Scarafoni, 75enne pensionato di Fabriano e una ristoratrice e operatrice balneare di Civitanova, la 54enne Maria Francesca Lattanzi.

Tutti e 77 gli indagati ora rischiano il processo. Il gup dovrà decidere se rinviarli a giudizio o proscioglierli o eventualmente se accogliere le richieste di riti alternativi o patteggiamenti.

 

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