E’ stata discussa ieri in consiglio regionale l’interrogazione presentata dalle Consigliere e Consiglieri di minoranza Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri, Ruggeri, su sollecitazione dell’Arcigay, nella quale si chiedeva alla Giunta una risposta sulla mancata concessione del patrocinio non oneroso al Marche Pride «ma si focalizzava soprattutto sui motivi per cui in questi anni la Giunta Acquaroli non ha ravvisato l’opportunità di confrontarsi con l’Arcigay di Ancona e più in generale con il Comitato Marche Pride per conoscere il lavoro svolto e le richieste emergenti nella nostra Regione da parte della comunità Lgbtqia+».
La risposta a questa interrogazione è stata affidata all’assessore Brandoni «il quale ha fornito una risposta non solo non soddisfacente – fa sapere l’Arcigay Ancona – ma del tutto incoerente con la domanda».
«Nascondendosi dietro motivazioni tecniche riferite alla mancata concessione del patrocinio (il quale, lo ricordiamo, prima della Giunta Acquaroli era stato concesso in quanto è stato riconosciuto il valore culturale legato alle decine di iniziative realizzate ogni anno in vista del Pride) – prosegue – l’assessore Brandoni ha scelto di non prendere una vera posizione e glissare sulle vere motivazioni legate al mancato interesse ad incontrare le Associazioni che ogni giorno promuovono servizi ed azioni concrete sui territori per rispondere a quella che oggi è una vera e propria emergenza sociale. Lo stesso infatti, come desumibile dal video della diretta – aggiunge -, ha del tutto riciclato la risposta pervenuta in occasione della richiesta di delucidazioni al primo mancato patrocinio richiesto alla Giunta Acquaroli senza soffermarsi sulla vera richiesta pervenuta oggi».
Per l’Arcigay Ancona «l’assessore commette inoltre un profondo errore di valutazione dell’identità del Comitato Marche Pride e delle associazioni ad esso connesse. Brandoni – secondo l’Arcigay – confonde il concetto di “partitico” con quello di “politico”. Come giustamente fa notare la Consigliera Casini, tutto ciò che facciamo è politico e non per questo riteniamo il nostro operato immeritevole di riconoscimento. Chiediamo pertanto pubblicamente al presidente Acquaroli – conclude – una risposta al fine di conoscere la vera posizione della sua Giunta circa i temi che le nostre realtà promuovono e chiediamo che lo stesso si impegni ad incontrarci ed a conoscere il nostro operato al fine di comprendere le criticità che la nostra Regione contribuisce a far scontare alle persone Lgbtqia+ restando indifferente».
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