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All’improvviso riecco Camila Giorgi:
«Non sono scomparsa, l’addio al tennis
perché volevo fare un’altra vita»

MACERATA - L'ormai ex tennista si era ritirata quattro mesi fa senza annunci ufficiali, facendo perdere le sue tracce. E' riapparsa in un'intervista alla trasmissione di Canale 5 "Verissimo": «Non ce la facevo più a viaggiare ogni settimana, fare le valige, vedere sempre le stesse persone. Futuro da attrice? Perché no. I problemi col fisco causati da persone esterne, che abbiamo cambiato. Il falso green pass? Io ce l'avevo, mi ero vaccinata: mi sono fidata di una dottoressa che quando è andata in difficoltà mi ha tirato in mezzo per coprirsi»

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Camila Giorgi a “Verissimo”

di Andrea Cesca

Dopo mesi di silenzio Camila Giorgi è tornata a farsi viva sul piccolo schermo, ospite a Canale 5 della trasmissione “Verissimo” condotta da Silvia Toffanin. La tennista maceratese, al centro di una vicenda mediatica e giudiziaria, ha raccontato il suo addio al mondo del tennis.

Nata da genitori argentini, con nonno materno di origini francesi, cresciuta sui campi del Circolo tennis Macerata, per oltre cinque anni miglior tennista italiana, Camila ha spiegato la sua decisione provando a fare chiarezza sulle vicende extra sportive.

«Non sono scomparsa all’improvviso, questa è la versione che hanno raccontato e mi è dispiaciuto. In quel momento mi ero trasferita definitivamente in America, avevo già abitato a Miami, i miei genitori invece sono in California. Avevo avvisato la Wta che volevo lasciare il tennis, avevo detto che volevo fare un annuncio a Parigi. Era tutto organizzato. La notizia è diventata pubblica quando sul sito dell’antidoping è uscito che mi ero ritirata. Vengo spesso in Italia, è la mia casa, ci sono nata, io sono italiana. Voglio tornare a viverci, è il Paese più bello del mondo, mi piacciono il cibo e i vestiti. Erano anni che volevo fare un’altra vita, diversa, perché quella che facevo è molto impegnativa. Un paio di volte avevo smesso di giocare per mesi, poi ero tornata. Quella mattina di maggio mi sono svegliata e ho detto basta, l’ho detto a mio padre che è stato sempre al mio fianco, lui è stato molto felice. Mio padre è bravissimo nello sport e nella disciplina, è unico, fantastico. Non è un padre padrone, è una persona molto comprensiva. Mia madre è la mia migliore amica».

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Camila Giorgi in campo

Adesso la ormai ex tennista si dice felice. «Non ce la facevo più a viaggiare ogni settimana, fare le valige, vedere sempre le stesse persone – ha detto la Giorgi – è stata una mia scelta, volevo fare questa vita da sempre. Ogni volta che avevo un problema fisico e stavo a casa, ripartire era complicato. Amo il tennis, ogni tanto ci gioco, è divertente e mi piace. Potrei riiniziare l’attività agonistica, ma sto bene così. Ad allenarmi sei ore a giorno non ce la faccio. Sono andata a New York a vedere qualche partita. Per il momento voglio viaggiare e conoscere altre culture, ho un fidanzato americano. Fare l’attrice? Non chiudo questa porta».

Durante la trasmissione la Toffanin ha chiesto a Camila dei problemi con il fisco. «La mia famiglia non era consapevole di questa situazione, i problemi sono stati creati da persone esterne, che mi gestivano. Quando ho firmato il foglio dell’abbandono al tennis è scoppiato il caso. Non ero a conoscenza di nulla. Mio padre non gestiva quell’aspetto, lui era solo il mio allenatore».

Anche l’Inghilterra ha aperto un procedimento, non solo l’Italia, ha chiesto la conduttrice: «Non ci siamo spaventati però abbiamo cambiato tutte le persone che mi gestivano. Ora siamo in ordine. Non me l’aspettavo. Si sono create tante idee sbagliate. Mio padre non c’entra niente. Non mi piace usare la parola vittima ma in questo caso è così. Non siamo scappati per problemi fiscali. E’ stata una scelta mia». Alla Giorgi è stato chiesto se è vera la voce del mancato pagamento dell’affitto della sua casa e il fatto che siano stati portati via i mobili: «Quella casa non aveva mobili. L’affitto lo abbiamo sempre pagato, fa ridere».

Infine il caso vaccini per i quali c’è un indagine in corso. «Ho un’udienza a novembre. Sono molto sorpresa dalla dottoressa, mi sono fatta curare da lei, io abitavo a Calenzano e ogni tanto andavo da lei a Vicenza. Quando si è trovata in difficoltà, per coprirsi ha fatto il mio nome. C’era un rapporto di amicizia. Ho fatto la puntura e mi ha dato il green pass, poi ho scoperto che non era per il Covid. Credo che tutto si sistemerà».

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