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Vertenza Giano, «il marchio Fabriano
ha fatto crescere il Gruppo Fedrigoni
e non viceversa. Esuberi inaccettabili»

LAVORO - Lo sostiene il il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli. «Credo sia giunto il momento di restituire a questo territorio, anche se ciò vuol dire che i fondi di investimento non chiuderanno bilanci record»

 

«La storia di Fabriano è legata alla Carta ed è doveroso non disperdere questo enorme patrimonio regionale, nazionale, europeo. La decisione del Gruppo Fedrigoni di chiudere dal primo gennaio 2025, la società Giano che produce carta per ufficio, con il conseguente rischio di esuberi di 195 lavoratori è inaccettabile. Bene ha fatto la Regione Marche a convocare l’azienda e le parti sociali per avere un quadro generale della situazione. Ma soprattutto è giusto che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, retto da Adolfo Urso, sia coinvolto in questa vertenza che colpisce, ancora una volta, un territorio provato da crisi industriali negli ultimi decenni che hanno comportato la perdita di tantissimi posti di lavoro». Commenta così il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, la vertenza aperta per la società Giano del gruppo Fedrigoni.

«Non vorrei che ci sia una dialettica politica fine a sé stessa, considerando, per l’appunto, che sono oltre 20 anni che il fabrianese è piegato da crisi su crisi. – prosegue Ciccioli nel suo comunicato – E non credo proprio che si possano impartire lezioni di verginità. Oggi è il momento di fare fronte comune, ciascuno per la propria competenza e appartenenza, affinché si arrivi a una soluzione che possa proteggere l’occupazione e si riesca a non disperdere il grandissimo patrimonio di conoscenze e professionalità fabrianesi nell’ambito cartaio. Dalla Fedrigoni, di proprietà di due fondi di investimento, si è ribadito che non c’è volontà di lasciare le Marche e di voler continuare a valorizzare il marchio Fabriano come le carte per l’arte e il disegno, i prodotti per la scuola e la cartoleria (i quaderni, gli album, la cancelleria e gli accessori) e le carte per la sicurezza (passaporti, ecc.). Bene, giusto anche perché è proprio il marchio Fabriano che ha consentito al Gruppo Fedrigoni di crescere e non il contrario. Credo sia giunto il momento di restituire a questo territorio, anche se ciò vuol dire che i fondi di investimento non chiuderanno bilanci record» conclude l’eurodeputato di FdI.

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