«Abbiamo scelto Ancona per parlare di salute perché ricordo che l’Ospedale Universitario della città a Torrette negli ultimi due anni è stato classificato dal Ministero della Salute e da Agenas come miglior ospedale pubblico italiano».
Lo ha ribadito oggi il Ministro della Sanità Orazio Schillaci nel corso della conferenza stampa conclusiva dell’evento internazionale che si è tenuta alla Mole Vanvitelliana.
«Io credo – ha proseguito – che il potenziamento del territorio sia fondamentale, lo abbiamo visto durante la pandemia. Stiamo lavorando con gli investimenti del Pnrr e so che la Regione Marche è impegnata nel rafforzamento dell’assistenza territoriale. Bisogna sempre pensare ad un giusto equilibrio tra ospedali e territorio. E’ sufficiente guardare a quanto successo in Italia ultimi 10 anni: sono stati chiusi tanti ospedali, ma la medicina territoriale di fatto non è mai partita. Credo che questa situazione faccia sì che quando i cittadini non trovano risposte sul territorio aumentano gli accessi non appropriati negli ospedali, si allungano le liste di attesa e si ingolfano i pronto soccorso. Dobbiamo quindi dare le risposte giuste in tutti gli ambiti e dobbiamo trovare, come sicuramente verrà fatto in questa Regione, una giusta e corretta integrazione tra ospedale e territorio. Non è un problema di dimensioni di ospedale ma di trovare veramente un equilibrio del sistema. Sono convinto che la Regione Marche stia andando nella giusta direzione e che sarà in grado di offrire ai propri cittadini una medicina sempre più di qualità e di prossimità».
Nel suo intervento il ministro Schillaci ha ribadito la necessità di rafforzare la capacità internazionale di «gestione e controllo di eventuali epidemie», facendo tesoro delle lezioni apprese durante la pandemia. Ha inoltre evidenziato l’importanza di una maggiore collaborazione per sostenere la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuovi farmaci, soprattutto in risposta alla crescente minaccia della resistenza antimicrobica.
Un tema centrale della giornata è stato l’invecchiamento attivo, un concetto definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “il processo di sviluppo e mantenimento delle capacità funzionali che consentono il benessere in età avanzata”. I dati evidenziano che l’aspettativa di vita è in costante aumento, non solo in Italia ma in tutto il mondo.
L’invecchiamento attivo, ha spiegato Schillaci, non riguarda solo la salute fisica, ma anche il benessere mentale e sociale.
Al centro delle discussioni del G7 Salute vi è la necessità di riorganizzare i sistemi sanitari per rispondere ai nuovi bisogni di una popolazione che invecchia, garantendo sostenibilità ed efficienza.
Un altro aspetto evidenziato durante il vertice è stata l’importanza della prevenzione, non solo in ambito sanitario, ma anche nel mondo del lavoro. Le malattie legate all’ambiente di lavoro e gli infortuni continuano a influenzare la vita delle persone anche dopo il pensionamento. Con l’aumento dell’età lavorativa, diventa necessario pensare a «misure di sicurezza e organizzazione che tutelino i lavoratori più anziani», garantendo loro un ambiente lavorativo adeguato e sicuro.
Quindi, l’antibiotico resistenza come «Un’emergenza, la vera pandemia. E’ una minaccia silenziosa e servono nuove armi, l’Italia investirà 21 milioni di dollari per nuovi antibiotici. È molto importante per avere nuove armi contro i batteri che diventano sempre più resistenti».
All’incontro con i giornalisti ha partecipato anche il presidente della Regione, Francesco Acquaroli che, a margine, ha fatto un bilancio di questi tre giorni così intensi sotto i riflettori internazionali.
«E’ stata una bellissima occasione quella che abbiamo vissuto in questi giorni – ha commentato -. Ci ha fatto innanzitutto piacere sapere che i riscontri delle delegazioni che hanno partecipato sono stati tutti molto positivi per l’accoglienza loro riservata. Siamo anche molto compiaciuti del fatto che personalità così influenti nel mondo e in particolare nella sanità, si siano trovati ad Ancona per sottolineare anche l’operato dell’ospedale universitario di Torrette, un’azienda che negli ultimi due anni ha conquistato un riconoscimento importante, quello di essere il migliore ospedale pubblico d’Italia. Naturalmente questo non è il merito di una amministrazione, ma è il merito di una storia, di una università, di tanti professionisti che si sono avvicendati consegnando un servizio assolutamente all’avanguardia. Questo ci inorgoglisce e inorgoglisce tutto il sistema sanitario regionale. Più in generale sono state inoltre affrontate tematiche cruciali riguardanti la sanità, tra cui la carenza di personale, con particolare riferimento alla figura degli infermieri, essenziali per rafforzare il sistema ospedaliero e i servizi sul territorio. Sono state evidenziate le sfide legate all’antibiotico-resistenza e all’integrazione tra ospedale e territorio. Ritengo che la riforma attuata nelle Marche rappresenti non solo una risposta adeguata, ma anche una visione futura, poiché mira a garantire che ogni cittadino riceva le cure necessarie, favorendo l’appropriatezza delle prestazioni. Solo attraverso un territorio forte e ben organizzato, in grado di filtrare le esigenze sanitarie, possiamo garantire un equilibrio efficace e sostenibile per il nostro sistema sanitario. Questo ci incoraggia nel completare quella visione che poi vogliamo garantire, in termini di salute, a tutta la nostra comunità».
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