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Pirani nei 100 giorni di governo:
«Non posso dare la delega di sindaco»
Latini: «Calpestati per l’io solo al comando»

OSIMO – E’ scontro senza tregua tra i due leader della maggioranza osimana: il primo cittadino ribadisce la volontà di non volersi dimettere e invita i ‘disertori’ a tornare in aula, «non facciamo delle figure barbine come quella di non far non far aprire il Consiglio comunale per la mancanza del numero legale perché veramente è qualcosa di offensivo nei confronti dei cittadini». Il presidente del Consiglio regionale-consigliere comunale chiede invece «solo dignità e rispetto per il nostro ruolo ricevuto da chi ci ha dato pieno mandato a concorrere, in coerenza vera con il programma all'amministrazione della città. Per il sindaco e altri si tratta invece di atto di lesa maestà (1915), l'obiettivo vero rimane quello di distruggere me e le ‘Liste Civiche Da Sempre’»

Francesco Pirari e Dino Latini, rispettivamente secondo e terzo da destra, nel giorno dell’insediamento del sindaco

 

«Auspico l’aiuto di tutti coloro che hanno un’esperienza politica sicuramente importante come quella di Latini però io sono stato eletto come sindaco, io posso dare tutte le deleghe, tutti gli incarichi del mondo fuorché quello di sindaco. Non posso dare la delega di sindaco: sono io che faccio il sindaco e voglio ascoltare tutti, compresi quelli che ha molta più esperienza di me per risolvere i problemi di Osimo ma dobbiamo risolverli insieme. Io non voglio dare la delega di sindaco, voglio essere lì per rispondere a quello che i cittadini mi hanno incaricato di fare. E se ce la farò, tirerò avanti fino all’ultimo giorno per cercare di risolvere i problemi con l’aiuto di tutti. L’ho detto già dal primo giorno, con l’aiuto di tutti, e soprattutto di chi ha molta molta più esperienza di me però dobbiamo farlo insieme». E’ l’ultimo sfogo amaro, che non aggiunge niente di nuovo rispetto a quello a quello che ha sempre sostenuto, del sindaco di Osimo, Francesco Pirani sulle frequenze Tv di Osimo Web. Parole che sono terminate con un appello a tornare tutti in Consiglio comunale. «Scontriamoci su tutto quanto ma veniamo in Consiglio comunale – ha rimarcato Pirani- perché comunque è l’organo democratico principale della nostra città. Si può non essere d’accordo ma si viene in Consiglio comunale e si discute lì. Non facciamo delle figure barbine come quella di non far non far aprire il Consiglio comunale per la mancanza del numero legale perché veramente è qualcosa di offensivo nei confronti dei cittadini» ha concluso il primo cittadino di Osimo.

Francesco Pirani

Arriva così, nei primi 100 giorni di governo, la presa di posizione del sindaco Pirani, in affanno e ritardo su molte approvazioni consiliari, a partire da quella della Linee programmatiche della sua amministrazione comunale, Dup e Bilancio consolidato. Ormai da tre mesi si sta consumando con una faida interna alla coalizione di governo composta da liste civiche e FdI per l’appoggio esterno dei 4 consiglieri del gruppo Liste civiche -Su la Testa che fanno capo a Dino Latini, rappresentante eletto nella Sala Gialla di Osimo e anche presidente del Consiglio regionale. Il gruppo latiniano diserta ormai da settimane l’aula consiliare e non entrano nell’emiciclo neanche i 9 consiglieri di minoranza che non intendono fare da stampella a chi governa la città ed sofferente per la mancanza del numero legale. Nella seduta dell’11 settembre scorso la maggioranza Pirani è stata costretta ad appellata per un vuoto normativo ad un articolo del Regio Decreto 1915 per aprire con solo 9 presenti i lavori consiliari in assenza del quorum dei 13 consiglieri, e considerando la seduta ‘in seconda convocazione’, sebbene questa ipotesi non sia prevista dallo Statuto del Consiglio comunale. Per il 7 novembre è attesa la sentenza del Tar Marche che sarà dirimente per la questione. Tra le due anime della maggioranza sono diverse le visioni su tanti progetti: antenne per telefonia mobile, impianto di biometano, alluvione.

Stamattina la reazione di Dino Latini (Liste civiche- Su la Testa) non si è fatta attendere ed è arrivata via social. «Facci sopportare l’attacco quotidiano del sindaco. Non passa giorno che il sindaco ci attacchi gratuitamente. Sopportiamo, finchè possiamo» ha esordito il presidente del Consiglio regionale e consigliere comunale del gruppo in appoggio esterno nella Sala Gialla. «Ci accusa di non essere in Consiglio, ma è dal 13 settembre che non chiede di convocarlo, facendo perdere scadenze importanti per il miglioramento del Comune. Afferma che governa meglio con meno consiglieri possibili poi quando avviene ci accusa che è colpa nostra, salvo poi ricorrere a norme del tempo della monarchia. Ci ha accusato di essere banderuole politiche, ma ricerca apertamente l’appoggio e l’accordo dell’opposizione. Ci accusa di non essere leali ma ogni giorno siamo blanditi per un verso da ogni sorta di promessa possibile a condizioni che diciamo sì senza condizioni al sindaco e dall’altra minacciati di scandali se non lo facciamo. Ci accusa che vorremmo la sua delega di sindaco, quando noi consiglieri delle ‘Liste Civiche Da Sempre’ non entriamo mai neppure fisicamente in Comune per non dargli fastidio. Semmai le nostre deleghe di rappresentare chi ci ha votato sono state calpestate in nome dell’io solo al comando».

Dino Latini

Dino Latini prosegue: «Ci accusa di essere incoerenti, quando su Tari, antenne impianti biometano, rifiuti, acqua, rilancio del centro storico noi rimaniamo fedeli al nostro programma, condiviso da 5.600 cittadini al voto delle scorse elezioni comunali, mentre le decisioni prese dal Comune stanno andando in tutt’altre direzioni. Ci accusa che vogliamo posti, ma in realtà li abbiamo finora rifiutati, fermo rimanendo che quello che vogliamo è difendere Osimo dalla colonizzazione del suo patrimonio pubblico rimasto. E’ chiaro che le ripetute accuse del sindaco hanno il preciso scopo di imputarci la colpa del piano che ha messo in piedi con altri: far terminare anticipatamente il mandato amministrativo e andare subito alle elezioni con una diversa coalizione. L’obiettivo vero rimane quello di distruggere le ‘Liste Civiche Da Sempre’ e Dino Latini (mai più vera e candida fu l’affermazione sfuggita al momento dell’apparentamento a un futuro consigliere comunale, che l’accordo serviva per abbattere anche Latini), essendo tutti i loro nemici riuniti insieme nell’amministrazione comunale e in più l’apporto di nuovi entrati. Noi, invece, vogliamo solo dignità e rispetto per il nostro ruolo ricevuto da chi ci ha dato pieno mandato a concorrere, in coerenza vera con il programma all’amministrazione di Osimo. Per il sindaco e altri si tratta invece di atto di lesa maestà (1915)» chiude Latini giocando con ironia sulla data del Regio Decreto.



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