di Gianluca Ginella
Tre anni di rinvii per il processo per l’omicidio della quindicenne Cameyi Mosammet. Questa mattina l’udienza preliminare è stata rinviata e il canovaccio è suppergiù lo stesso: non si ha certezza che l’imputato, Kazi Monir, 34 anni, all’epoca dei fatti fidanzato della ragazza, abbia ricevuto l’informazione che c’era l’udienza. Il giovane ormai da anni vive in Bangladesh, suo Paese di origine. Per fare il processo è necessario che l’imputato ne sia informato.
Il nodo del processo per ora è tutto qui: a Monir ancora una volta non si sa se sia stato notificato che oggi c’era l’udienza preliminare. In sostanza è stata fatta la notifica tramite rogatoria ai pubblici ufficiali del Bangladesh ma non è giunta risposta se poi loro siano riusciti a contattare Kazi. Quindi udienza rinvita al 29 gennaio. Il processo per l’omicidio di Cameyi attende di partire dal 7 luglio del 2021 quando la Corte d’assise di Macerata, su istanza del difensore dell’imputato, l’avvocato Marco Zallocco, aveva sospeso il procedimento e si era tornati all’udienza preliminare proprio perché non risultava che all’imputato fossero giunte le necessarie notifiche.
Sono ormai passati 14 anni dalla scomparsa di Cameyi e sei anni dal ritrovamento dei suoi resti in un terreno e in un pozzo vicini all’Hotel House di Porto Recanati (condominio in cui viveva Monir). Cameyi, bengalese, era sparita da Ancona, dove viveva con la famiglia, il 29 maggio 2010.
Per lungo tempo non si seppe nulla di cosa le fosse accaduto fino al ritrovamento casuale dei resti, nel 2018. Le indagini della procura di Macerata avevano portato a individuare come presunto autore dell’omicidio l’allora fidanzatino della ragazza. Cameyi il giorno in cui scomparve era andata a Porto Recanati per incontrarlo.
Prova del suo arrivo sono anche le riprese di alcune telecamere, come quella della stazione di Porto Recanati. Secondo gli inquirenti il motivo di quel delitto sarebbe legato alla gelosia, la ragazzina, sempre in base alle indagini, frequentava anche un altro giovane e Monir era geloso. Parti civili la mamma e i fratelli di Cameyi Mosammet, assistiti dall’avvocato Luca Sartini e l’associazione Penelope Marche che sostiene le famiglie delle persone scomparse, tutelata dal legale Marco Vannini.
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