di Luca Patrassi
Con calma, “con giudizio”, ma avanti sul fronte del piano regionale dei rifiuti e della nuova impiantistica. Oggi dalla Regione è arrivata appunto la comunicazione che ci si sta muovendo.
«La giunta regionale ha adottato l’aggiornamento al Piano per la gestione dei rifiuti delle Marche. Il piano attualmente vigente fu approvato dal consiglio regionale nel 2015 e si è reso pertanto necessario procedere con l’adeguamento ai nuovi riferimenti normativi che stabiliscono obiettivi molto più stringenti. Un lavoro approfondito dagli uffici regionali e frutto di un ampio confronto con tutti i portatori di interesse istituzionali e del mondo associativo. L’aggiornamento consiste nell’individuazione di scenari di piano che consentano di aumentare il riciclaggio di materia dai rifiuti che dovranno gradualmente incrementarsi fino a raggiungere non meno del 65% dei rifiuti prodotti.
Per fare questo oltre ad incrementare la raccolta differenziata, che nelle Marche è già a livelli molto buoni (73%) occorre migliorare la qualità dei rifiuti riciclabili conferiti nonché l’impiantistica di lavorazione delle varie frazioni da raccolta differenziata.
Considerata la necessità di nuova impiantistica e l’obiettivo che la stessa possa essere utilizzata su scala regionale viene prevista una revisione dell’ambito di governo della gestione dei rifiuti che manterrà la scala provinciale per gli aspetti di raccolta e trasporto e passerà ad una scala regionale per la governance impiantistica. Si ricorda inoltre l’obiettivo posto dalla direttiva europea che fissa lo smaltimento in discarica di non più del 10% dei rifiuti prodotti».
Le strategie: «Il piano individua dei macro-obiettivi e le relative azioni. Riduzione della produzione rifiuti, prevenzione, massimizzazione riciclo, formazione/informazione sulla nuova impiantistica, miglioramento gestione rifiuto indifferenziato, nuova impiantistica, ottimizzazione gestionale, ridefinizione governance (ambiti), riduzione dello smaltimento finale, nuova impiantistica, massimizzazione della tutela ambientale, applicazione di tecnologie più avanzate, sviluppo della cultura ambientale, formazione, educazione, divulgazione».
L’indicazione finale: «L’aggiornamento del Piano – rileva la Regione – produrrà un sensibile avanzamento verso gli standard già attivi nelle regioni più virtuose, avanzamento peraltro non altrimenti percorribile in quanto attuativo di norme europee e nazionali e di quanto stabilito dal Programma nazionale, che indica all’interno dello scenario di riferimento anche l’avvio a recupero energetico delle frazioni altrimenti non valorizzabili. L’atto deliberato dalla giunta è necessario per dare avvio alla “Valutazione ambientale strategica”, procedimento che prevede la pubblicazione per 45 giorni perché chi ne ha interesse possa proporre osservazioni e modifiche ai documenti di Piano. La successiva approvazione del Piano dei Rifiuti sarà di competenza del consiglio regionale. Si procederà nel percorso di confronto già ampiamente avuto in fase preliminare anche nella fase di Valutazione Ambientale Strategica per raggiungere i migliori risultati possibili».
Quando si parla di nuova impiantistica il pensiero corre al dibattito di questi giorni sul possibile arrivo di un termovalorizzatore. Tra le indicazioni emerse nella riunione di giugno del tavolo tecnico regionale c’erano «Stanti le inderogabili necessità di evoluzione del sistema, deve essere garantita la possibilità di realizzazione dei nuovi impianti; impianti che, ricordiamo, rappresentano installazioni industriali assolutamente compatibili in idonei contesti in considerazione degli elevati standard ambientali associati alla loro corretta gestione. Per gli impianti di chiusura del ciclo sulla base delle criticità riscontrate si presenta la necessità di favorire soluzioni che rispettino il principio di prossimità e di baricentricità, privilegiare la scelta di siti già infrastrutturati, privilegiare siti compresi in poli tecnologici o con presenza di attività di gestione rifiuti sinergica, privilegiare aree industriali dismesse e degradate bonificate e/o da bonificare». Ovvio dedurne che quello del Cosmari è un sito possibile.
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