L’Atim finirà al centro di una commissione d’inchiesta regionale. L’Agenzia per il turismo e per l’internazionalizzazione delle Marche fortemente voluta dal governatore Francesco Acquaroli, che dal caso Bruschini a quello Aeroitalia fino ai rilievi mossi dalla Corte dei conti è stata fin dalla sua istituzione al centro di numerose polemiche, finirà ora sotto la lente per la gestione e le spese effettuate a carico delle finanze pubbliche.
Si è svolto tutto nella giornata di ieri. Prima la conferenza del gruppo regionale del Pd dal titolo che lasciava pochi spazi a dubbi “Atim: un buco nero”, in cui i dem hanno denunciato, con tanto di video girati in settimana e in giorni diversi, come gli attuali uffici dell’Atim nella sede della Camera di Commercio di Ancona, siano completamente vuoti durante l’orario di servizio nonostante la pianta organica dell’Agenzia preveda la dotazione di ben 12 persone. Non solo, perché i dem hanno denunciato anche tutta una serie di affidi diretti per centinaia di migliaia di euro e hanno chiesto ufficialmente di istituire una commissione d’inchiesta. A stretto giro è arrivata la mossa dello stesso Acquaroli, che con un video sul suo profilo Facebook, ha annunciato di aver dato mandato per istituire proprio una commissione d’inchiesta dell’Atim.
«Qui non stiamo più parlando solo di un inutile carrozzone politico – ha affermato la capogruppo regionale del Pd Anna Casini – che peraltro è stato oggetto anche di severi rilievi mossi recentemente dalla Corte dei Conti, ma di un vero e proprio volano di sprechi, incarichi, contratti di sponsorizzazione e affidi diretti che non fanno altro che allungare le ombre su un’Agenzia divenuta il simbolo dello sperpero di denaro pubblico da parte della giunta Acquaroli, a cui sono corrisposti solamente gravi e crescenti disservizi per cittadini e imprese. La farsesca vicenda riguardante la vertenza tra Atim e la compagnia aerea Aeroitalia, che nei scorsi mesi tanto ha danneggiato l’immagine dell’Aeroporto delle Marche, oggi appare la punta dell’iceberg delle relazioni e dei rapporti sempre meno limpidi tra dall’Agenzia e soggetti terzi».
A elencare i numeri, che secondo i dem scoperchierebbero il vaso di Pandora, è stata la consigliera regionale Micaela Vitri: «Dopo le dure critiche espresse dalla Corte dei Conti, che ha definito i rapporti tra la giunta regionale e l’Atim “un coacervo inestricabile di atti e direttive”, ovvero centinaia e centinaia di provvedimenti che nessuno è in grado di verificare perché non appaiono in bilancio, abbiamo sentito il dovere di approfondire e provare a fare luce su quanto sta accadendo ormai da due anni all’interno dell’Agenzia. Ciò che abbiamo scoperto è la fuoriuscita di un significativo flusso di denaro che dal bilancio della giunta, passa per Atim, prende la strada per Roma, e in parte per Milano, attraverso una serie di affidi diretti, giustificati dal fatto che non ci sarebbero stati altri enti, imprese o società interessate a svolgere le prestazioni richieste. Ne cito tre particolarmente significativi. Uno dei più recenti riguarda la mostra “Papi e Santi Marchigiani a Castel Sant’Angelo”, organizzata nella Capitale e attualmente ancora in corso, con il versamento di 366 mila euro alla società Cor di Roma per l’allestimento e la promozione. Il secondo concerne l’evento “La Vendemmia 2024”, svoltosi a Milano dal 7 al 10 ottobre, che ha visto l’assegnazione di 102 mila euro alla società eMMeventi con sede legale a Bergamo. Possibile che, in entrambi i casi, i servizi acquistati non avrebbero potuto essere oggetto di un bando di gara? Ma ancora più sorprendenti sono gli incarichi affidati per l’iniziativa “Marche DiWine”, svoltosi a Gabicce nel 2023. In questo caso sono addirittura tre le società romane interessate, per un totale complessivo che supera la somma dei 150 mila euro, quindi ben oltre la soglia prevista per l’affido diretto: si tratta della Ritoragency, che ha ricevuto 49.776 euro, la I Cube Italy, che ne ha presi 50.020, e la Vero Events, a cui ne sono andati 85.400. Certamente curiosa è la coincidenza che vede le ultime due società non solo condividere la stessa sede, ma addirittura lo stesso amministratore delegato. Coincidenza di cui chiederemo conto ad Acquaroli con una apposita interrogazione, perché è arrivato il momento che anche lui, non solo come presidente, ma anche come titolare della delega al Turismo, ci metta la faccia, spiegando a noi e a tutti i marchigiani se Atim serve a promuovere la nostra regione o a far circolare flussi di denaro in maniera incontrollata e incontrollabile fuori dalle Marche».
A stretto giro è arrivata poi la presa di posizione di Acquaroli. «Per noi trasparenza e chiarezza sono fattori imprescindibili e irrinunciabili – ha detto il presidente della Regione – proprio perché convinti del giusto operato, ho chiesto al capo di gabinetto di fare una verifica rispetto alla notizia della sede di Atim aperta senza dipendenti, con richiesta formale di spiegazione alla direttrice facente funzioni. E al segretario che possa istituire una commissione in grado di verificare la giustezza dell’operato di Atim. La prossima settimana sarà approvata in giunta e finalmente potrà fare luce e chiarezza su quelle che sono le accuse che quotidianamente vengono rivolte all’Atim e alla Regione. Non abbiam nulla da nascondere e non vogliamo che le illazioni diventino in maniera strumentale delle accuse operato della Regione».
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