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Giano, i sindacati: «Fermare la macchina F3
comporterà problemi invece potrebbe
essere utilizzata per altre lavorazioni»

FABRIANO - La proposta è stata avanzata durante il vertice di ieri al Mimit dalle segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Chimici. «Il Gruppo Fedrigoni si è dichiarato disponibile a incontrare le strutture tecniche ministeriali nelle prossime ore per approfondire tutte le modalità operative relative alla richiesta di supporto e collaborazione»

I rappresentanti sindacali ieri al tavolo ministeriale convocato per la Giano srl

 

 

«L’incontro al Mimit di ieri, 4 novembre, sulla situazione di Giano Srl riveste un significato particolare in un momento in cui il futuro occupazionale ed economico della regione è sotto pressione. La riunione si è focalizzata sulla valutazione delle prospettive future per l’azienda e sulle iniziative necessarie a evitare la perdita di posti di lavoro, dopo l’annuncio preoccupante da parte della società relativa all’intenzione di avviare la liquidazione del ramo dedicato alla produzione di carta per ufficio a partire dal 1 gennaio 2025». A ricordarlo sono le segreterie nazionali e territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Chimici che ieri hanno partecipato al vertice presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per sottolineare l’importanza di un approccio collaborativo per affrontare la crisi. Erano presenti anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, insieme ai rappresentanti degli enti locali coinvolti.

Durante il confronto, sollecitati dalle organizzazioni sindacali, sia il ministro Urso che il presidente Acquaroli hanno invitato il Gruppo Fedrigoni a considerare la possibilità di rinviare la decisione di interrompere la produzione nel sito di Fabriano. Hanno esortato l’amministratore delegato dell’azienda a esplorare con maggiore attenzione possibili soluzioni alternative alla posizione presa, «al fine di garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e il benessere delle famiglie coinvolte, auspicando che tutte le opzioni possano essere esaminate entro il 31 dicembre prossimo. – evidenzia il comunicato sindacale a firma congiunta – Negli ultimi tempi, l’azienda ha presentato alle rappresentanze sindacali alcune misure destinate a mitigare l’impatto occupazionale della chiusura. Tra queste è emersa la proposta di ricollocare la maggior parte dei 195 lavoratori interessati in altri stabilimenti del gruppo situati nelle Marche, oltre a quelli localizzati in Trentino e Verona. Tale iniziativa testimonia la volontà dell’azienda di affrontare la crisi con responsabilità e di tutelare il capitale umano».

I lavoratori in presidio davanti al Mimit

«Le organizzazioni sindacali hanno ribadito fermamente la posizione presa anche negli incontri precedenti, sottolineando che la fermata della macchina F3 nel medio periodo comporterà problemi rilevanti che si ripercuoteranno su tutto lo stabilimento di Fabriano, influenzando negativamente l’intero territorio – sottolineano nella nota i segretari nazionali Gianluca Carrega (Slc Cgil), Nicola Pellicano (Fistel Cisl), Roberto Retrosi (Uilcom Uil) e Enzo Valente (Ugl Chimici) – Hanno spiegato al ministro Urso che, con uno sforzo comune, la macchina potrebbe essere utilizzata per altre tipologie di lavorazioni con ottimi risultati. Il Gruppo Fedrigoni si è dichiarato disponibile a incontrare le strutture tecniche ministeriali nelle prossime ore per approfondire tutte le modalità operative relative alla richiesta di supporto e collaborazione».

Al termine dell’incontro, le segreterie nazionali hanno incontrato un folto gruppo di lavoratori che avevano effettuato un presidio sotto il ministero a sostegno dell’iniziativa, spiegando loro che la riunione tenutasi al Ministero rappresenta un passaggio cruciale, propedeutico a un confronto costruttivo tra l’azienda, le rappresentanze sindacali e il territorio. «Tale confronto è fondamentale per costruire un percorso condiviso che possa salvaguardare l’occupazione e promuovere il rilancio della cultura imprenditoriale nella regione, e verrà richiesta immediatamente l’istituzione di un tavolo di confronto. La situazione dell’industria cartaria è un tema centrale non solo per Fabriano, ma per l’intera economia marchigiana, dove la tradizione manifatturiera si intreccia con le sfide della modernizzazione e della sostenibilità» concludono le sigle sindacali di settore.

Maurizio Mangialardi

Anche il vicepresidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Maurizio Mangialardi (Pd) osserva come sia «chiaro che ora la risoluzione positiva di questa vertenza e la salvaguardia dei livelli occupazionali dipende da un intervento diretto del governo nazionale attraverso l’acquisizione degli stabilimenti da parte del Poligrafico dello Stato, come peraltro giustamente sollecitato ieri anche dal vescovo Francesco Massara. Un’opzione credibile, presentata già da tempo dai sindacati e approvata all’unanimità dal consiglio regionale su proposta del gruppo assembleare del Partito Democratico, su cui la stessa giunta regionale ha espresso in aula parere favorevole. Ora, però, a diventare fondamentale è il fattore tempo. Invito il presidente Acquaroli a muoversi da subito e senza ulteriori tentennamenti in questa direzione con il ministro Urso».

 

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