Possono essere convocate in seconda convocazione le sedute al Consiglio comunale di Osimo anche se il regolamento dell’assemblea cittadina non lo prevede? Spetterà al Tar Marche sciogliere il quesito. Domani sarà una giornata importante per sapere se è stata legittima l’applicazione del Regio Decreto del 1915 per aprire, lo scorso 13 settembre, i lavori consiliari nella Sala Gialla con soli 9 consiglieri di maggioranza su 25. In aula quel giorno sono stati votati gli atti di surroga di 3 consiglieri comunali dimissionari. I giudici amministrativi sono, infatti, chiamati a decidere nel merito del ricorso presentato dall’opposizione di centrosinistra che contesta la procedura.
La seduta del 13 settembre era stata convocata in via d’urgenza con un ordine del giorno identico a quello del civico consesso dell’11 settembre, andato però deserto per mancanza del numero legale. Rilevando un vuoto normativo e facendo leva sulla norma transitoria del Tuel che dispone l’applicazione dell’articolo 127 del Regio Decreto, l’Amministrazione comunale aveva considerato quel Consiglio comunale valido ‘in seconda convocazione’ abbassando il quorum canonico dei 13 consiglieri a 4 e approvando l’entrata nell’emiciclo dei 3 consiglieri primi dei non eletti nelle rispettive liste, vale a dire Fabiola Martini, Lanfranco Migliozzi e Francesco Sallustio in sostituzione dei dimissionari Alberto Maria Alessandrini Passarini, Achille Ginnetti e Massimo Cingolani. In aula erano assenti i 4 consiglieri del gruppo di Dino Latini, in appoggio esterno alla maggioranza, ed i 9 rappresentanti di minoranza.
La ‘costruzione’ giuridica promossa dalla coalizione civica-FdI del sindaco Pirani è stata impugnata subito dall’opposizione. Attraverso l’avvocato e consigliere comunale dem Mauro Pellegrini i ricorrenti hanno eccepito che la ‘seconda convocazione’ va espressamente prevista nel regolamento del Consiglio comunale ed è facoltà dell’assise inserirla o meno nella propria disciplina regolamentare. In quella della Sala Gialla però non ce n’è traccia e siccome la scelta è rimessa alla potestà regolamentare, la ‘seconda convocazione’ non si può applicare neppure appellandosi al Regio Decreto.
Il comune di Osimo che si è costituito in giudizio tramite l’avvocato Maurizio Discepolo, oltre a ribadire le motivazioni già espresse nell’aula consiliare il 13 settembre scorso, sostiene invece che il Regio Decreto è applicabile al caso di Osimo perché lo statuto e il regolamento del Consiglio comunale non si sarebbero adeguati al Testo unico degli enti locali, essendo stati votati mesi prima dall’ultimo aggiornamento del Tuel. Ci sarebbe, inoltre, carenza di interesse e di legittimazione dei consiglieri comunali ad impugnare gli atti votati il 13 settembre, perchè la surroga di consiglieri dimissionari è un atto dovuto.
Non si può escludere che domani i giudici del Tar, al termine della discussione, ufficializzino subito se il ricorso è stato accolto o rigettato. E’ più probabile, però, che lo facciano nei prossimi giorni se nessuna delle parti chiederà in via d’urgenza il deposito del dispositivo in segreteria. Le motivazioni della sentenza sono invece attese entro 30 giorni dalla data dell’udienza.
Nel frattempo, in attesa di conoscere gli esiti del giudizio, non sono ancora del tutto appianate e superate le incomprensioni politiche che affliggono da mesi le relazioni interne alla maggioranza osimana. L’accordo sul gruppo unico consiliare che sembrava cosa fatta, avrebbe subito una battuta d’arresto. Ad esprimere più di una perplessità è stata la lista ‘Rinasci Osimo’, rappresentata nella Sala Gialla dal consigliere Francesco Sallustio. La lista al primo turno ha sostenuto la candidatura a sindaco di Sandro Antonelli e, dopo l’apparentamento, al ballottaggio quella di Francesco Pirani. «Rinasci Osimo non ha alcuna rappresentanza in amministrazione e pare che non ci sia l’intenzione di dargliela. – chiariscono dal movimento civico che rivendica la sua autonomia – Per questo motivo aderire ad un gruppo unico che annullerebbe totalmente la nostra identità ci sembra inopportuno. Ovviamente resteremo in maggioranza a sostegno del sindaco Francesco Pirani». Non basta. Anche il gruppo dei consiglieri latiniani in queste ore avrebbe manifestato qualche mal di pancia per aver appreso dai media del ‘rimescolamento’ delle deleghe consiliari. Segno che la comunicazione interna tra alleati necessita ancora di qualche revisione.
Il centrosinistra, dai banchi d’opposizione, bolla la situazione come «una incessante telenovela della politica osimana, che se non riguardasse la vita amministrativa di un’intera città sarebbe pure divertente. Dalla stampa locale e dalle voci dei tanti critici interni all’Amministrazione capiamo che l’unica questione per il team Antonelli & Company è rimanere saldamente seduti sulle poltrone, indipendentemente da qualsiasi richiesta della controparte dei Civici di Latini. Appare chiaro che Antonelli non stia più lavorando per una vera alternativa, ma piuttosto per la propria sopravvivenza in Giunta, anche accettando compromessi che smentiscono mesi di promesse elettorali. La nascita di un gruppo consiliare unico delle Liste Civiche, le rinunce agli incarichi, l’abbandono del programma elettorale, il tradimento di quegli stessi ideali sbandierati in campagna elettorale: tutto ciò sancisce la fine del movimento politico di Antonelli, nato con la promessa di rinnovamento e già fallito dopo pochi mesi di vita. Rinnoviamo l’invito al sindaco Pirani per una scelta seria e un passo indietro dignitoso per lui e per Osimo dopo le figuracce degli ultimi 120 giorni di consigli comunali rinviati, sospesi, saltati per mancanza di numero legale» concludono Pd, Lista Glorio sindaco ed Ecologia e Futuro.
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