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Beko, proclamate quattro ore
di sciopero nazionale
«contro ogni ipotesi di chiusura»

ROMA - Dopo il tavolo di ieri al Mimit, la mobilitazione è stata indetta da Fiom, Fim e Uilm

Il tavolo al Mimit per Beko

 

Il coordinamento nazionale di Beko di Fim, Fiom, Uilm proclama quattro ore di sciopero nazionale per opporsi a qualsiasi ipotesi di chiusura o di licenziamento. Lo sciopero dovrà essere articolato a livello territoriale il primo giorno utile, in base al calendario di lavoro, entro il 20 novembre. «Ieri Beko al Mimit ha dichiarato di voler fare dell’Italia il centro di eccellenza del global cooking compresa la ricerca e lo sviluppo, nonché del global design, inoltre ha dichiarato di voler mantenere sia il centro ricambi di Carinaro sia alcune funzioni regionali di staff. – ricordano in una nota i confederali – A questa dura esposizione non è seguito però un vero piano industriale con prospettive chiare per gli stabilimenti e gli uffici italiani, ma è chiaro che implicitamente si può evincere il rischio di una chiusura delle attività e degli stabilimenti dei comparti del freddo e del lavaggio. Per questo motivo abbiamo chiesto innanzitutto immediata chiarezza sulle intenzioni della multinazionale e abbiamo offerto la nostra disponibilità a discutere solo a condizione che si escludano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali».

Al Governo Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto «di impedire i licenziamenti e le chiusure e i ridimensionamenti degli stabilimenti, utilizzando ogni strumento a sua disposizione compresa la golden power che chiediamo di visionare, nonché di insediare finalmente un tavolo di settore che abbia l’obiettivo di restituire competitività ad un comparto che in mancanza di politiche industriali soccomberà sotto i colpi della concorrenza internazionale. Il Governo ha ribadito la volontà di esercitare la golden power, ma a nostro avviso lo ha fatto in modo assai generico che si presta ad interpretazioni differenti. Per questi motivi chiediamo a partire dal 20 novembre al Mimit di iniziare un confronto con Beko e con il Governo per varare un piano di rilancio e non di chiusura degli stabilimenti e delle funzioni» conclude il coordinamento nazionale di Fim, Fiom eUilm di Beko

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