di Luca Patrassi
Certo, la nuova sovrintendente quelli dell’associazione Sferisterio sono andati a prenderla a Jesi dove da anni Lucia Chiatti – di lei si scrive – svolge la funzione di direttrice generale del teatro Pergolesi. Cosa che non cancella affatto origini e formazione maceratesi. Lucia Chiatti la musica e il teatro deve averli avuti tra i geni distintivi dalla nascita che – va detto – è avvenuta non tanti anni fa in quel di Cingoli. La biografia dice che la sua passione per la musica inizia a sei anni con lo studio del pianoforte, che successivamente approfondisce frequentando il conservatorio “G. Rossini” di Pesaro fino al settimo anno del corso decennale, dove ha poi intrapreso e portato a termine il corso quinquennale di canto lirico sotto la guida del maestro Robleto Merolla.
A Cingoli la ricordano (volentieri) attrice protagonista de “L’acqua cheta” andata in scena qualche anno fa al teatro Farnese a cura di un gruppo teatrale cittadino. Musica, teatro e laurea in Economia e Commercio alla Politecnica delle Marche con una tesi dal titolo “La gestione economico-finanziaria delle fondazioni lirico-sinfoniche. Il caso del Teatro alla Scala”. Laurea e corsi di formazione allo Sda Bocconi sempre sui temi della gestione delle aziende culturali, del management e delle professionalità dello spettacolo dal vivo. Il fronte universitario l’ha anche vista a Unimc cultrice della materia del corso tenuto dal prof Maurizio Ciaschini a Scienze della Comunicazione . Il tempo di affacciarsi, per tre mesi, negli uffici dell’associazione Sferisterio e dal dicembre 2017 è la direttrice generale del Pergolesi, dal 2022 è anche direttrice del Consorzio Marche Spettacolo. Alla scadenza del contratto dell’uscente Flavio Cavalli, dunque dal primo gennaio, Lucia Chiatti tornerà allo Sferisterio nel ruolo apicale di sovrintendente. Quali saranno le scelte collegate non è dato sapere, ma qualcosa è desumibile.
Possibile che con il teatro di Jesi si potenzino le sinergie legate agli operatori tecnici, che avranno così modo di ampliare il periodo di lavoro nell’anno, e alle produzioni al fine di ammortizzare i costi. Quanto al direttore artistico il Cda ha annunciato il ricorso alla selezione pubblica, operazione che finora – negli ultimi tempi – non ha portato a risultati di rilievo sotto l’aspetto temporale, tutte uscite quasi con effetto immediato. Non filtra nessun nome sul possibile nuovo direttore artistico, ma è possibile che possa trattarsi di un giovane pronto a firmare un ciclo allo Sferisterio in tandem con Lucia Chiatti. Circolano anche voci legate a “lasciti” ereditari ma pare trattarsi di note stonate.
Il sindaco Sandro Parcaroli, da questo punto di vista, ha una certezza: «Non c’è alcun nome, valuteremo attentamente le proposte di collaborazione tenendo ben presenti il rilievo internazionale dello Sferisterio e l’esigenza di tutelare il territorio».
Intanto il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo accoglie con favore la volontà dello Sferisterio: «Registro con particolare favore che dal colloquio avuto con il collega di Macerata, Sandro Parcaroli, sia scaturita la decisione del Consiglio di amministrazione dell’Associazione Arena Sferisterio di proporre un protocollo istituzionale con la Fondazione Pergolesi Spontini. Avremo modo di condividere tutto anche nel Cda della Fondazione, compresa la verifica dell’unica direzione generale. Il fatto che Macerata abbia guardato a Jesi per costruire questa intesa, attesta il prestigio che la Fondazione e la città hanno oggi in ambito teatrale e, al tempo stesso, evidenzia come Jesi sia sempre disponibile ad accogliere proposte che possano generare benefici reciproci con altri enti ed istituzioni. È questa una strada maestra che, come Amministrazione comunale, abbiamo attivato fin dall’inizio del nostro mandato e che si è esplicitata con accordi sia con i Comuni del territorio, sia in ambito nazionale, a partire dall’Alleanza per le Transizioni Giuste, sia infine in ambito europeo come nel caso della collaborazione con la città di Metz in Francia. La costruzione di reti, di relazioni, di interazioni – conclude il primo cittadino – ritengo sia irrinunciabile per una città aperta che vuole cogliere le migliori opportunità per un percorso qualificato che dia risposte concrete ed appropriate alla comunità».
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