Alla presenza del sindaco Massimo Olivetti e del presidente del Consiglio comunale Massimo Bello è stata inaugurata questo pomeriggio la Mostra dedicata alla memoria di un uomo straordinario, di un leader indomito, e di uno dei più importanti alleati della nostra libertà, il Generale Władysław Anders.
La comunità senigalliese e quella polacca sono legate profondamente dalla storia e dagli avvenimenti del secondo conflitto mondiale, che videro il 2° Corpo d’Armata dell’esercito polacco, guidato da Anders, giungere nelle terre marchigiane per liberarle dall’occupazione nazi-fascista.
La sala conferenze di Palazzetto Baviera e la Galleria expo-ex di Senigallia hanno fatto da scenografia al convegno di presentazione della Mostra e al taglio del nastro di un’iniziativa culturale e storica dedicata al Generale Anders, alla presenza della Console onoraria della Polonia nelle Marche, Cristina Gorajski, dei rappresentanti della Comunità ebraica senigalliese e dei tanti cittadini, che hanno voluto condividere questo momento.
«Desideriamo ricordare Anders – hanno detto il sindaco Olivetti e il presidente Bello – non solo come un valoroso comandante dell’esercito polacco, ma anche come un liberatore e un simbolo di speranza, che con il suo coraggio e la sua determinazione ha contribuito a riportare la pace e la libertà nella nostra terra durante uno dei periodi più bui della storia».
Le sue azioni nelle Marche e a Senigallia, hanno lasciato una traccia indelebile non solo nella storia della nostra Nazione, ma anche nei cuori di tutti coloro che oggi possono vivere in pace e libertà. Il generale Anders non è stato solo un soldato, ma anche un simbolo di fede e coraggio, uno spirito instancabile che ha ispirato e continua a ispirare generazioni di italiani e polacchi.
«Oggi, mentre rivolgiamo un pensiero commosso al suo ricordo – hanno aggiunto Olivetti e Bello – desideriamo ringraziare tutti coloro che, come lui, hanno donato la loro vita e la loro forza per la nostra libertà. Le loro azioni e i loro sacrifici ci richiamano a coltivare la memoria, a mantenere vivi i valori della pace, della giustizia e della solidarietà».
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