Potrebbe essere operativo già dai primi mesi del 2026 il tempio crematorio di Ancona nel cimitero di Tavernelle. Dopo il voto sul progetto di fattibilità dell’impianto che andrà in discussione nel prossimo Consiglio comunale, l’obiettivo dell’Amministrazione comunale è quello di avviare subito le procedure per accendere il mutuo e per appaltare entro fine anno l’opera per un investimento di 2,5 milioni di euro.
L’appalto sarà gestito in due lotti prestazionali: uno che riguarderà i lavori con appalto integrato (progettazione esecutiva e lavori) e l’altro che sarà relativo alla fornitura dell’impianto con posa in opera destinato alle ditte produttrici attraverso una gara europea. Se non si manifesteranno intralci, cantiere lavori e collaudo dell’opera dovrebbero essere conclusi per la fine del 2025. Queste le tempistiche tratteggiate stamattina nel corso della III Commissione consiliare, che, dopo l’illustrazione tecnica del progetto di fattibilità tecnico economica, propedeutica alla discussione nell’assemblea cittadina, l’ha licenziato con voto quasi unanime con l’astensione del consigliere Francesco Rubini (Aic). I tecnici comunali, gli ingegneri Capannelli e Cecchi, hanno risposto alle domande dei consiglieri, mentre ha dato voce politica ai dettagli l’assessore Stefano, apprezzato da tutta l’assise stamattina per essere riuscito in un anno a dare forma al progetto. L’attività, che rientra nel piano dell’efficientamento del sistema cimiteriale, è stata complessa ed ha passato il vaglio di recente anche della Conferenza dei Servizi.
L’impianto sarà realizzato sull’area verde dietro alla Sala del Commiato di Tavernelle, già previsto dal piano regolatore cimiteriale. L’accesso principale del cimitero (quello nord) sarà utilizzato dai carri funebri diretti alla Sala del Commiato, in un traffico stimato di 10-12 carri funebri per il crematorio al massimo ogni giorno, ma sarà utilizzato anche l’ingresso lungo la strada che va verso Passo Varano. Per il primo anno di attività dell’impianto sono ipotizzate un minimo di 1400 cremazioni annue, valutando una sola attività giornaliera di 12 ore, dal lunedì al sabato, ed un massimo di 3000 cremazioni annue. Nel progetto complessivo è prevista anche una riorganizzazione dei piazzali e dei marciapiedi tra il nuovo edificio e la sala del commiato, un intervento di manutenzione per la stessa e la realizzazione del Giardino della Memoria per la dispersione delle ceneri che oggi ad Ancona è possibile solo in mare.
L’IMPATTO AMBIENTALE – Ampio spazio del dibattito è stato orientato a definire l’impatto ambientale che l’impianto produrrà sulla città e sul quartiere popoloso di Tavernelle che è sorto al margine del perimetro cimiteriale. Le sue distanze dagli edifici sono superiori a 350 metri e secondo le valutazioni le ricadute dei fumi non impatteranno nell’abitato circostante se non in misura ridotta sull’ambiente. Per funzionare avrà bisogno di 70mw (14 arriveranno dall’impianto fotovoltaico) e di un impianto del gas. Le bare che vi entreranno devono essere in legno e non devono contenere lo zinco. Il processo di incenerimento dei feretri trasforma il carbonio solido in prodotti gassosi ma è stato assicurato che le tecnologie dei tempi crematoi prevedono un sistema di automazione e di controllo di tutto il processo per garantire un corretto equilibrio di aria che alimenta la combustione e monitora la temperatura pressione e tenore di ossigeno interno ma anche dei filtri per abbattimento di diossine, metalli pesanti e depolverazione dei fumi da disperdere in aria. Durante la durata massima delle cremazioni che è quella di 16 ore al giorno per 300 giorni l’anno, saranno rispettati tutti i parametri e le prescrizioni imposte dall’Arpam e dall’Ast per rientrare nei limiti massimi di emissioni. Il programma del campionamento dei fumi per i limiti imposti dalla Provincia su polveri, monossido di carbonio, metalli; la presenza di un secondo camino di emergenza in caso di anomalie; i tempi del collaudo e dei controlli periodici, oltre alle limitazione di emissioni odorifere recepiti come prescrizioni saranno tutti inseriti nel capitolato di gara
GESTIONE E RITORNO ECONOMICO – L’assessore Stefano Tombolini ha inoltre chiarito che il Comune punta «a gestire direttamente l’impianto oppure attraverso una società partecipata che potrebbe essere Ancona Servizi. L’attività di un crematoio è molto routinaria,- ha specificato – Non siamo arrivati a una determinazione perché abbiamo preferito tenere separati i due ragionamenti della realizzazione e della gestione che sarà però ‘in house’ e non lasciata alle aziende costruttrici». L’ing. Cecchi ha stimato che secondo la relazione di sostenibilità economica bastata anche su bacino di utenza di Ancona e Comuni limitrofi e della provincia di Ancona, l’impianto sarà capitalizzato in 5 anni ma già da primo i ricavi saranno positivi. In caso di incremento dei volumi delle cremazioni nell’arco di 6-7 anni magari ci sarà possibilità di installare un secondo crematorio. Oltre alle salme è stata prevista la cremazione di resti mortali inconsunti. Ad Ancona ci sono circa 6.000 concessioni in scadenza ogni 10 anni, quindi 600 estumulazioni ogni anno.
TARIFFE – Nel dettaglio l’elaborazione delle simulazioni, valutando il mutuo che sarà acceso dal Comune con rate per 20 anni, si avranno ricavi positivi fin dal primo anno che compenseranno costi della gestione e gli ammortamenti. Il reddito crescerà anno per anno di circa 500.000 euro e il ritorno dell’investimento è stimato in 5-6 anni. Poi con la previsione della costruzione del secondo impianto al sesto anno, il reddito annuale potrebbe crescere al 12esimo anno fino a 700.000 euro in cassa e al 30esimo anno fino a 2 milioni di euro. Le tariffe massime e minime dei crematori sono aggiornate di anno in anno dal ministero. Attualmente le massime si attestano sui 600 euro a cremazione. Per l’impianto di Ancona i numeri sono ancora da definire in sede di appalto di gestione ma si sono quantificate come ipotesi tariffarie 360 euro il costo per i residenti, per gli utenti del bacino esterno 449 euro mente per i resti mortali 288 euro oltre al costo del personale, alle manutenzioni. «Abbiamo già proposto alla Provincia di sottoscrivere una convenzione per prezzi agevolati, e per i defunti con famiglie incapienti, come già accade ora pensiamo di inserire nel regolamento comunale, tra i costi a carico del Comune anche la cremazione» ha ricordato l’assessore Tombolini
Il presidente della III Commissione, Arnaldo Ippoliti ha osservato come con l’impianto «Ancona ha la possibilità di incamerare entrare importanti per il Comune da utilizzare per la manutenzione dei nostri cimiteri, anche quelli di prossimità nei borghi dove c’è una situazione difficile. L’altro aspetto è che con questo progetto eviteremo consumo di nuovo territorio, visto che il 40-45% degli anconetani già opziona la cremazione, quindi la nostra città potrà avvalersi di questo servizio».
Hanno concordato sulla importanza di avere un tempio crenmatorio nel capoluogo di regione anche i consiglieri di opposizione Giacomo Petrelli, Susanna Dini, Diego Urbisaglia, Mirella Gingiacomi, Massimo Mandarano e di maggioranza Fava e AAndreani. Francesco Rubini ha invitato i colleghi a utilizzare la parola ‘impianto’ e non ‘forno’ per evitare riferimenti storici dolorosi, mentre il consigliere Tomassetti ha evidenziato che il progetto racchiude «anche un aspetto umano che evita viaggi a concittadini in un momento doloroso. Aspetto che è più importante dell’aspetto economico». Sulla stessa lunghezza d‘onda il consigliere Carlo Maria Pesaresi. «E’ un segno di grande civiltà che fa apprezzare lo sforzo fatto dai tecnici e dall’assessore perché finalmente Ancona con questo impianto da una risposta a tante sensibilità. Questo è il punto più importante, non tanto l’aspetto economico. Sono soddisfacenti anche le rassicurazioni sulla questione ambientale».
(Redazione CA)
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