di Luca Patrassi
Base Popolare è appena uscita dal congresso regionale di Portonovo con il suo nuovo coordinatore Raimondo Orsetti e un vice maceratese che risponde al nome del direttore amministrativo dell’ala telematica della Sapienza Mauro Giustozzi. A farsi vedere, forse anche ad ascoltare, tra gli ospiti del fondatore del gruppo, l’ex governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca, c’erano i vertici dei poli di centrodestra (il governatore Francesco Acquaroli con il commissario alla ricostruzione Guido Castelli e il senatore Mirco Carloni) e di centrosinistra con l’europarlamentare dem e possibile prossimo sfidante di Acquaroli alle regionali del 2025, Matteo Ricci. Ovviamente Spacca ha fatto il suo intervento, illustrato gli ambiti di riferimento anche europei ma non ha indicato ancora la possibile rotta marchigiana di Base Popolare, a destra o a sinistra.
L’ex governatore ha espresso elementi di critica rispetto ad alcune azioni del governo Acquaroli, in primis sul fronte delle attività produttive, ma è subito “corso ai ripari” specificando come alcune criticità siano risalenti negli anni. Base Popolare, nella presentazione fatta dal suo ideologo Spacca, è decisa a dare un segnale di svolta anche all’insegna del ricambio generazionale. «Innanzitutto – ha osservato Spacca nel suo intervento al congresso – , ci poniamo il problema della crescita, della capacità di produrre reddito in una comunità che è stata la più manifatturiera d’Italia, perché se si cresce si crea lavoro, si produce reddito, ci sono risorse per la sanità, il welfare e la scuola». Mentre Base Popolare tenta un ulteriore radicamento nei territori, nel Maceratese l’ultima intesa è quella con i Civici di Mattia Orioli, l’interesse dei partiti è legato al peso elettorale del movimento di Spacca che – ove ci fosse sentore di un riavvicinamento numerico tra le coalizioni – potrebbe essere determinante nella sua collocazione con il centrodestra o con il centrosinistra.
Se nel centrodestra sembra scontata la candidatura bis di Francesco Acquaroli, meno scontata appare la fase di formazione delle liste che, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe necessitare di un rinnovamento, che non sembra quello legato al passaggio delle stesse persone da un partito all’altro. Nel Pd occhi rivolti alla posizione dell’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci che in queste ultime settimane incontra qualche problemino in più nella sua Pesaro. Ricci in campo o no? Ricci in campo alle regionali 2025 potrebbe portare a movimenti anche sullo scacchiere maceratese.
A gettare nello sconforto chi pensava di poter aprire un tavolo di trattativa con Base Popolare arriva una nota dell’ex assessora regionale ed attuale consigliera Manuela Bora che spara a zero contro Spacca. «In termini di economia e di sanità – osserva l’esponente dem – dall’ex presidente della Regione Marche Spacca non c’è niente da imparare. Se è vero che il terreno di confronto sono le idee, non posso non citare le proposte accennate su economia e sanità. Partendo dall’economia, vorrei ricordare che mentre Spacca – anche attraverso la Fondazione Merloni – continuava a insistere sui distretti, la Giunta Ceriscioli finanziava già filiere ed ecosistemi. Questi temi sono stati centrali anche nella gestione delle risorse europee per il sostegno alle aree colpite nell’immediato post-sisma, ottenendo tra l’altro un ampio riscontro. Eppure, in tutto questo tempo, non abbiamo mai ricevuto nemmeno mezzo plauso, visto che di fatto avevamo anticipato quelle che sarebbero oggi le proposte per il futuro di questa regione». Ancora Bora: «Se vogliamo parlare di “ricette economiche”, mi chiedo: dov’era Spacca al termine di quei cinque anni così difficili per l’economia marchigiana affrontati con tanta condivisione? La risposta è semplice: era al fianco di Acquaroli con letture clamorosamente strumentali di strategie e risultati del Governo Ceriscioli. A dirla proprio tutta, a giudicare dai risultati ottenuti, il suo contributo non sembra aver portato grandi benefici nemmeno ad Acquaroli».
Bora è fortemente critica anche in merito alle dichiarazioni di Spacca in campo sanitario: «Tornando alle idee future passiamo per un altro nervo scoperto, la sanità, un settore che Spacca sembra dimenticare di aver contribuito a smantellare con alcune delle sue decisioni. Spacca ha ragione nell’affermare che la situazione della sanità nelle Marche non è migliorata; infatti è peggiorata proprio con lui e, stando a ciò che afferma, non ha nemmeno capito i suoi errori. Ricordiamoci che è stata proprio sua la scelta di chiudere quei piccoli ospedali, senza al contempo valorizzare altri presidi territoriali che la pandemia di Covid ci ha dimostrato essere fondamentali per rispondere alle emergenze e garantire cure accessibili. Peccato non ci fosse un centesimo per realizzarli quando ci siamo insediati, peccato i costi, se mai valutati, fossero insostenibili. E infine, se parliamo del mancato contributo dato dall’opposizione al Governo Acquaroli, forse vale la pena ricordare il ruolo svolto da Mirco Carloni, unico candidato eletto nella lista “Marche 2020” che aveva come candidato presidente proprio lo stesso Spacca. Dobbiamo forse pensare che, se la Giunta precedente ha lavorato bene, il merito sia di Carloni e della sua attività di opposizione? Piuttosto vale la pena ricordare che Carloni, una volta divenuto vicepresidente della Giunta Acquaroli con tutte le deleghe economiche, ha confermato tutte le riforme della precedente legislatura, a partire da quella dei Confidi, che tanto aveva criticato, a proposito di contributo delle opposizioni».
Infine, Bora volge lo sguardo alle elezioni: «Nutro forti dubbi sul fatto che questa sia la strada vincente e mi chiedo piuttosto se i marchigiani non ricorderanno invece i tanti errori commessi da Spacca, errori che sembra non aver ancora compreso. Non ho alcuna antipatia preconcetta nei confronti di Gian Mario Spacca, gli errori si commettono soprattutto quando si governa, ma sono convinta che il futuro delle Marche si debba costruire su visioni nuove e con attori nuovi. La politica, a mio avviso, deve guardare avanti e non recuperare formule già sperimentate e superate. Riproporre quelle stesse ricette significherebbe consolidare errori passati. Guardiamo avanti e impariamo dagli errori, invece di ripeterli».
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