Si terrà a Fabriano venerdì 22 e sabato 23 novembre l’atteso evento “Fabriano Food Fusion”, organizzato dalla Cna di Ancona. La manifestazione vedrà la partecipazione di dodici attività di ristorazione della Città della Carta, le quali proporranno per la due giorni dei menù assolutamente innovativi, fondendo ciascuna due culture culinarie differenti dal mondo. «Siamo molto entusiasti nel proporre questa iniziativa di certo innovativa e accattivante, soprattutto perché nasce proprio da una chiara richiesta che negli scorsi mesi ci era pervenuta dai ristoratori locali, vale a dire quella di organizzare manifestazioni in grado di attrarre in centro storico e non solo maggiori flussi di persone. – commenta in una nota Marco Silvi, responsabile sindacale di Cna Fabriano – Questo evento si colloca in un territorio che ultimamente è stato “epicentro” di pessime notizie, mi riferisco ovviamente ai drammi occupazionali che rischiano di assestare un pesante colpo all’intera comunità fabrianese, motivo per il quale come associazione di categoria siamo chiamati a sostenere con maggiori sforzi le nostre imprese, perché l’indotto della crisi occupazionale riguarda tutti, dall’industria al piccolo esercente locale. Vi aspettiamo dunque a Fabriano per un fine settimana alla scoperta di sapori mai provati, inventati ed elaborati magistralmente dai ristoratori fabrianesi».
«Food Fusion è un progetto che vuole divenire punto di riferimento per la ristorazione nella nostra provincia – aggiunge Andrea Cantori, segretario della Cna Agroalimentare di Ancona – un format che ha visto la sua prima tappa ad Osimo ad aprile e grazie al buon successo di questo test iniziale ora viene replicato in altri due comuni della provincia di Ancona – conclude Cantori – Fusion è un progetto che in primo luogo sfida la creatività degli operatori, perché li obbliga ad attingere alla loro fantasia per creare un piatto sperimentale, costruito sulla fusione di due culture enogastronomiche differenti. Non siamo di fronte ad una semplice riproposizione di un piatto di un altro paese, ma questi operatori cercano di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di loro».
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