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Acquaroli-Ricci, sfida in partenza
Ecco chi si muove per le regionali 2025.
Gli alleati al Pd: «Non ci siete solo voi»

LE MARCHE VERSO IL VOTO - Campagna elettorale già partita, le prime mosse per la formazione delle liste: il potentino Mirco Braconi e la maceratese Francesca D’Alessandro le possibili novità in Fratelli d'Italia. Nel Pd in campo le "vecchie glorie": la commissione che si occuperà del programma è composta da Sara Giannini, Fabio Sturani, Giulio Silenzi, Alberino Mezzolani e Luciano Agostini. Da Psi, Italia Viva e +Europa un messaggio ai dem: «Per vincere ci si deve incamminare velocemente verso la costruzione di un programma non di partito ma di coalizione e di un candidato presidente coerente e credibile»

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Il governatore Francesco Acquaroli (FdI) e il possibile sfidante Matteo Ricci (Pd)

di Luca Patrassi

Se il voto della Liguria sembrava aver spento le aspettative del centrosinistra marchigiano, quello della vicina Umbria le ha riaccese con il candidato governatore in pectore, l’ex sindaco di Pesaro ed europarlamentare Matteo Ricci pronto a lanciarsi in dichiarazioni incendiarie: “Marche, arriviamo” ha detto all’indirizzo del governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli, pronto a scendere in campo per l’eventuale bis. Campagna elettorale per le elezioni del prossimo anno (quasi) ai blocchi di partenza con una serie di riflessioni in atto nel centrosinistra e nel centrodestra con i Civici che attendono tempi migliori, e più vicini alle elezioni, per ufficializzare le proprie scelte di campo, largo o meno che risulti essere. Francesco Acquaroli è pronto per la candidatura bis e ha tacitato le voci (dal Sud delle Marche) di una uscita di scena per un incarico governativo a Roma. “Castelli in aria” dicono ambienti vicino al governatore riferendosi a voci non interne ma attribuite al centrosinistra.

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Il governatore Acquaroli con la premier Giorgia Meloni

Acquaroli muove verso il bis ma ci sono molte riflessioni da svolgere. Rispetto al 2020 il vento sovranista e l’effetto Meloni sembrano un po’ meno intensi, rispetto al 2020 il centrodestra di governo ha perso i consiglieri primatisti di preferenze (Carloni, Castelli, Leonardi e Ciccioli per citarne soltanto alcuni), il tema delicato e decisivo della sanità (si è scoperto) è più facile da toccare, anche in chiave demagogica, stando all’opposizione. Quali potrebbero essere le risposte in mano ad Acquaroli? Al momento la sanità registra più elementi di criticità rispetto agli elementi positivi come il fatto che Torrette resti sul podio dei migliori ospedali pubblici italiani. La vicinanza al governo Meloni, e gli ottimi rapporti del governatore con la premier, ha fatto arrivare nelle Marche fiumi di finanziamenti anche legati al Pnrr e il 2025 dovrebbe anche essere l’anno del taglio del nastro per diverse opere pubbliche. Il 2025 sarà l’anno delle opere ma l’impatto mediatico sembra scarso, anche se è vero è che le Marche sono sempre rimaste al di fuori dei canali di comunicazione nazionali. La proverbiale ritrosia del marchigiano, il fare ma non farlo sapere, in politica però non sembra premiante specie in tempi di annunci, di spot, di trasmissioni sempre più urlate, suoni senza note, senza contenuti. Altro aspetto rilevante il progressivo calo dei votanti, quasi che vadano a votare “solo” i diretti interessati e quanti risultati coinvolti dai partiti e dai candidati.

Ad Acquaroli, e non solo a lui, si presenta il problema di recuperare i vuoti elettorali lasciati da personaggi capaci di avere diverse migliaia di preferenze come Guido Castelli, Mirco Carloni, Carlo Ciccioli e volendo si può proseguire con il pirotecnico (almeno per il risvolto osimano con Pirani) presidente del Consiglio regionale Dino Latini e con il presidente di Erap Marche Saturnino Di Ruscio. Di sicuro i consiglieri uscenti non gradiranno la presenza di competitor agguerriti nelle liste. L’unico primatista di preferenze rimasto in giunta dalla prima ora è il pesarese di Fdi Francesco Baldelli. Sicuramente sarà Gianluca Pasqui a correre con Forza Italia per il bis a Palazzo Raffaello. Il fronte maceratese di Fratelli d’Italia dovrebbe vedere la conferma di Simone Livi e di Pierpaolo Borroni con l’inserimento del potentino Mirco Braconi e della maceratese Francesca D’Alessandro. Nel Fermano il gioco delle preferenze finirà per premiare l’uscente Andrea Putzu. La Lega ha un anno di tempo per capire il da farsi in uno scenario che si annuncia preoccupante stante il crollo verticale di consenso. Gli spazi si sono ristretti molto e c’è da vedere chi si candiderà sapendo di rischiare molto e di non avere più il peso avuto finora in giunta. Macerata ha espresso Filippo Saltamartini, attuale assessore alla Sanità, e Renzo Marinelli mentre è poi subentrata Anna Menghi quando l’ex sindaco di Cingoli è entrato in giunta. Ora si tratta di ritagliarsi un solo spazio. Stesso problema nel Fermano dove è possibile vorrà essere della partita Mauro Lucentini. Nell’Anconetano i problemi sono minori visto che diversi consiglieri uscenti hanno mollato gli ormeggi per altri porti: Mirko Bilò e Lindita Elezi (ora in Forza Italia).

matteo-ricci-marche-arriviamoIl centrosinistra marcia a corrente alternata. La ventata di euforia legata alle elezioni umbre ha partorito nei giorni scorsi la nomina di una commissione che si occuperà del programma di governo per le elezioni 2025: ci sono tutti i nomi della nomenklatura di decenni fa come Luciano Agostini, Alberino Mezzolani, Giulio Silenzi, Fabio Sturani. Sicuramente nomi che non danno immediatamente l’idea di rinnovamento in casa Dem. Anche per il Pd si pone il problema delle liste e delle preferenze: nel Maceratese sembra scontata la candidatura bis dell’ex sindaco di Macerata Romano Carancini mentre sono al limite delle candidature ammesse dal regolamento personaggi del calibro di Fabrizio Cesetti, Antonio Mastrovincenzo e Anna Casini. Altro nome che circola è quello del sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili. Nell’Anconetano è data per certa la candidatura della vicesegretaria regionale del Pd Michela Bellomaria. Altro elemento di difficoltà nelle Marche è l’assenza di rapporti tra Pd e Cinque Stelle, eccezion fatta per Pesaro: in casa Democrat già suscita qualche ritrosia non dichiarata la candidatura di Matteo Ricci, l’ingresso dei pentastellati è visto alla stregua del fumo negli occhi anche se sotto elezioni si fa e si dice di tutto.

Intanto Psi. Italia Viva e +Europa lanciano un messaggio al Pd: «I risultati elettorali di Emilia-Romagna e Umbria impongono alle forze politiche riformiste l’assunzione di ogni possibile responsabilità per il futuro, mostrando come una coalizione di centro sinistra unita possa essere vincente. Vincere è possibile. Ma per vincere ci si deve incamminare velocemente verso la costruzione di un programma non di partito ma di coalizione e di un candidato presidente coerente e credibile. PSI, Italia Viva e + Europa, chiamati a rappresentare l’area riformista, hanno già offerto ampia disponibilità al Pd per lavorare e collaborare alla costruzione di una alternativa di governo al centrodestra marchigiano, una priorità irrinunciabile da perseguire comunque, nonostante, le sgrammaticature di questi ultimi giorni (la trattativa bilaterale con il ritardo nella costruzione del tavolo di coalizione così come la costruzione di una proposta di programma autonoma del Pd che traspare dalle notizie di stampa). Non possiamo sperare solo “nell’uomo della provvidenza” se si vuole avere possibilità di vincere occorre mettere in campo idee e persone legate ai territori. Siamo convinti che, per vincere, oltre ad una candidatura credibile, si deve offrire alla comunità regionale anche una proposta trasparente e coerente di coalizione. Sollecitiamo pertanto tutte le forze politiche del centrosinistra alla convocazione del tavolo della coalizione con l’insieme delle forze politiche, sociali e civiche alternative. La responsabilità dell’esito elettorale per il 2025 è nelle nostre mani».

Nessun segnale per orientarsi dai Civici. Base Popolare di Gian Mario Spacca ha visto il suo congresso regionale, nessuna presa di posizione per uno schieramento o per l’altro. C’è stata solo la dichiarazione di una consigliera regionale del Pd, Manuela Bora, che ha detto che di Spacca è bene farne a meno. Poi ci sono i civici di Massimiliano Sport Bianchini che hanno eletto un consigliere negli ultimi due turni elettorali (prima con la sigla Uniti per le Marche eppoi con RinasciMarche) ed anche in questo caso nessuna indicazione di voto se non la conferma che saranno della partita. Altra voce in libera uscita da Fermo è la possibile candidatura del sindaco Paolo Calcinaro. Infine una nota di colore: le Marche hanno una rappresentante nella compagine di Governo, Lucia Albano sottosegretaria al Mef. Lo stesso ruolo – per dire – occupato alcuni anni prima dal prof Mario Baldassarri, l’uomo che ha portato la Quadrilatero. Corsi e ricorsi.

 

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