E’ convocato per lunedì prossimo 25 novembre, alle ore 15.30. il Consiglio comunale di Osimo con un ordine del giorno fotocopia a quello della seduta dell’11 novembre, chiusa in anticipo per assenza del numero legale e miccia d’innesco per le dimissioni da sindaco di Francesco Pirani. Nove giorni fa Dino Latini ed i 3 consiglieri del gruppo Liste civiche Su La Testa hanno lasciato l’aula con le minoranze senza votare le linee programmatiche di governo 2024-2029 e la variazione di bilancio a sostegno di vari progetti, dal cartellone degli eventi di Natale alla revisione del Tiramisù. Ora i 4 si sono detti disponibili a votare tutti i punti iscritti all’ordg.
«Che cosa è cambiato rispetto a una settimana fa? Forse che mi sono dimesso?» osserva Francesco Pirani che non sembra troppo convinto dal dietrofront con apertura manifestato dai latiniani. «Un dettaglio che mi fa ancora di più arrabbiare perché si sta giocando con il futuro della città – sottolinea il primo cittadino dimissionario – Mi domando se interessano davvero i progetti per Osimo, se invece l’importante per qualcuno è non andare a casa, magari per calcoli personali e nella dimensione regionale. Perciò lunedì tornerò nella Sala Gialla e ognuno si assumerà la sue responsabilità». Pirani racconta anche di aver inviato un messaggio a tutti i consiglieri, prima dell’11 novembre, pregandoli di valutare l’importanza degli argomenti in discussione in aula, a partire proprio dal voto sulle linee programmatiche e sulla variazione di bilancio. «Avevo scritto – ricorda – che intendevo la loro presenza in aula indispensabile dal punto di vista amministrativo, perché rappresentava con una sorta di fiducia sulla Amministrazione comunale, e che in mancanza di quella fiducia avrei rassegnato le dimissioni. Come coerentemente ho poi fatto. I 4 sono arrivati in aula alle 14:58 e 30 secondi, l’11 novembre, ho ancora la schermata del timer davanti agli occhi, poi dopo una discussione di circa un’ora sono usciti dlal’emiciclo non garantendo il numero minimo in consiglio comunale, nonostante la mia raccomandazione. Adesso è cambiato tutto, per loro probabilmente è tutto il gioco, peccato che chi va sotto è le città» commenta con amarezza.
In questo frangente, insomma, non sembrano essere maturate le condizioni per cambiare idea e ritirare la lettera delle dimissioni. «Io resto fermo nei miei propositi. – ribadisce il primo cittadino che dovrà confermare o meno le dimissione entro il prossimo dicembre – Non mi aspetto niente da chi è andato in campagna elettorale a promettere di volere il bene di Osimo e poi sta affossando la città. E’ evidente che qualcuno vuole smarcarsi dalle sue responsabilità. Basta guardare quello che i 4 sono stati in grado di fare negli ultimi 4 mesi. Credo che serva ben altro di una pec inviata dopo le mie dimissioni per far credere a tutti che Osimo è al centro del loro interesse».
In un contesto amministrativo difficile si incastonano anche i rilievi, 35 in tutto, mossi dal Mef al comune di Osimo sulla gestione di alcune società partecipate dell’ente, esclusa la Asso che è una azienda speciale. La verifica amministrativo-contabile del Ministero delle Finanze ha riguardato il controllo del Comune e di alcune società partecipate nel primi mesi del 2024, la relazione finale è arrivata a giugno. «Evidenzia diversi aspetti della gestione delle Partecipate soprattutto durante il mandato della precedente amministrazione comunale. – riassume il sindaco – Ad esempio per quanto riguarda Ecofon Spa nel 2015 viene eccepito il superamento del limite del compenso degli amministratori ma anche l’aumento del capitale con versamento capitale da Astea per conto del comune di Osimo. Il debito del Comune non sarebbe stato inserito nella contabilità. Per la Osimo Servizi spa la questione del superamento del limite dei compensi degli amministratori viene segnalata invece dal 2015 al 2024. Al Comune viene anche contestata la carenza di informazioni nella sezione Amministrazione trasparente, la mancanza interna di segnalazione di illeciti e per alcuni CdA delle Partecipate viene rilevato che il numero dei componenti, in alcuni casi, è superiore a quello previsto alla legge. Tutte osservazioni da controdedurre, certo, con la produzione di documentazione. Ma come va considerato questo controllo del Mef? – si chiede Francesco Pirani – Come una sorta di pagella che il Ministero ha dato all’Amministrazione Pugnaloni, andando a far un controllo, probabilmente a campione e non richiesto? Ora questi 35 rilievi sono sotto la lente d’ingrandimento anche della Corte dei Conti e nei prossimi mesi non si sa quali sviluppi potrà assumere la vicenda».
(m.p.c.)
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