di Luca Patrassi
Presentato, nei suoi elementi di massima, il progetto di un consorzio per la gestione del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale 3 delle Marche. A discuterne, ieri, sono stati i sindaci dei Comuni che hanno le società di gestione ed alcuni referenti politici, come il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Massimo Belvederesi. In sostanza le società di gestione presenti in Aato3 (Apm, Assem, Assm e Cma con possibilità di estensione per Atac, Valli Varanensi e Acquedotto del Nera) avanzano l’idea di costituire un consorzio per lo svolgimento della gestione del servizio idrico integrato.
Come evidenziato nel corso della riunione la forma indicata sarebbe stata ritenuta legittima dalla sentenza della Corte di Cassazione Sezioni Unite dello scorso 8 luglio. Si tratta di un consorzio, non di una società, e dunque non ci sarebbe la necessità di preventiva verifica da parte della Corte dei conti.
La seconda fase del progetto illustrato sarebbe quella in cui Cma, direttamente titolare della concessione del servizio di gestione, apporta al consorzio (tra le prestazioni consortili) l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato. Poi il consorzio presenterebbe alla direzione dell’Aato 3 una richiesta di proroga della durata dell’affidamento motivata da una serie di fattori quali i finanziamenti che vanno oltre la durata dell’affidamento, i recuperi degli incrementi tariffari.
I presentatori del piano hanno anche sottolineato come la proroga della concessione non sia un nuovo affidamento e dunque non comporta indennizzi ai chi eventualmente uscirà dalla gestione e nemmeno la verifica dei requisiti dell’in house.
Infine è prevista la facoltà dei Comuni di aderire direttamente al consorzio e non solo tramite le rispettive società. L’ipotesi del consorzio è sostenuta dai sindaci che hanno le società di gestione del servizio idrico, il primo cittadino di Civitanova ha chiesto di specificare nel dettaglio i contenuti dell’operazione.
Intanto si registra un intervento dell’ex deputato del Pd Mario Morgoni che rileva come su acqua e rifiuti «l’unica certezza è la stangata ai danni dei cittadini. Sono stati annunciati di recente – rileva Morgoni – gli aumenti relativi alle tariffe idriche – +15,18% per i prossimi due anni – che si aggiungono al 20% di incremento della tassa rifiuti già previsto per il biennio 2024 e 2025. Certo è innegabile che vi siano stati aumenti di costi nella gestione di questi servizi ma è anche inevitabile domandarsi quali siano le risposte a tali aumenti in termini di strategie, progetti e scelte innovative al fine di gestire in modo più efficace materie come acque e rifiuti».
Le cifre: «Riguardo al servizio idrico constatiamo che la spesa media per famiglia della provincia di Macerata – 511 euro – è già oggi superiore a quella media italiana – 478 euro – le perdite della rete idrica sono oltre il 38%, il dato più alto della Regione – continua Morgoni –. Non certo migliore è il panorama dei rifiuti. Una discarica esaurita, quella di Cingoli, e il percorso per l’individuazione di un nuovo sito che resta sospeso. Nessun serio progetto di riduzione del rifiuto, di rilancio e riqualificazione della raccolta differenziata; nessuna iniziativa per il compostaggio domestico, di condominio e di quartiere, tesa ad un contenimento dell’organico che rappresenta da solo un terzo di tutti i rifiuti. Niente di tutto questo se non interventi spot».
«Acqua pubblica, la guerra è uno specchietto per le allodole»
«Rifiuti e acqua, no ai privati: Apm gioiello di famiglia e il Cosmari non si tocca»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati