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I carabinieri celebrano la Virgo Fidelis

ANCONA - Questa mattina nel Duomo di San Ciriaco la funzione religiosa in onore della santa protettrice dell'Arma Benemerita, presieduta dall'arcivescovo Angelo Spina. Per l’occasione, è stato anche commemorato l’83esimo anniversario della “Battaglia di Culqualber” e festeggiata la “Giornata dell’Orfano”,

 

I carabinieri di Ancona hanno celebrato stamattina nella suggestiva cornice del Duomo di San Ciriaco la “Virgo Fidelis”, protettrice dell’Arma, ricorrenza fissata da Sua Santità Pio XII il 21 novembre, giorno in cui la chiesa cattolica ricorda la Presentazione di Maria Vergine al Tempio. Nell’occasione, è stato anche commemorato l’83esimo anniversario della “Battaglia di Culqualber” del 21 novembre 1941, fatto d’armi per il quale alla bandiera dell’Arma fu tributata la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare. Inoltre, è stata celebrata la “Giornata dell’Orfano”, ricordando che gli orfani sono assistiti dall’Opera Nazionale Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei carabinieri, istituzione risalente al 1948.

Alla messa, officiata dal arcivescovo Angelo Spina e concelebrata dal cappellano militare della Legione Carabinieri Marche, Don Pierluigi Plata, hanno preso parte le autorità civili e militari della Provincia, nonché una nutrita rappresentanza di carabinieri in servizio e in congedo e le vedove e i figli dei militari caduti in servizio.

Il comandante della Legione, generale di Brigata Nicola Conforti, dopo aver ricordato i fatti salienti della battaglia di Culqualber, si è soffermato nel suo intervento sul senso di responsabilità «che deve imporsi sulla smania di potere. Questo deve essere l’approccio del Carabiniere – ha sottolineato l’ufficiale – uno stile di vita basato sulla cultura dell’essere, che prevalga in maniera inequivoca sulla vuota apparenza. In altre parole: capacità di ascolto, empatia, vicinanza alle comunità e desiderio di risolvere i problemi altrui».

Nel lumeggiare l’attaccamento al dovere è stato rivolto un commosso ricordo a coloro che hanno sacrificato la vita per la tutela del Paese e la salvaguardia delle sue Istituzioni.«Le vedove e i congiunti qui presenti – ha sottolineato il comandante della Legione – sono i silenziosi testimoni del ricordo e dell’esempio che deve continuare a illuminare e nutrire il nostro operato».

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