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Sciopero generale del 29 novembre:
per le Marche scelta la piazza di Fabriano

I SINDACATI Cgil e Uil preparano la mobilitazione di protesta su salari, perdita del potere d'acquisto, sicurezza sul lavoro e fisco. «Quasi una persona su dieci nella nostra regione è costretta a rinunciare a cure e visite mediche, con gravi ripercussioni sulla salute collettiva»

 

È Fabriano la piazza simbolo scelta dai lavoratori delle Marche per lo sciopero generale del 29 novembre, un territorio  emblematico, che racchiude in sé i diversi problemi che attanagliano le Marche e cioè la crisi dell’industria, lo spopolamento e l’assenza di risorse per le aree interne. I sindacati saranno in piazza per chiedere  di modificare una manovra che non dà risposte adeguate  a lavoro, fisco e welfare e cioè i principali pilastri delle piattaforme sindacali unitarie.«Continuiamo a insistere sui grandi temi che abbiamo posto al Governo: i salari, la perdita del potere d’acquisto, la sicurezza sul lavoro, il fisco. In questo paese il 90% delle tasse è pagato dal 40% della popolazione, sempre i soliti: pensionati e lavoratori dipendenti. Gli stessi che poi non riescono ad accedere ai servizi essenziali, oltre al danno la beffa» sottolineano in una nota Giuseppe Santarelli e Claudia Mazzucchelli, segretari generali di Cgil Marche e Uil Marche.

Per le Marche i dati parlano chiaro: nel 2023 solo il 10% dei contratti di lavoro attivati è stato a tempo indeterminato, una percentuale nettamente inferiore rispetto alla media nazionale, che si attesta sul 20%. Il numero di precari è in continuo aumento e questo genera incertezze economiche e sociali, aggravando una situazione già difficile per le famiglie marchigiane.
Secondo i dati dell’Osservatorio sulle Vulnerabilità, nel 2022 il 6,9% della popolazione marchigiana ha rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie per motivi economici, un dato che è aumentato al 9,6% nel 2023.«Questo significa che quasi una persona su dieci nella nostra regione è costretta a rinunciare a cure e visite mediche, con gravi ripercussioni sulla salute collettiva» evidenzia il comunicato.

Il potere d’acquisto delle famiglie marchigiane è in calo, alimentando un crescente fenomeno di povertà. Nel 2023, l’indicatore di povertà relativa nelle Marche ha toccato l’8,6%, un dato che supera la media nazionale del 6,5% e continua a crescere, lasciando migliaia di cittadini in difficoltà.« L’aumento delle disuguaglianze e la scarsità di politiche di welfare efficaci stanno esacerbando le disuguaglianze sociali e mettendo in serio pericolo il futuro delle nuove generazioni» pongono l’accento Cgil e Uil.

«Non possiamo e vogliamo restare indifferenti alle istanze di crescente sofferenza delle persone, che stanno facendo fatica e hanno poche opportunità in una società che sentono ostile. La manifestazione del 29 novembre è una richiesta di giustizia sociale. Non possiamo permettere che la precarietà e la povertà diventino il destino di migliaia di cittadini marchigiani. Vogliamo un futuro più giusto, dove il lavoro sia dignitoso e accessibile a tutti, dove la sanità non venga vista come un lusso e dove nessuno sia lasciato indietro – dichiarano Cgil e Uil Marche. Se il Governo ha la volontà può ancora cambiare questa manovra dimostrando con i fatti maggiore sensibilità ai problemi dei giovani, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che sono la struttura portante del nostro Paese».

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